Approdata all’edizione 2024, Arte Fiera è ufficialmente la prima fiera italiana a varcare il traguardo dei cinquant’anni di attività. Per celebrare questo risultato, la manifestazione incentra il suo public program sulla rievocazione di importanti tappe della sua storia, a partire dal 1974, anno in cui fu presentata per la prima volta una sezione dedicata all’arte moderna e contemporanea all’interno di quella che all’epoca aveva ancora il nome di Fiera Campionaria. Ciò permetterà di approfondire lo studio della felice stagione degli anni Settanta a Bologna, caratterizzata da un fervido clima di creatività che la fiera stessa ha alimentato. Questa edizione, che vede affiancati il Direttore artistico Simone Menegoi e il Direttore operativo Enea Righi, ospita ben 196 espositori nei padiglioni 25 e 26 del complesso fieristico bolognese. “Sono orgoglioso perché, al di là del passato che ci consente questo traguardo, ci presentiamo all’appuntamento con quella che è senza dubbio la migliore edizione da parecchi anni a questa parte – commenta Simone Menegoi – fa fede la lista delle gallerie, con ritorni eccellenti, e fa fede l’attenzione dei collezionisti”.
La Main Section mantiene la suddivisione ormai abituale tra arte storicizzata e contemporaneo, ove si dipanano anche tre sezioni curate: Pittura XXI, che vede la conferma del critico e curatore indipendente Davide Ferri; Fotografia e immagini in movimento, affidata per la seconda volta a Giangavino Pazzola; Multipli, sotto la guida di Alberto Salvadori. Tra gli stand si dipana anche un Percorso dedicato al disegno, che crea un trait-d’union tra artisti di generazioni differenti. Per quanto riguarda il public program, questa edizione vede riproporsi Opus Novum, l’ormai consueta iniziativa di commissione ad un artista italiano affermato di un’opera inedita. Quest’anno tocca a Luisa Lambri, protagonista di una mostra al Padiglione de l’Esprit Nouveau che espone una serie di fotografie realizzate alla chiesa di Santa Maria Assunta di Riola di Vergato (BO) di Alvar Aalto. Inoltre quest’anno trova compimento anche la commissione del 2023, affidata ad Alberto Garutti: una lapide che riporta il testo Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora trova collocazione permanente in corrispondenza dell’ingresso principale del polo fieristico; la riflessione poetica, offerta a ciascun visitatore, si riverbera da un capo all’altro del mondo, risuonando in altre versioni della stessa opera disseminate in una dozzina di città, da Anversa, a Kaunas, a Tokyo. Quest’anno si rinnova anche la collaborazione con Fondazione Furla, incentrata su un programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva che quest’anno trova esito nell’intervento inedito Tiro al Blanco dell’artista peruviana Daniela Ortiz; una performance partecipativa in cui il pubblico è invitato presso uno stand di tiro a segno a sparare contro i simboli dell’industria bellica e delle sue derive opprimenti. Allo stretto legame con la performance che interessa da sempre la fiera bolognese e ai suoi primi anni sono dedicate due mostre ospitate nei padiglioni: Praticamente nulla da vendere. La performance ad Arte Fiera nel 1976, a cura di Uliana Zanetti, accende i riflettori sulla partecipazione di artisti del calibro di Vincenzo Agnetti, Urs Lüthi, Hermann Nitsch e Franco Vaccari ad una delle primissime edizioni. Numero Zero. Il primo catalogo di Arte Fiera, a cura di Clarissa Ricci, permette invece di interfacciarsi con un documento fondamentale della storia della manifestazione. Oltre al classico e sempre ricco programma di Book talk, è da segnalare anche il progetto BECAUSE di Maurizio Cattelan, frutto della collaborazione tra Arte Fiera e Mutina e concepito da Sarah Cosulich, curatrice di Mutina for Art: un palcoscenico di ceramica della serie Fringe, disegnata da Michael Anastassiades, che ospita il dialogo inaspettato tra due opere dell’artista, vale a dire un gatto nero e un quadro dello stesso colore, su cui campeggiano dei tagli che formano una Z.
Quest’anno cresce anche l’offerta di premi, tra i quali si segnalano: il Premio ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, che riconosce la storia e l’attività di un gallerista affiliato all’associazione (la vincitrice di questa edizione è Lia Rumma); il premio BPER, che finanzia l’acquisizione di opere legate alla valorizzazione di tematiche femminili; il Premio Collezione Righi, finalizzato ad acquisire per le collezioni del MAMbo un’opera esposta ad Arte Fiera; il Premio Colophonarte, rivolto ad artisti under 40 di qualsiasi nazionalità, che offre al vincitore la possibilità di ideare e produrre un libro d’artista con la casa editrice; il Premio Marval Collection, rivolto ad artisti emergenti e mid-career, che offre al vincitore una residenza e l’acquisizione di un’opera in collezione privata; il Premio Officina Arte Ducati, legato al Percorso sul disegno, che destinerà un’opera grafica alla collezione corporate dell’azienda. Torna per la terza edizione anche il Trust per l’Arte Contemporanea, che investirà 30mila euro per acquisire una o più opere d’arte italiana dagli anni ’50 ad oggi.
E già si guarda al futuro: il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha anticipato in conferenza stampa che per la prossima edizione di Arte Fiera saranno messe a disposizione anche alcune importanti location in centro storico, ancora segrete.
ARTE FIERA – Fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea
Bologna, 2-4 febbraio 2024