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Thus waves come in pairs | Ocean Space, Venezia

Il Mediterraneo non è semplicemente un mare, è un’entità in cui si incontrano culture, storie, luoghi, ecosistemi. Compreso fra le coste meridionali dell’Europa, settentrionali dell’Africa e occidentali dell’Asia, il Mar Mediterraneo è una pluralità in costante trasformazione e divenire. Ecco che il Mediterraneo diviene il cuore della riflessione del ciclo The Current, a cura di […]

Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Ensemble lunare per mari in rivolta”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.
Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Ensemble lunare per mari in rivolta”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.

Il Mediterraneo non è semplicemente un mare, è un’entità in cui si incontrano culture, storie, luoghi, ecosistemi. Compreso fra le coste meridionali dell’Europa, settentrionali dell’Africa e occidentali dell’Asia, il Mar Mediterraneo è una pluralità in costante trasformazione e divenire. Ecco che il Mediterraneo diviene il cuore della riflessione del ciclo The Current, a cura di Barbara Casavecchia, fellowship curatoriale triennale che  ha reso Ocean Space, sede di TBA21–Academy, spazio di riflessione, studio, analisi e confronto sull’Oceano e l’ambiente.
Sito nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo, a Venezia, Ocean Space ha costruito, grazie a The Current, un percorso – fatto di podcast, camminate, mostre, interventi pubblici – che culmina oggi in Thus waves come in pairs, mostra che pone in dialogo Simone Fattal, Petrit Halilaj e Álvaro Urbano. Il titolo, in italiano Le onde vengono a due a due, è tratto dalla poesia di Etel Adnan Sea and Fog, ed esprime al meglio la necessità di riflettere nella pluralità e nello scambio, come sottolinea anche la pratica curatoriale di Barbara Casavecchia, incentrata su pratiche artistiche situate e conoscenze ecologiche locali. L’idea del “due a due” si esprime non soltanto nella scelta degli artisti – Petrit Halilaj e Álvaro Urbano sono un duo nell’arte e nella vita, così come Simone Fattal ed Etel Adnan, recentemente scomparsa – ma anche nella struttura stessa della chiesa, divisa in due ale dalla presenza di un immenso altare comunicante. 

Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Ensemble lunare per mari in rivolta”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.
Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Ensemble lunare per mari in rivolta”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.

Lunar Ensemble for Uprising Seas (Ensemble lunare per mari in rivolta) è l’installazione che popola l’ala ovest della chiesa, ad opera di Petrit Halilaj e Álvaro Urbano. Un gruppo di sculture in alluminio, leggere, ibride, che sembra galleggiare: ogni scultura è uno strumento musicale e una creatura impossibile da classificare, un mix tra pesce, uccello, anfibio o mammifero. Disposte nello spazio dagli stessi artisti nel corso della performance inaugurale dell’esposizione – Ocean Space si contraddistingue da sempre per un ricco programma pubblico, particolarmente attento alle arti performative – gli strumenti-organismi intonano lo stesso canto, ispirato ad una canzone popolare spagnola intitolata ¡Ay mi pescadito!, in cui un banco di pesciolini va a scuola per imparare a sopravvivere e a coesistere. La canzone riecheggia in ogni singola scultura-strumento – ogni organismo rappresenta uno strumento a fiato, a percussione o a corde, attivabile dal pubblico – in tempi o toni diversi, singolarmente o in gruppo. 
Le sculture sono individui ibridi ma, allo stesso tempo, fanno parte di un ensemble: per far sì che la melodia sia completa, devono suonare insieme, imparando a conoscersi, adattarsi, capirsi, senza confini o pregiudizi. Dal soffitto pende un gigantesco uovo, una vera e propria luna: regolatrice di maree e, al contempo, creatrice di vita. 
La forza generatrice del mare emerge anche nell’ala est della chiesa, con l’installazione di Simone Fattal Sempre il mare, uomo libero, amerai! (dalla poesia L’uomo e il mare di Charles Baudelaire). 

Simone Fattal, “Sempre il mare, uomo libero, amerai!”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Commissionata e prodotta da TBA21–Academy. Foto: gerdastudio.
Simone Fattal, “Sempre il mare, uomo libero, amerai!”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Commissionata e prodotta da TBA21–Academy. Foto: gerdastudio.

Se Petrit Halilaj e Álvaro Urbano propongono un’installazione composta da elementi monocromi, leggeri ed elevati verso il cielo, a simboleggiare un nuovo futuro possibile nella coesistenza di essere umani e natura, l’installazione di Simone Fattal è ancorata a terra, volta alla riflessione sulla storia, il passato coloniale e il mito. Fattal esplora i Mediterranei e ne coglie l’anima. A terra due sculture in ceramica, separate da un mare di lastre dorate, rappresentano Máyya e Ghaylán, coppia di amanti celebrata nella poesia araba classica. Varie sono le versioni della storia, e quella che ricorda Fattal vede protagonista Ghaylán, che inventa la vela osservando il battito d’ali di una libellula. A terra anche delle perle rosa in vetro di Murano con incise delle frasi in lingua franca, parlata un tempo in tutti i porti del Mediterraneo. Un mix di suoni, parole e colori, parte di un’unica storia, di un unico racconto, di un’unica poesia. Sulla nicchia dell’altare uno specchio con inciso γνῶθι σεαυτόν (gnōthi seautón, conosci te stesso). Un monito per imparare dal nostro passato e tratteggiare un nuovo futuro, ibrido, inclusivo e libero. 

Thus waves come in pairs 
A cura di Barbara Casavecchia
Ocean Space 
Chiesa di San Lorenzo, Castello 5069, 30122 Venezia
Fino al 5 novembre 2023 

L’installazione Lunar Ensemble for Uprising Seasè co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Il percorso di ricerca, ispirato da una conversazione tra Etel Adnan e Simone Fattal, è confluito nel volume Thus Waves Come in Pairs. Thinking with the Mediterraneans, pubblicato da Sternberg Press, con contributi di Jumana Emil Abboud, Omar Berrada, Barbara Casavecchia, Pietro Consolandi, Övül Ö. Durmuşoğlu, Petrit Halilaj & Álvaro Urbano, Zayn Joukhadar, Ibrahim Nehme e Giovanna Silva, con prefazione di Markus Reymann.

Simone Fattal, “Sempre il mare, uomo libero, amerai!”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Commissionata e prodotta da TBA21–Academy. Foto: gerdastudio.