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TheNetShow: thecomfortshow | ArTalkers.it e Art Bag – La busta d’artista con sorpresa

Atpdiary, nell’ambito delle iniziative online, segnala il ciclo di mostre intitolato thecomfortshow promosso da ArTalkers.it con il supporto di Art Bag – La busta d’artista con sorpresa. L’idea, nata nell’aprile 2020, prevede il susseguirsi di una serie di progetti curatoriali che coinvolgono il lavoro di artisti internazionali appartenenti a diverse generazioni.Come annuncia lo stesso titolo, […]

Atpdiary, nell’ambito delle iniziative online, segnala il ciclo di mostre intitolato thecomfortshow promosso da ArTalkers.it con il supporto di Art Bag – La busta d’artista con sorpresa. L’idea, nata nell’aprile 2020, prevede il susseguirsi di una serie di progetti curatoriali che coinvolgono il lavoro di artisti internazionali appartenenti a diverse generazioni.
Come annuncia lo stesso titolo, il progetto, nato interamente da collaborazioni virtuali sviluppatesi “di salotto in salotto”, intende dare la possibilità a chiunque di “fruire confortevolmente seduti” di esperienze espositive pensate appositamente per un’ipotetica “comfort-zone domestica”. Il format non solo cerca di ovviare all’odierna impossibilità di apprezzare dal vivo il lavoro degli artisti, ma intende anche sottolineare come la veste virtuale assunta recentemente dalle nostre relazioni possa in qualche modo generare – finalmente – dei risvolti positivi.

La prima mostra del thecomfortshow, visibile dal 10 aprile 2020 al 27 giugno 2020, si intitola Greetings from living(rooms) | Postcards to the future e raccoglie le opere di ventitre artisti: Francesco Arena, Paolo Brenzini, Alessandra Caccia, Francesco Castellani, Loris Cecchini, Vittorio Corsini, Alberto Di Fabio, Chiara Dynys, Elena El Asmar, Giovanni Frangi, Massimo Kaufmann, Vincenzo Marsiglia, Giovanni Ozzola, Francesca Pasquali, Luca Maria Patella, Jasmine Pignatelli, Lamberto Pignot, Giovanni Rizzoli, Milo Sacchi, Paolo Scirpa, Guido Segni, Ivano Sossella ed Emiliano Zucchini. Le differenti forme d’espressione adottate dalle singole personalità coinvolte confluiscono nell’unico “tema della quarantena e del suo superamento”, scelto come punto di partenza per una riflessione sull’attuale condizione umana e sui propositi di cambiamento auspicati per il futuro. Collegandosi sul sito www.thecomfortshow.com è possibile quindi apprezzare ogni singolo lavoro della mostra, concepita emblematicamente come una sorta di realtà domestica suddivisa in quattro rooms.

Elena El Asmar, Baalbek, 2020

Ogni ambiente di questo spazio virtuale è caratterizzato da tematiche ben precise: nella Room 1, il tema del “Contatto” viene ad esempio affrontato dal duo Jasmine Pignatelli e Francesco Castellani con Nessun uomo è un’isola, fotografia inedita ispirata all’omonima poesia di John Donne del 1624, e da Vittorio Corsini con Carezza (2020) – “Avremo le mani piene di carezze” si legge nella testimonianza che l’accompagna. Immaginando di proseguire il percorso nella stanza successiva, è la volta del “Risorgere”, concetto approfondito, tra gli altri, da Emiliano Zucchini con Green on Void (2020) – “Il verde riassapora silenzi e spazi. Il vuoto come grembo di vita” – da Elena El Asmar con l’acquerello inedito Baalbek (2020) e da Giovanni Frangi con Suite 27 marzo (2020).
La terza Room è quella dell’“Altrove”: lavori del passato, come Progetto d’intervento n. 241 del 1992 di Paolo Scirpa, si affiancano a inediti come State of matter (2020) di Alberto Di Fabio e Dissipatio H.G. (2020) di Massimo Kaufmann.
La quarta e ultima stanza è quella della “Resilienza”: anche in questo caso lavori del passato, come Vita (Life) di Alessandra Caccia – una serie di fotografie realizzata tra il 2006 e il 2018 – si affiancano a opere più recenti, come Didattica telefonica in atto (2020) di Luca Maria Patella e Figura antivirus (2020) di Lamberto Pignotti – “Cristo antivirale” che segna il passaggio dall’“era anti virus (aV) all’era dopo virus (dV)”.

Alberto Di Fabio, State of Matter, 2020

thecomfortshow costituisce così un’ulteriore opportunità per guardare al contemporaneo, e ai fatti che lo caratterizzano, da molteplici punti di vista. Rimanendo comodamente a casa, il format di ArTalkers e Art Bag – La busta d’artista con sorpresa consente di proiettarsi in uno spazio altro, annullando i confini della propria abitazione e mantenendo attiva la connessione con l’arte. In fondo è proprio questo il messaggio fondamentale che intende trasmettere il progetto: nella difficoltà della sua accettazione e gestione, il periodo di restrizioni ci ha tuttavia insegnato (forse) a sfruttare correttamente internet e il suo potenziale. Strumento ambiguo e spesso soggetto a numerose critiche, il web ha cominciato a incubare proposte e progetti originali e meritevoli di attenzione, amplificando la condivisione e lo scambio di idee e incrementando la crescita costruttiva della comunità digitale.
Nel ventaglio delle differenti offerte, le iniziative sull’arte contemporanea sembrano finalmente occupare una posizione di rilievo, anche se ci si augura che tale spinta propulsiva continui la sua attività anche dopo questo periodo di restrizioni, soprattutto in tema di giovani. “La virtualità, spesso accusata di oscurare il lato umano – come si legge nel comunicato sul thecomfortshow – si fa […] indispensabile strumento di resistenza”, e contribuisce a farci sentire più uniti e meno distanti: è questo quello che dovrebbe fare un dispositivo creato dallo stesso essere umano, ed è in questo senso che tutti i dispositivi dovrebbero essere usati. Anche in futuro.

thecomfortshow
Greetings from living(rooms) | Postcards to the future
ArTalkers.it e Art Bag – La busta d’artista con sorpresa
www.thecomfortshow.com

Emiliano Zucchini, Green on Void, 2020