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Tagli. Tra Milano e Stromboli | Intervista al team

“Tagli è una prospettiva. Crediamo che i processi artistici siano sotto gli occhi di tutti, in ogni momento”. Con queste parole viene presentato Tagli, progetto di residenza artistica a cavallo tra Milano e Stromboli. In due periodi – dal 19 luglio al 2 agosto e dal 23 agosto al 6 settembre – i 18 artisti […]

Artisti in residenza – TAGLI, 2021

Tagli è una prospettiva. Crediamo che i processi artistici siano sotto gli occhi di tutti, in ogni momento”. Con queste parole viene presentato Tagli, progetto di residenza artistica a cavallo tra Milano e Stromboli. In due periodi – dal 19 luglio al 2 agosto e dal 23 agosto al 6 settembre – i 18 artisti selezionati vivranno in due abitazioni nell’isola di Stromboli, per riflettere su un tema complesso e vastissimo, il tempo. L’obiettivo primario è quello di intrecciare delle relazioni, delle connessioni tra persone e luoghi, non considerando solamente l’opera finita ma l’intero processo creativo che ha portato alla sua realizzazione. L’isola diviene il punto di partenza di una ricerca che proseguirà in autunno, a Milano: il team ha deciso di rispondere a qualche domanda per raccontare il concept e gli obiettivi del progetto, anticipando qualche curiosità sulle residenze estive in programma. 

Veronica Pillon: Tagli è il nome del vostro progetto di residenza artistica tra Milano e Stromboli. Nella vostra pagina Instagram ponete la domanda “Che cosa vuol dire fare un taglio?”. Vi chiedo quindi cosa significhi per voi “fare un taglio” e da cosa/dove nasca l’idea del progetto.

Team Tagli: L’idea nasce dai mesi di quarantena. Abbiamo messo nero su bianco alcune delle problematiche che abbiamo riconosciuto nell’ambiente delle produzioni artistiche milanese, e abbiamo sentito la necessità di lavorare con gli artisti, facendo si che la loro connessione con l’ambiente che frequentano, i luoghi che vivono – fondamentali per il loro lavoro – vengano raccontati come parte integrante dell’opera e non solo come parte di un processo creativo che finisce nel momento stesso in cui nasce l’opera. Un modo per ribadire che abbiamo bisogno gli uni degli altri. Di qui in poi tutto quello che si è costruito è la risposta a questa ricerca che viene dall’esterno.
Che cosa vuol dire fare un taglio? Può significare tante cose: un taglio può essere vissuto come un distacco personale, un cambiamento di routine, di vita, uno strappo nell’abitudine, insomma tutto quello che ti permette di guardare un po’ oltre il limite di quello che vedi ogni giorno. Noi abbiamo scelto questo punto di osservazione proprio per il suo essere declinabile in ogni esperienza e in ogni contesto: vogliamo raccontare le cose per come succedono. La prima volta che abbiamo parlato di Tagli l’abbiamo fatto attraverso le risposte degli artisti, di coloro che le cose le fanno succedere davvero, nel quotidiano.
Fare un taglio è un atto trasformativo. Ognuno poi lo fa nel modo che ritiene più adatto. Fare un taglio è non scegliere l’indifferenza, trovare la curiosità per muoversi anche quando ci è difficile.
Per noi significa mostrare quello che si muove sotto la superficie del prodotto artistico. L’opera è l’output, noi ci concentriamo sulla pratica che viene prima. 
Crediamo che l’accesso all’arte e alla sua pratica debba essere libero dalle barriere culturali di oggi e crediamo che la pratica artistica sia un elemento chiave per creare un contesto di opportunità equo.
La trasformazione che facciamo noi si vedrà solo col giusto tempo.

Elisa Melodia – Antonio Morra
Cult of Magic
Orchestra Futuro

VP: Dal 19 luglio al 2 agosto e dal 23 agosto al 6 settembre si svolgeranno i due periodi di residenza a Stromboli. Vivere questa esperienza per gli artisti sarà sicuramente stimolante. Come avete impostato le residenze? 

Team Tagli: Le residenze nascono per creare valore condiviso tra Tagli, gli artisti e il territorio. L’isola è importante per lasciare che i processi non vengano intaccati dalla bulimia di stimoli cittadina. La presenza del vulcano porta con sé diverse domande, che impongono già una ricerca. Noi porteremo gli artisti a parlare e scambiare pratiche con le persone che vivono là tutto l’anno. I dialoghi saranno di azioni, suoni, parole, di orari scomodi e luoghi dolci.
Soprattutto in questi lasciamo a ogni interazione la sua naturale forma d’espressione perché ogni creazione vive nel contesto che la ospita. 
Speriamo che queste due settimane siano un momento di commistione oltre che di creazione. Abbiamo scelto artisti che si occupano di diverse discipline e proporremo loro di condividere e ascoltare scommettendo sul fatto che l’arte – o l’ispirazione – sia di fatto una pratica. Noi in tutto ciò avremo un ruolo da mediatori: cercheremo di facilitare e veicolare il rapporto con l’isola e il rapporto tra gli artisti in residenza, senza snaturare le dinamiche che nasceranno dai vari incontri. 
Vorremmo cercare un dialogo sul proprio metodo di lavoro, sulla propria routine. Vorremmo che anche gli artisti riuscissero a raccontare la propria pratica, tra di loro in primis, e al pubblico: al termine della residenza faremo una giornata di open house, in cui tramite installazioni, performance, showcase, emergerà un pezzo della loro ricerca e del loro lavoro. 
Non ci interessa che l’artista porti un prodotto finito, ci interessa che muova un passo nella (propria?) ricerca, e che riesca a rappresentarlo nei due giorni di open house che ci saranno alla fine.
Ci interessa che questo passo si riverberi sul luogo (le persone) in cui avviene, e sui luoghi in cui porterà.

VP: La prima residenza è più legata a forme espressive come musica, danza, performance. La seconda invece è più focalizzata sulle arti visive. Perché questa divisione?

Team Tagli: In realtà non è una divisione fatta a tavolino ma è una scelta dovuta all’ascolto. Abbiamo suddiviso le candidature nei due periodi a seconda delle preferenze che venivano espresse dagli artisti stessi: in seguito alla selezione, la conformazione dei gruppi è risultata chiara, senza il bisogno che noi forzassimo in una direzione più che in un’altra.

VP: Ogni edizione di residenza prevede la partecipazione di 9 artisti. Il bando era aperto a qualsiasi artista, indipendentemente dal mezzo d’espressione scelto. Per la selezione degli artisti, che criterio avete adottato?

Team Tagli: Noi non siamo curatori, quindi abbiamo scelto di scegliere assieme. Come accennavamo prima, siamo partiti prima di tutto dalle disponibilità di ognuno, e si è venuta a delineare una preponderanza di artisti performativi su luglio e di artisti visivi su agosto. Una volta capito questo, abbiamo cercato di comprendere i progetti pensando a come avrebbero potuto dialogare tra loro, una volta arrivati sull’isola: per questo l’ultima parte di selezione è stata molto difficile. Da oltre 170 candidature che ci sono arrivate, siamo arrivati a una shortlist di 30 persone, che abbiamo voluto incontrare dal vivo e conoscere. Solo dopo abbiamo creato i due gruppi – per un totale di 18 partecipanti – scommettendo sul fatto che le ricerche dei singoli potessero in qualche modo dialogare. Originariamente dovevano essere 12, ma selezionarne di meno ci sembrava andare contro il nostro scopo. Al primo posto rimane il racconto e la condivisione di pratica e da questo viene tutto il resto.

VP: La particolarità della residenza è legata anche alle abitazioni, due case a pochi passi l’una dall’altra. Volete favorire una ricerca collettiva, al di là del lavoro prodotto individualmente dal singolo artista? Che legame si crea con il territorio e i suoi abitanti?
Team Tagli: Ogni artista potrà seguire la ricerca nel modo che desidera, noi creiamo le condizioni per una ricerca collettiva (o condivisa?), poi sarà quello che accade lì a indicare la via. Sicuramente favoriremo un lavoro collettivo nel contatto con l’isola e con i suoi abitanti, dove verrà naturale accompagnarsi un po’ a vicenda.
Vogliamo favorire la ricerca personale e creare le condizioni perché si creino nuovi stimoli creativi: crediamo che sia improbabile – per non dire inevitabile in qualche modo – che la ricerca personale non sia influenzata da un dialogo collettivo in atto. Sarebbe interessante vedere in alcuni casi delle contaminazioni artistiche tra i partecipanti, ma starà a loro. Potrebbe anche succedere che nessuno si trovi e ognuno prosegua per la sua strada.

Maria Combi
Sara Loreni – Lorenzo Saini

VP: Il tema che avete individuato è molto ampio e rischioso: il tempo. Perché questa scelta?

Team Tagli: Il tempo è una delle prime cose su cui ci è venuto naturale riflettere fin dalla fase embrionale del progetto: soprattutto dopo l’ultimo anno, era inevitabile portare la riflessione su questo tema essendo un filo rosso che connette in una matassa disordinata tutti i tessuti che si intrecceranno quest’estate. 
“Non guardare il tempo che passa, mangialo.” Abbiamo scelto questa citazione come se fosse un invito a non essere passivi rispetto al tempo che abbiamo a disposizione, ma di piegarlo e farlo fiorire, svelarlo, come se fossimo quasi degli “artigiani”. 
La seconda ragione della scelta è più banale: volevamo che ci fosse un filo conduttore che facesse sia da veicolo di discussione per gli artisti, sia da cappello all’open house: il tempo è un tema così ampio e articolato che è difficile che un artista non trovi una qualche connessione con il proprio lavoro, qualsiasi esso sia.
Si parla infatti di dilatazione, di costrizione, di ambiente, di percezione, di ritmo, le ricerche e i processi passano attraverso queste dinamiche. Vogliamo che ognuno sia libero di raccontarne il pezzo che ritiene necessario.

VP: Avete ribadito che siete interessati più alla processualità che non all’esito o alla creazione di un’opera ‘finita’. Come pensate di documentare e comunicare l’esperienza dei vari artisti?

Team Tagli: Non abbiamo una risposta definitiva: sicuramente ci saranno videomaker che saranno invitati alla residenza e riprenderanno le dinamiche di creazione del gruppo, dando un proprio taglio interpretativo al racconto, producendo poi un documentario. Questa è la prima di tante iterazioni. Poi ci saranno i canali social, che svolgeranno un ruolo importante nella narrazione. 
Ci saranno sicuramente le opere, che di per sé saranno documentazione fisica di quello che è successo sull’isola. Per il resto crediamo che ci sarà una documentazione personale, sia da parte nostra che degli artisti stessi: appunti, scarabocchi, sketch, fotografie, prove di colore. Sarebbe bello che tutto quello che rappresenti il vissuto venga conservato come parte integrante del racconto.

VP: C’è un legame tra il progetto a Stromboli e quello che svilupperete a Milano? Ci volete accennare a cosa lavorerete in autunno a Milano?

Team Tagli: Per il momento non abbiamo ancora degli appuntamenti fissati a Milano, è una cosa su cui stiamo lavorando in questi mesi. L’idea è quella di raccontare il tessuto artistico cittadino, focalizzandosi sul processo creativo: cosa succede prima che un’opera d’arte o una canzone sia esposta in una mostra, o caricata su Spotify? Quali sono le dinamiche e i processi che si attivano nel momento di creazione? Porteremo avanti la nostra narrativa provando a declinare queste domande in contesti diversi. Lo faremo attraverso exhibitions, showcase, e performance, ma anche tramite momenti di documentazione specifica in cui seguiremo più da vicino alcuni artisti, per poter raccontare le loro pratiche nel quotidiano in una narrazione ibrida. Con talk, showcase e piccoli workshop offriremo i contatti più intimi con il pubblico. Il legame esiste a livello di ricerca: a Stromboli introdurremo una domanda, e vedremo con il passare del tempo tantissime declinazioni diverse della risposta.In realtà il progetto è sempre lo stesso, mantiene i modi e cambia solo il luogo; crediamo che “la nostra casa sia dove sono i nostri piedi” in qualche modo. Stromboli distoglie dalla bulimia di stimoli della città.  Crediamo che i legami creati li e la potenzialità degli stessi sia ciò che permetterà di lavorare sulla città allo stesso modo senza essere trascinati dal marasma di correnti che passa per le vie di Milano. Così come a Stromboli mettiamo in contatto artisti e persone del luogo, a Milano mostreremo le influenze sugli artisti date dagli incontri, dai riti quotidiani, dalle persone e dal luoghi anche non connessi al mondo artistico.

Che cosa vuol dire fare un taglio? Tutte le risposte saranno giuste.

Pietro Lazzaris
Matilde Sambo

RESIDENZE — TAGLI

19 Luglio – 2 agosto

– Cult of Magic (Francesco Sacco e Giada Vailati)
– Orchestra Futuro (Marcello Newman e Federico Antonini)
– Sara Loreni
– Maria Combi
– Lorenzo Saini
– Elisa Melodia
– Antonio Morra

23 agosto – 6 settembre 

– Beatrice della Casa
– Scandebergs (Stefano Colombini e Alberto Albanese)
– Nina Salsotto Cassina
– Pietro Lazzaris
– Francesco Ameglio
– Emanuele Caprioli
– Adelisa Selimbasic
– Matilde Sambo
– Ludovico Orombelli

Adelisa Selimbasic – Francesco Ameglio
Emanuele Caprioli
Scandebergs
Nina Salsotto Cassina – Beatrice Della Casa
Ludovico Orombelli