Tonini Editore debutta con Autobiography | Intervista con Valentino Tonini

Autobiography è una collana di libri d’artista pubblicata mensilmente che prende ispirazione dall’omonimo libro di Sol Lewitt. Si tratta di libretti stampati in edizione limitata a 500 esemplari, realizzati tutti quanti nel formato pocket 17x12 cm
11 Febbraio 2022
Autobiography n.1: 2021 © Koo Jeong A for the images and Tonini Editore for the edition
Autobiography n.3: 2022 © Alessandro Pessoli and Tonini Editore

Tonini Editore è una nuova casa editrice italiana a conduzione familiare specializzata in libri d’artista. Questa nuova realtà editoriale ha alle spalle l’esperienza accumulata dai suoi fondatori attraverso il decennale lavoro e impegno per l’Arengario Studio Bibliografico di Gussago (BS) .
La Tonini Editore debutta con “Autobiography”, una la collana di libri d’artista, pubblicata mensilmente e che prende ispirazione dall’omonimo libro di Sol Lewitt. 

Simona Squadrito: Tonini Editore fa il suo ingresso nel panorama editoriale italiano. Fondata a settembre 2021 ha già realizzato cartoline d’artista, poster e merchandising in edizione limitata.   Da poco  ha inaugurato una collana dedicata interamente ai libri d’artista. 
Vorrei iniziare facendomi raccontare la genesi di questo progetto: Perché avete deciso di aprire una casa editrice? Quali sono i legami con lo studio bibliografico l’Arengario? Quali sono le linee identitarie del progetto? Chi lavora in redazione per la realizzazione e l’ideazione dei vostri libri?

Valentino Tonini: Prima di Tonini Editore in realtà è nata, da mio padre, l’idea della collana “Autobiography”.  La casa editrice è venuta di conseguenza, ed è stata per me l’occasione di potermi lanciare in un’avventura parallela rispetto alla collaborazione con l’Arengario. Inizialmente il progetto prevedeva una serie di pubblicazioni realizzate da artisti, che sarebbero però diventate parte della produzione editoriale del nostro studio bibliografico. Solo dopo esserci confrontati diverse volte siamo giunti a pensare alla casa editrice vera e propria, di cui io insieme ad Andrea Bono, la mia compagna, abbiamo preso le redini.
Tonini Editore è il luogo che mi permette di poter unire quelli che sono i miei due grandi campi di interesse: la storia del libro d’artista e tutte le sue declinazioni (cartoline, posters, edizioni), con la pratica curatoriale.
Mi piace pensare infatti alle nostre edizioni come grandi esposizioni virtuali, per le quali si possono incanalare molteplici lavori di diversi artisti. Prendiamo Autobiography ad esempio: l’idea di una collana di libri d’artista con precise caratteristiche scandite, condiziona gli artisti ad adattarsi, stimolando una riflessione approfondita finalizzata allo sviluppo del tema.
Con l’Arengario non ci sono veri e propri legami, infatti tendiamo per scelta a vedere le due cose come progetti separati, seppure siano guidati da elementi della stessa famiglia. Ovviamente capita di condividere stand e spazi alle fiere, diciamo che è un po’ come se fossimo “colleghi”. 
Per quanto riguarda lo sviluppo delle idee, non ci sono ruoli definiti: generalmente quando qualcuno ha un progetto in mente lo condivide e viene discusso da tutti, compresi mia madre e mio fratello. È importante avere un confronto con diverse persone competenti.

Autobiography n.4: 2022 © Jonathan Monk and Tonini Editore
Artists’ Postcards series: 2021 © Bertrand Loubé and Tonini Editore

S.S: Uno degli aspetti che mi ha incuriosito maggiormente è la produzione di cartoline d’artista più vicine alla mail art, ai vecchi inviti per le mostre che al mero merchandising presente in ogni bookshop museale. 
Le cartoline d’artista sono uno dei frutti proibiti del collezionismo, soprattutto quello attento al libro d’artista. Vuoi raccontarmi qualcosa sull’ideazione e realizzazione di questi oggetti?

V.T: Esattamente come dici tu, le nostre cartoline d’artista si avvicinano molto alla mail art e ai vecchi inviti per le mostre. Con Bertrand Loubé abbiamo pensato a tre numeri per questa serie, concependo l’oggetto come “lavoro” e non come merchandaising. Per questo motivo la tiratura è limitata.
L’idea delle cartoline nasce da mia madre in un momento in cui stavamo valutando le possibili declinazioni della nostra produzione. Dopo la collana Autobiography e dopo il poster in serigrafia realizzato da Peter Downsbrough, volevamo pensare ad altri supporti sui quali sperimentare, e così è nata la collaborazione con Bertrand.
Il processo che ci guida alle idee è più o meno sempre il medesimo: confrontandoci con la nostra collezione all’Arengario, possiamo capire quali aspetti hanno segnato lo sviluppo di pratiche come quella del libro d’artista; partendo dalle origini abbiamo più chiaro il modo con cui affrontare i temi oggi.

S.S: Autobiography è la vostra collana di libri d’artista pubblicata mensilmente che prende ispirazione dall’omonimo libro di Sol Lewitt. Si tratta di libretti stampati in edizione limitata a 500 esemplari, realizzati tutti quanti nel formato pocket 17×12 cm e con lo stesso numero di pagine.  Attualmente avete all’attivo quattro pubblicazioni, nello specifico avete realizzato i libri di  Koo Jeong A, Nathalie Du Pasquier, Alessandro Pessoli e Jonathan Monk.
Perché avete optato per una dimensione standard? Perché il tema dell’autobiografia?

V.T: Una delle persone che più di altre ci ha aiutato nella realizzazione del progetto è Michele Lombardelli, che oltre ad essere un ottimo artista, ha, nel suo passato, collaborato per diversi anni con Vanni Scheiwiller. Il formato 17×12 è stato scelto insieme a lui, rifacendoci alle edizioni Scheiwiller della collana “Arte Moderna Italiana”, ideate da Giovanni Scheiwiller per Hoepli già a metà degli anni ‘40. Questo formato che è variato negli anni di pochi millimetri, consente in base alle tecnologie di stampa di avere il massimo sfruttamento del foglio macchina 70×100 cm, riducendo al minimo gli “scarti”.
Il tema dell’autobiografia è un tema per me molto interessante, che stimola curiosità nel lettore e nell’artista che deve affrontarlo. Credo non sia un tema banale, che può essere declinato in migliaia di modi differenti.

Menù d’Artiste n.1: 2021 © Jacopo Benassi and Tonini Editore

S.S: Come hanno declinato il tema dell’autobiografia gli artisti sopra menzionati? Puoi raccontarci qualcosa di più su questi primi quattro libri? 

V.T: Ogni artista ha pensato ad “Autobiography” in maniera molto differente. Koo Jeong A ha interpretato il lavoro attraverso una serie di fotografie, raffiguranti vari lavori che ha realizzato durante la sua carriera artistica: dipinti, installazioni e sculture digitali.
Nathalie Du Pasquier ha utilizzato diversi elementi della sua opera che ha poi ricontestualizzato nel libro. Già dallo “statement” introduttivo si può capire la sua intenzione: “An autobiography. I would like to be light. Mixed memories is what remains. It is materials constantly reused in different ways […]”.
Alessandro Pessoli è partito dal disegno, lavorando su piccoli fogli di carta 18×12 cm che poi abbiamo riprodotto e stampato. Oltre a questo ha voluto evidenziare un ulteriore aspetto della sua pratica: l’importanza della musica riprodotta mentre dipinge o disegna. In Autobiography ha riportato versi o strofe dei brani che ascoltava nel suo studio a Los Angeles durante la realizzazione dei disegni e li ha trascritti a matita.
Jonathan Monk ha lavorato in una direzione molto personale e ironica, illustrando la sua collezione di “Crackers”, il famoso libro di Ed Ruscha, che ammonta a 46 copie. Da anni molti amici e collezionisti a lui vicini si chiedevano il perché di questa sua ricerca, il motivo è per la prima volta nel suo libro.

S.S: Tra le vostre edizioni compare un particolare menu d’artista, quello di Jacopo Benassi.
Di cosa si tratta esattamente? Il “menu” di Benassi è il primo di una serie che siete in procinto di realizzare?

V.T: Il “Menu d’Artiste” realizzato con Jacopo, è il primo di una serie che ci piacerebbe proseguire collaborando anche con altri artisti. L’idea nasce dai Menù delle cene futuriste, che il gruppo di artisti e poeti realizzava in occasione di speciali eventi all’inizio del novecento.  Ho proposto a Jacopo il progetto e subito lui ha pensato ad un piatto unico per una cena.  Le immagini che sono riprodotte fronte – retro, sono state scattate da lui alla sua “creazione” che ha preso poi il nome di ‘”Pantoufles Sauce Roquefort”.  Il foglio formato A4 rappresenta quindi il menù per un pasto a scelta ideato dall’artista, che poi, se vorrà, potrà anche realizzare.

S.S: Che tipo di distribuzione ha la Tonini Editore? Oltre al vostro sito dov’è possibile acquistare i vostri prodotti?

V.T: Attualmente i nostri libri sono disponibili in negozi e rivenditori selezionati personalmente in Europa e Stati Uniti, mentre in Giappone la distribuzione è gestita da Twelvebooks. Stiamo ancora costruendo la nostra rete di contatti; ad ogni modo sul nostro sito sono indicati tutti i punti vendita dove trovare le pubblicazioni.

exhibition view Artissima: 2021 from the left © Koo Jeong A for the images and Tonini Editore for the edition © Nathalie Du Pasquier and Tonini Editore
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