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Before and After Retrospective – Goran Trbuljak | Villa delle Rose, Bologna

“Come si sente oggi che è diventato famoso” “Io? Famoso? No, non sono famoso! Forse in Croazia sono qualcuno, ma nel resto del mondo non sono certo famoso”. Ancora oggi, dopo mezzo secolo di attività, Goran Trbuljak dubita del proprio status di artista e di uomo. Un’attitudine post-moderna, tutta contemporanea, che ha caratterizzato la sua […]

Goran Trbuljak - Before and After Retrospective - Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini - Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 - Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Goran Trbuljak – Before and After Retrospective – Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini – Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 – Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna

“Come si sente oggi che è diventato famoso” “Io? Famoso? No, non sono famoso! Forse in Croazia sono qualcuno, ma nel resto del mondo non sono certo famoso”.

Ancora oggi, dopo mezzo secolo di attività, Goran Trbuljak dubita del proprio status di artista e di uomo. Un’attitudine post-moderna, tutta contemporanea, che ha caratterizzato la sua arte fin dagli esordi alla fine degli anni Sessanta quando per le strade di Zagabria chiedeva ai passanti, con la perfomance “Referendum”, se fosse un artista o meno.
Da allora, da quelle azioni di strada anonime, sono passati appunto cinquant’anni e Bologna ne celebra il percorso con una retrospettiva, la prima in Italia, che mette in luce la capacità di Trbuljak di precorrere i tempi e la contemporaneità in un luogo come la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia considerata da molti lontano dalle influenze artistiche e culturali che, tra gli anni Sessanta e Settanta, avevano dato vita a movimenti artistici come l’arte concettuale.
Le opere in mostra a Villa delle Rose – tra fotografie, manifesti, frottage e pitture – dimostrano infatti come proprio a cavallo dei due decenni Zagabria fosse un vero e proprio centro culturale, punto di riferimento e di ispirazione per tutti quegli artisti decisi a superare il cosiddetto “modernismo socialista” affermatosi dopo il 1950. Tra questi anche Goran Trbuljak il cui comportamento artistico può essere definito senza alcun dubbio concettuale anche se caratterizzato, a differenza di ciò che stava accadendo nei paesi dell’Europa occidentale, da un’impostazione anti-eroica che pone in discussione l’autorialità dell’artista e l’aura dell’opera d’arte.

Goran Trbuljak - Before and After Retrospective - Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini - Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 - Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Goran Trbuljak – Before and After Retrospective – Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini – Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 – Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Goran Trbuljak, Retrospective, 1981 Screenprint on paper Cm 60 x 85 Courtesy the artist and P420, Bologna Photo credit: Carlo Favero
Goran Trbuljak, Retrospective, 1981 Screenprint on paper Cm 60 x 85 Courtesy the artist and P420, Bologna Photo credit: Carlo Favero

Il primo confronto diretto con uno spazio istituzionale risale al 1971 quando il giovane artista croato viene invitato ad esporre negli spazi dello Student Cultural Center di Zagabria. Sono passati solo un paio d’anni da quelle prime azioni anonime, ma il nome di Trbuljak si è già diffuso in città. E’ la prima volta che Trbuljak si rapporta con uno spazio riconosciuto dalla società come dedito all’arte e lo fa in modo innovativo e irriverente esponendo una sola opera: la locandina della mostra. L’esposizione inaugura una metodologia che può essere definita “mostra-lavoro” con la quale l’artista mette in luce non le opere, ma le proprie riflessioni e che si ripeterà nei dieci anni successivi con “The fact that somebody is given the opportunity to make an exhibition is more important that was is shown at the exhibition” (1973) e “With this exhibition I maintain continuity in my work” (1979).

Essere invitati ad esporre in una galleria o in uno spazio espositivo significa essere riconosciuti artisti dal sistema dell’arte stesso, ma Trbuljak continua a considerarsi un non-artista. Ed ecco allora che la personale alla Galleria del Cavallina di Venezia diventa la mostra della storia della galleria stessa, alle pareti le copertine ingrandite di alcuni cataloghi di artisti affermati che lo hanno preceduto e sull’invito, unico elemento realizzato da Trbuljak, il nome della galleria viene cambiato mentre il nome dell’artista, quello vero, si trasforma nell’informazione principale per il pubblico. E’ la dimostrazione di come l’artista sia capace di appropriarsi e decostruire i metodi istituzionali e curatoriali con la consapevolezza delle contraddizioni del mondo dell’arte.

Goran Trbuljak - Before and After Retrospective - Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini - Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 - Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
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Goran Trbuljak - Before and After Retrospective - Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini - Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 - Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
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Esplorando continuamente le possibilità dell’arte, alla continua riflessione sullo statuto dell’artista e dei luoghi dell’arte, durante gli anni Settanta, Trbuljak affianca quella sui mezzi espressivi e in particolare sulla pittura. Il suo dialogo con il mezzo inizia nel 1969 con “Painting on Glass (Sunday Painting)”: ogni domenica dipinge parte della vetrina di un negozio di materiali artistici in cui è installato un cavalletto fino a ricoprire la tela che vi è esposta dietro e ogni lunedì fotografa il proprietario che pulisce, mettendo così in discussione con umorismo l’impossibilità di dipingere associando l’immagine dell’artista amatoriale a quella dell’artista concettuale anonimo. La ricerca di mezzi alternativi di produzione e rappresentazione continua negli anni Ottanta con la serie “Tamburing” e lavori come “Painted and dropwise from behind” (1984) e “1#(4)a” (1986) con i quali Trbuljak sperimenta nuove tecniche di stesura del colore: dipingendo la tela da dietro o da un foro del vetro che protegge il dipinto, facendo colare la pittura da buchi di diverse dimensioni, combinando alla tradizionale tela materiali come plaxiglass e legno.

Ironia e impossibilità possono essere considerate le parole chiave per osservare e comprendere il lavoro di Trbuljak che, anche in un lavoro fotografico quasi pittorico sull’idea di fallimento come “Artiste en Crise” (1980 -1981), sembra giocare con la propria identità e con lo spettatore. Esemplare in questo senso, e quindi perfetta conclusione della mostra, l’autoritratto fotografico del 1996 con il quale mette in scena l’immagine stereotipata dell’artista dagli occhi grandi, il pennello stretto e la testa fra le nuvole, scomposta e ricombinata a modo suo.

Goran Trbuljak
Before and After Retrospective
A cura di Lorenzo Balbi e Andrea Bellini
26 gennaio – 24 marzo 2019

Goran Trbuljak - Before and After Retrospective - Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini - Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 - Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
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Goran Trbuljak – Before and After Retrospective – Curated by Lorenzo Balbi e / and Andrea Bellini – Installation views at Villa delle Rose, Bologna, 2019 – Foto Giorgio Bianchi | Comune di Bologna
Goran Trbuljak, Self portrait, 1996 b-w photograph Cm 46,5 x 58 Courtesy Collezione Enea Righi Photo credit: Dario Lasagni
Goran Trbuljak, Self portrait, 1996 b-w photograph Cm 46,5 x 58 Courtesy Collezione Enea Righi Photo credit: Dario Lasagni
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