A poche settimane dalla fine di un’estate all’insegna dell’invito alla scoperta e ri-scoperta della bellezza italiana, inaugura Una boccata d’arte: un nuovo progetto curato da Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua. Un evento pensato già nel 2019 che trova, proprio in questo 2020 e in questi giorni di ritorno ad eventi e mostre, una nuova spinta. Venti artisti sono stati invitati a ideare e realizzare un intervento site specific in altrettanti borghi italiani, uno per regione. Luoghi dalla forte valenza culturale che troppo spesso rimangono esclusi dalle mappe turistiche e per i quali ciascun artista ha realizzato un’opera nel tentativo di rappresentarne le caratteristiche e lo spirito.
Marina Nissim (fondatrice di Fondazione Elpis) e Maurizio Rigillo (Galleria Continua) raccontano il progetto che vede coinvolti artisti diversi per provenienza, generazione e percorso: Antonello Ghezzi, Sabrina Mezzaqui, Matteo Nasini, Ornaghi & Prestinari, Massimo Uberti, Sabrina Melis, Marta Spagnoli, Elena Mazzi, Clarissa Baldassarri, Matteo Fato, Francesco Pozzato, Paolo Brambilla, Claudia Losi, Giovanni Ozzola, Marta De Pascalis e Filippo Vogliazzo, Marinella Senatore, Luca Pozzi, Arcangelo Sassolino, Alice Visentin e infine Bekhbaatar Enkhtur. L’inaugurazione si svolgerà contemporaneamente in tutti i borghi il 12 e 13 settembre e le opere saranno visibili fino all’11 ottobre 2020.
Segue l’intervista con Marina Nissim e Maurizio Rigillo —
GP: Una boccata d’arte è il nuovo progetto curato da Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua che vede il coinvolgimento di 20 artisti e 20 borghi italiani. Com’è nato il progetto e come si svilupperà nelle prossime settimane?
Marina Nissim: La crisi globale che ha recentemente colpito tutto il mondo, mi ha costretto a rimandare un progetto artistico internazionale spingendomi a concepire un’ iniziativa tutta italiana. Avvertivo il bisogno di fare qualcosa, di dare un segnale di ripresa, di ottimismo e incoraggiamento. Sono molto sensibile al tema del sostegno delle nuove generazioni; in generale, mi sono occupata e ho supportato progetti legati all’educazione in Africa e In Italia, cerco di contrastare l’abbandono scolastico, anche mettendo a disposizione borse di studio destinate ad attività di giovani ricercatori. Nell’arte, che è la mia grande passione, mi attivo per dare un’opportunità di visibilità a giovani artisti, che naturalmente abbiano talento, idee, creatività e che mi appaiano innovativi. In particolare, quest’anno, l’arte e il turismo sono stati due settori tra i più penalizzati e per questo con Una boccata d’arte ho voluto contribuire alla ripresa della cultura artistica e del territorio in cui viviamo. Ho tentato, per quanto mi è stato possibile, di riparare qualcosa che si era rotto: la gioia di stare insieme, la partecipazione collettiva alla bellezza e alla cultura, all’aria aperta e in sicurezza.
Abbiamo coinvolto 20 bellissimi borghi italiani, uno per ogni regione e li abbiamo fatti incontrare con 20 artisti di arte contemporanea il cui compito, nel corso dei lunghi sopralluoghi, è stato quello di afferrare la peculiarità del luogo, approfondirne la storia e la tradizione, la geografia e le eccellenze. Da questo attento e laborioso approccio sono nati gli interventi site specific, opere che dialogano con il luogo, lo rappresentano e lo omaggiano.
Il 12 e 13 settembre si svolgeranno in tutti e 20 i borghi, le inaugurazioni delle opere che poi resteranno, per almeno un mese, visibili al pubblico. Poi si vedrà. Se l’iniziativa raccoglierà con favore i nostri sforzi, chissà che non ci sia una seconda edizione…
GP: Galleria Continua è una galleria storica che ha in qualche modo trasformato proprio un piccolo borgo come San Gimignano in un punto di riferimento per il panorama artistico contemporanea internazionale. Com’è nata la vostra collaborazione?
MN: Una boccata d’arte nasce dalla feconda e pluriennale collaborazione con Galleria Continua. Conosco bene Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Lorenzo Fiaschi, ormai carissimi amici. Da principio ho rivolto loro la stessa attenzione che, come collezionista e appassionata, rivolgevo ad altre Gallerie, poi il loro entusiasmo, la loro indiscussa capacità ed esperienza mi hanno conquistata, anche umanamente. In particolare, dopo un bellissimo viaggio a Cuba per visitare la Biennale, nelle tranquille serate a cena insieme è nata l’idea di collaborare anche professionalmente, dando vita a progetti che avessero al centro la mia convinzione: che l’arte è un patrimonio culturale per tutti e, come tale, va condivisa e sostenuta il più possibile. Se si parte da questo presupposto, ecco che progetti come ¿Soy Cuba? nel 2017, Immersione Libera nel 2019 e Una boccata d’arte nel 2020, nascono in armonia e profonda collaborazione.
GP: Tra gli artisti selezionati tanti nomi affermati, ma anche tanti giovani artisti emergenti nel panorama contemporaneo. Com’è avvenuta la selezione?
Maurizio Rigillo: Il progetto è nato durante il periodo del lock down, tra marzo e aprile. La nostra prima reazione è stata quella di confrontarci con gli artisti coi quali già collaboriamo, e che sapevamo avrebbero accolto con entusiasmo un progetto che li avrebbe chiamati a intervenire sul posto, creando opere inserite in quel contesto e in quella storia. Abbiamo cominciato con una piccola base di 4-5 artisti, tra i più affermati della lista, e abbiamo via via ampliato l’elenco mano a mano che si definivano i borghi, cercando un bacino di artisti giovani e giovanissimi, sui quali abbiamo portato avanti una ricerca. Abbiamo posto grande attenzione alle coppie borgo-artista, cercando di avviare dialoghi preziosi per ciascuna delle parti. La lista si avvale soprattutto di artisti anagraficamente molto giovani, così come è l’indirizzo della Fondazione Elpis e dell’attenzione di Marina a sostenere i giovani artisti, fin dai primi progetti organizzati insieme.
GP: Venti artisti per venti borghi con altrettante installazioni site specific in venti regioni. Com’è avvenuta la scelta dei luoghi?
MN: Avevamo deciso di battere percorsi innovativi, fuori dagli schemi precostituiti, che sembrano i più sicuri e di successo. Abbiamo avuto la pretesa di non lavorare con i borghi italiani che tutti conoscono, che sono frequentati, apprezzati e recensiti in qualsiasi guida alle bellezze italiane, bensì di coinvolgere borghi più piccoli, meno noti, e appunto per questo con meraviglie inedite, tutte da scoprire. Selezionare i borghi in Italia è stata un’esperienza incredibile. Una scoperta assoluta. Ne abbiamo scelti 20 ma a centinaia ci hanno mostrato le loro preziose bellezze paesaggistiche e patrimoni storico culturali di straordinaria portata e tradizione artigiane di eccellenza. L’impressione che abbiamo ricavato da questa esperienza è prima di tutto quella di un territorio italiano ricchissimo di bellezza e storia, pieno di luoghi di tranquillità dove la vita sembra scorrere più lenta e la creatività trova un terreno ideale in cui esprimersi.
GP: C’è qualche legame, un fil rouge, che lega gli interventi artistici in programma?
MN: Il legame non è tra un’opera e un’altra ma tra ogni opera e il borgo cui è destinata. Se vogliamo individuare un fil rouge, possiamo dire che tutti gli artisti hanno riflettuto a lungo sulla propria destinazione elaborando poi progetti che aderissero il più possibile al “carattere” che hanno individuato. Hanno quindi dato vita, coralmente, a una mostra diffusa e composita, multidirezionale, e utilizzando diversi media, dalla pittura alla scultura alle installazioni alle performance, dalla fotografia alla musica.
GP: Una boccata d’arte inaugura il 12 e 13 settembre, dopo un’estate all’insegna della riscoperta del nostro territorio, dal mare alla montagna passando proprio per i piccoli borghi protagonisti del progetto. Un contesto per il quale si è parlato di turismo di prossimità nel quale le realtà culturali sono talvolta venute a mancare a causa di chiusure spesso ancora in corso dall’8 marzo, per mancate direttive istituzionali o per l’impossibilità di riaprire in sicurezza. Come si inserisce il progetto in questa situazione?
Abbiamo rispettato tutte le regole e applicato tutta la prudenza che le circostanze richiedevano. L’idea del progetto nasce proprio dall’osservazione della situazione particolare che si era venuta a creare e subito abbiamo avuto l’intuizione che solo lavorando con piccoli borghi diffusi avremmo potuto aggirare le difficoltà e realizzare lo stesso i nostri progetti artistici. Una boccata d’arte è una buona risposta: sembra fatta apposta per stare insieme, godere della bellezza e della cultura, in assoluta sicurezza per gli artisti e per i visitatori. Quasi tutte le opere, infatti, sono in esterni e laddove c’è la necessità di un luogo interno, per esempio per una esposizione di pittura, gli ingressi sono contingentati. Aggiungo che anche da un punto di vista organizzativo e promopubblicitario, abbiamo sviluppato un piano di comunicazione totalmente digitale, affidandoci a web, social network, spot video e radio. Abbiamo così potuto utilizzare lo smart working nel modo più pieno ed efficiente. Un grande affiatamento e un buon coordinamento generale hanno garantito poi la coerenza dell’intera iniziativa.
GP: Come immaginate il futuro di Una boccata d’arte?
MN: Aspettiamo di vedere come si concluderà questa prima edizione e poi si vedrà. Certo, la voglia di continuare c’è e sono certa che l’entusiasmo dei territori non mancherà!
Gli artisti e i borghi —
In Abruzzo nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, in provincia dell’Aquila, gli artisti Antonello Ghezzi (Nadia Antonello, Cittadella, 1985 e Paolo Ghezzi, Bologna, 1980).
In Basilicata nel borgo di Pisticci, in provincia di Matera, l’artista Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964).
In Calabria nel borgo di Soverato, in provincia di Catanzaro, l’artista Matteo Nasini (Roma, 1976).
In Campania nel borgo di Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, gli artisti Ornaghi & Prestinari (Valentina Ornaghi, Milano, 1986 e Claudio Prestinari, Milano, 1984).
In Emilia-Romagna nel borgo di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, l’artista Massimo Uberti (Brescia, 1966).
In Friuli-Venezia Giulia nel borgo di Sutrio, in provincia di Udine, l’artista Sabrina Melis (Milano, 1986).
In Lazio nel borgo di Ronciglione, in provincia di Viterbo, l’artista Marta Spagnoli (Verona, 1994).
In Liguria nel borgo di Cervo, in provincia di Imperia, l’artista Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984).
In Lombardia nel borgo di Castellaro Lagusello, in provincia di Mantova, l’artista Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994).
Nelle Marche nel borgo di Acquaviva Picena, in provincia di Ascoli Piceno, l’artista Matteo Fato (Pescara, 1979).
In Molise nel borgo di Sepino, in provincia di Campobasso, l’artista Francesco Pozzato (Vicenza, 1992).
In Piemonte nel borgo di Orta San Giulio, in provincia di Novara, l’artista Paolo Brambilla (Lecco, 1990).
In Puglia nel borgo di Presicce – Acquarica, in provincia di Lecce, l’artista Claudia Losi (Piacenza, 1971).
In Sardegna nel borgo di San Pantaleo, in provincia di Sassari, l’artista Giovanni Ozzola (Firenze, 1982).
In Sicilia nel borgo di Ferla, in provincia di Siracusa, gli artisti Marta De Pascalis (Roma, 1987) e Filippo Vogliazzo (Milano, 1987).
In Toscana nel borgo di Volterra, in provincia di Pisa, l’artista Marinella Senatore (Cava de’ Tirreni, 1977).
In Trentino-Alto Adige nel borgo di Mezzano, in provincia di Trento, l’artista Luca Pozzi (Milano, 1983).
In Umbria nel borgo di Massa Martana, in provincia di Perugia, l’artista Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967).
In Valle d’Aosta nel borgo di Avise, in provincia di Aosta, l’artista Alice Visentin (Ciriè, 1993).
In Veneto a Borgo Valbelluna, in provincia di Belluno, l’artista Bekhbaatar Enkhtur (Ulaanbaatar, Mongolia, 1994).