Testo di Guia Agazzi —
Le celebrazioni dei trent’anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sono infatti iniziate l’8 aprile 2025 con la festosa inaugurazione di tre mostre personali i cui artisti hanno la responsabilità di rappresentare le principali vocazioni della stessa fondatrice, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo: una continua ricerca in costante dialogo con l’attualità e una forte attenzione verso i giovani talenti.
Le prime due sale del lungo e affollato corridoio che caratterizza gli spazi della Fondazione sono dedicate alla mostra The Land Shall Not Be Owned dell’artista libanese Marwa Arsanios (Beirut, 1978), per la prima volta in Italia, e curata da Agustin Pérez Rubio e Bernardo Follini. Nel buio della prima sala si può godere della visione di una serie di cinque film intitolata Who is Afraid of Ideology? (2017–in corso) dove si indagano i processi di sfruttamento e di riappropriazione della terra e le lotte locali per la sua rivendicazione in Medio Oriente e Sud Africa. L’artista racconta in particolare le battaglie delle donne per i diritti sulla terra e sull’acqua, sottolineando forme di organizzazione e autodifesa di comunità femminili che sfidano le strutture patriarcali, come la stessa famiglia, lo Stato e le multinazionali. Il cinema rivendica dunque la sua funzione più nobile facendosi strumento per diffondere conoscenza e costruire una rete internazionale di organizzazioni e comunità impegnate nelle lotte per il cambiamento sociale e politico. Disegni, ricami e sculture arricchiscono la mostra che riconferma ancora una volta l’impegno che la Fondazione, già a partire dagli anni Duemila, dedica alla questione ecologica e all’equità di genere. La mostra è un progetto itinerante e la prossima tappa è prevista presso Artium – Basque Museum-Centre of Contemporary Art a Vitoria-Gasteiz.



Seguendo il percorso di visita ci si trova immersi in quello che sembra essere un grande mare, accogliente e rassicurante, dove tra le pareti azzurre della sala circolare fluttuano le quattro enormi sculture di Teresa Solar Abboud (Madrid, 1985). Sospese tra storia naturale, ecologia e anatomia le sculture assumono sembianze zoomorfe ispirate a forme di vita preistoriche. Pinne, branchie e becchi di resina liscia e lucida dal design impeccabile emergono da giunture e pori di argilla ruvida, grezza e terrosa. Le grandi sculture della prima mostra personale dell’artista in Italia, Bird Dream Machine,a cura di Irene Calderoni,sono disposte ordinatamente una accanto all’altra e creano un vero ecosistema autonomo caratterizzato da un ritmo e un movimento che richiama la forza centrifuga di un vortice. La mostra rappresenta l’ultimo capitolo di una collaborazione libera e creativa tra istituzioni internazionali con cui la Fondazione negli anni ha tessuto importanti relazioni di dialogo. Si tratta infatti dell’ultimo di tre episodi in collaborazione prima con il CA2M – Centro de Arte Dos de Mayo di Madrid e poi con il MACBA – Museu d’Art Contemporani di Barcelona.


Evenfall, la prima mostra personale istituzionale di Jem Perucchini (Tekeze, 1995) presenta dodici dipinti e un’installazione di piastrelle in ceramica, Tappeto (2025), prodotta appositamente per la mostra. Le pareti viola e la luce soffusa della sala aiutano l’artista nella volontà di insistere sul tema del crepuscolo, esasperando l’uso drammatico della luce che sottolinea i rapporti dicotomici tra giorno e notte, visibile e invisibile, cosciente e inconscio, spirituale e terreno, redenzione e peccato. Perucchini attinge a suggestioni provenienti dalla pittura tardo-gotica italiana, dall’iconografia dell’arte rinascimentale o da affreschi etiopi, invitando silenziosamente lo spettatore a considerare cosa persiste al di fuori dell’immagine rappresentata, concentrandosi su elementi e dettagli a lungo oscurati: un oggetto come una lettera o un gesto delicato come una carezza offrono un’intimità emotiva che portano a reinterpretare spontaneamente i canoni classici occidentali. In un ricco immaginario multiculturale, storia e mito si intrecciano in un insieme di ritratti che riportano in vita figure meno conosciute come Elagabalo, giovane di origine siriana che a soli quattordici anni divenne imperatore di Roma, o Eros e Thanatos, personificazioni dell’amore e della morte nella mitologia greca. La mostra proseguirà a Siviglia, al CAAC – Centro Andaluz de Arte Contemporáneo.




