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I corpi alternativi di TARWUK alla Collezione Maramotti, Reggio Emilia

In un mondo nel quale è sempre più difficile distinguere il vero dal falso, il reale dal virtuale, TARWUK porta in superficie le connessioni e i materiali più intimi e profondi. Tra fake news, realtà virtuale e immagini digitali, iperconnettività...

TARWUK Immagine guida della mostra creata dagli artisti / Exhibition image created by the artists © TARWUK
TARWUK KLOSKLAS_74HRz.kkot 2021 argilla resinosa, acciaio dolce, schiuma di poliuretano, fil di ferro, legno, spago, plastica, acrilico, protesi dentaria, gesso 2021 220 x 120 x 85 cm Ph. Dario Lasagni © TARWUK

In un mondo nel quale è sempre più difficile distinguere il vero dal falso, il reale dal virtuale, TARWUK porta in superficie le connessioni e i materiali più intimi e profondi. Tra fake news, realtà virtuale e immagini digitali, iperconnettività e ipersocialità, il Sé inteso come individuo sembra perdere i propri confini. Come possiamo immaginarci singoli nella società contemporanea? È ancora possibile guardarsi senza considerarsi parte di un tutto? 

Sembra porsi queste domande Tužni Rudar l’imponente scultura concepita da TARWUK come opera iniziale della mostra Ante mare et terras in corso nella Pattern Room della Collezione Maramotti. La figura alta oltre due metri, posta davanti ad uno specchio, volge le spalle al pubblico per concentrarsi sull’osservazione di se stessa, della sua carne, composta da materiali organici come argilla e caffè, ma anche artificiali come la schiuma di poliuretano e fil di ferro. Il suo corpo appare in una fase di trasformazione cristallizzata nel tempo. Dalla sua pelle, in parte già mutata e in parte in fase di decomposizione, emergono hardware, materiali di scarto ormai parte del suo corpo. Il suo riflesso è contemporaneamente la celebrazione del Sé e la sua morte. Come i fiori lanciati sul palco alla fine di uno spettacolo, le rose sparse ai piedi della statua sono omaggio e saluto di congedo. La dissociazione del Sé, l’abbondando dell’idea di individuo come singolo è inevitabile. Lo stesso TARWUK è un duo (Bruno Pogačnik Tremow e Ivana Vukšić) che diventa uno. I due artisti croati con base a New York, coppia nella vita e nel lavoro alla Collezione Maramotti per la loro prima personale italiana, sfidano i meccanismi della società proponendo possibili alternative che trovano le loro origini nella cultura pagana e nei suoi riti. In una resa estetica a cavallo tra cyber punk ed espressionismo, i corpi proposti da TARWUK sembrano larve che emergono dal terreno, parassiti che si adattano all’ambiente circostante per trarne vantaggio.

TARWUK KLOSKLAS_črgNAWSS.143 2019 argilla resinosa, acciaio dolce, schiuma di poliuretano, cuoio riciclato, vetro, fil di ferro, legno, filo di rame, penny di rame, filo, pelle di coyote riciclata, acrilico, caffè, fiori essiccati, ramo
190 x 80 x 50 cm (dimensioni variabili) Ph. Dario Lasagni © TARWUK
TARWUK Tužni Rudar 2018 argilla resinosa, acciaio dolce, schiuma di poliuretano, fil di ferro, filo, pelle di coyote riciclata, acrilico, caffè, denti umani, protesi dentaria, reliquie dalla BQE (Brooklyn-Queens Expressway), sale, fiori essiccati, cavo d’acciaio 220 x 245 x 170 cm (dimensioni variabili) particolare Ph. Dario Lasagni © TARWUK
TARWUK Ante mare et terras veduta di mostra Collezione Maramotti, Reggio Emilia Ph. Dario Lasagni

Le altre tre sculture allestite appaiono come stati di mutazione dell’opera iniziale Tužni Ruda, parti di un processo di trasformazione alla fine del quale il Sé non può che fare i conti che con la propria morte – l’ultima delle quattro sculture, composta da una statua e da una struttura sulla quale sono posizionati la riproduzione di una sedia e di quello che appare come un libro sacro, sembra portare inevitabilmente all’immagine della pena di morte.
Le opere realizzate da TARWUK figure dalle sembianze umane, esseri mutaforma, creature fanta-futuristiche – simili a quelle di film come Alien o Predator, ma allo stesso tempo vicine alla statuaria classica – sopravvissute a guerre e distruzione, pronte ad abitare il futuro distopico della contemporaneità. I loro corpi sono costituiti da materiali di scarto, per lo più provenienti da cantieri edili e apparati tecnologici, e la loro pelle, come carne bruciata, appare sempre pronta al cambiamento.
I suoi confini non sono delineati, le parti del corpo appaiono talvolta incomplete o irriconoscibili, sempre pronte a fondersi proprio come nei disegni realizzati nel 2020 e allestiti all’ingresso della Collezione nei quali la materia grezza lascia spazio all’acquarello. Il risultato è una dimensione onirica nella quale convergono simbolismo e secessionismo, in cui morte e bellezza, decadenza e decorazione, coesistono in un momento di sospensione.

TARWUK KLOSKLAS_74HRz.kkot 2021 argilla resinosa, acciaio dolce, schiuma di poliuretano, fil di ferro, legno, spago, plastica, acrilico, protesi dentaria, gesso
2021 220 x 120 x 85 cm particolare Ph. Dario Lasagni © TARWUK
TARWUK Ante mare et terras veduta di mostra Collezione Maramotti, Reggio Emilia Ph. Dario Lasagni
TARWUK KLOSKLAS_74HRz.kkot 2021 argilla resinosa, acciaio dolce, schiuma di poliuretano, fil di ferro, legno, spago, plastica, acrilico, protesi dentaria, gesso
2021 220 x 120 x 85 cm particolare Ph. Dario Lasagni © TARWUK