“TOGETHER. Interact – Interplay – Interfere” [CONVIVENZA. Interagire – Giocare – Interferire] a cura di Judith Waldmann riunisce lavori storici e recenti di artisti e collettivi costituendo una riflessione su diversi aspetti dell’essere insieme o della convivenza. La mostra implica anche la partecipazione del pubblico in alcuni dei progetti esposti.
L’opera The poor treatment of migrants today will be our dishonor tomorrow [Il povero trattamento dei migranti di oggi sarà il nostro disonore di domani] (2022) di Tania Bruguera apre la mostra con radicalità. Il manifesto esposto è una versione cartacea di una opera cucita a mano da sopravvissut* e discendent* di deportat* durante la Seconda Guerra Mondiale, ed elaborata dall’artista-attivista in occasione della sua mostra personale al PAC di Milano nel 2022. Le stelle della bandiera dell’Unione Europea sono ormai legate da in un filo spinato. L’opera contribuisce fortemente alla dimensione politica della mostra, concepita come luogo di resistenza.
In mostra un altro filo raffigura la relazione tra generazioni e luoghi di nascita. La fotografia Por um Fio [Su una corda] (1976) della serie “Fotopoemação” [Foto poema azione] (1976-2010) di Anna Maria Maiolino ritrae tre donne ognuna nata in un paese diverso. Seduta con le spalle al muro, l’artista è circondata da sua figlia e da sua madre. Anna Maria Maiolino tiene in bocca due pezzi di corda che le legano tutte e tre mentre fissano la macchina fotografica, cercando ai nostri occhi la complicità di una testimonianza. La durezza della composizione contrasta con la delicatezza del gesto. Fotografata in bianco e nero, l’azione sembra contenere diverse epoche, diverse storie, prolungando in tal modo connessioni potenziali.
Se la nozione di solidarietà è primordiale, le rappresentazioni coinvolte in mostra non idealizzano la convivenza. Al contrario, aspetti più complessi sono esposti come il video della performance di Marina Abramović e Ulay, Relation in Space [Relazione nello spazio] eseguita alla Biennale di Venezia nel 1976. I due artisti nudi camminano l’uno verso l’altro e si superano, scomparendo dal nostro campo visivo. L’azione si ripete. Accumulando lentamente slancio e culminando in un violento scontro, i corpi si sbattono l’uno contro l’altro. L’incontro più intenso tra due esseri è paradossalmente il più violento.
La convivenza è evocata attraverso la musica e il ballo con la serie di performance partecipative Funk Lessons [Lezioni di funk] (1982 – 1984) documentate da un video. Con la volontà di decostruire i pregiudizi, Adrian Piper invita persone bianche a ballare il funk. L’artista sottolinea che le persone bianche tendono ad essenzializzare le qualità e le caratteristiche della danza eseguita dalle persone nere. Per lei è la pratica a favorire l’agio e la fluidità. Il ballo si impara ballando. L’opera evidenzia la fondamentale contribuzione della musica e della danza della classe operaia afroamericana alla musica statunitense.
Con “TOGETHER”, il linguaggio didattico assume forme più frontali come nel caso di We The Enemy [Noi il nemico] (2017), performato da l’artist* grec* Despina Zacharopoulos, una delle opere più incisive. Il testo inizia con la parola “We” [Noi] seguita da un’enumerazione di termini dispregiativi, insulti ed espressioni denigratorie alle persone LGBTQIAP+ come ad esempio “the sodomites, the perverts, the inverts, the faggots” [i sodomiti, i pervertiti, gli invertiti, i froci] per finire con “are and will always be the enemy” [siamo e saremo sempre il nemico]. La forza provocatrice del progetto testimonia della necessaria continuità delle lotte contro l’invisibilizzazione e la violenza delle norme di genere e di orientamento sessuale. L’opera fa parte del SPIT! Manifesto, una serie di performance concepite dal collettivo SPIT! (Sodomites, Perverts, Inverts Together! [Sodomiti, pervertiti, invertiti insieme!]) fondato e animato da Carlos Motta, John Arthur Peetz, e Carlos Maria Romero, ed esposte a Frieze Projects a Londra nel 2017.
La convivenza può anche costituire un’opportunità per sviluppare un pensiero fondato su ecosistemi. Seguendo il ritmo delle quattro stagioni e attivando diversi stati di partecipazione e condivisione, i collettivi Brave New Alps e MAGARI hanno realizzato un orto sperimentale denominato ORTO VOLANTE. L’orto diventa una comunità di insetti, piante, uccelli, e umani con una presenza attiva sulla terrazza della Kunsthaus meranese durante la primavera e l’estate. Il Centro Giovani Tilt, che contribuisce a migliorare le condizioni di vita de* giovan* sul territorio partecipa attivamente al progetto così come orticoltrici e orticoltori. Il progetto fornisce strumenti per vivere l’esperienza della comunità al di là dello specismo.
‘Sei venut* da sol* o con qualcun*?’ o ‘Che immagine ti viene in mente quando pensi alla collettività?’ sono le domande fatte da Hannes Egger al pubblico che tramite la scrittura può partecipare a Questioning Togetherness [Interrogare la convivenza] (2022) un murales nello spazio espositivo. Un altro intervento notevole di Hannes Egger è Ambassadors of Togetherness [Ambasciatori della convivenza] (2022) la messa a disposizione di un biglietto per tornare in compagnia di una persona che potrà visitare gratuitamente la mostra. Il progetto non solo afferma la capacità di integrare la nozione di coesione alla propria metodologia artistica ma implica la partecipazione attiva ed etica dell’istituzione che sfida le solite regole.
Uno dei momenti salienti della mostra avverrà con la riattivazione dell’opera Zehn Suppenrezepte [Dieci ricette di zuppe] di Daniel Spoerri quarant’anni dopo la sua prima realizzazione a Castel Fontana, non lontano da Merano. Le ricette sono presentate in mostra accanto ad elementi d’archivio che ricordano la prima performance, creando una connessione tra diverse temporalità. L’happening che chiuderà la mostra al Merano Arte sarà una festa per una comunità effimera e una celebrazione della prima rappresentazione della performance.
Partecipare e condividere non sono soltanto soluzioni alle difficoltà contemporanee, anzi sono le manifestazioni della condizione umana e del dialogo con altre specie. Le comunità ci insegnano che stare insieme significa proteggere le nostre vulnerabilità e organizzare un futuro etico e desiderabile. Con un programma accurato e ambizioso Merano Arte prosegue la ricerca di legami tra arte e società aprendosi tenacemente alla diversità delle pratiche artistiche e sociali.
TOGETHER. Interact – Interplay – Interfere
Con Adrian Piper, Anna Maria Maiolino, Ari Benjamin Meyers, Bart Heynen, Brave New Alps and MAGARI, Christian Niccoli, Daniel Spoerri, Francis Alÿs, Franz Erhard Walther, Hannes Egger, Isabell Kamp, Jivan Frenster, Karin Schmuck, Marina Abramović and Ulay, melanie bonajo, Norma Jeane, Officinadïdue, Rirkrit Tiravanija, SPIT!, Tania Bruguera, e Yoko Ono
A cura di Judith Waldmann
Kunst Meran Merano Arte
Merano, Italia
25/06/2022 – 25/09/2022