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Un Supercontinente che si avvera | Festival Drodesera

“Quando ci siamo accorti che facevamo parte del paesaggio, nel saltare i recinti, ci siamo ritrovati a percorrere una mappa come linea continua tra il fuori e il dentro, abbiamo assegnato toponimi come in una carte de tendre* per definire passioni, paure, desideri segreti e nature.” Con queste parole evocative, dalla preview di SUPERCONTINENT², si […]

Curon Graun - OHT - Fies - ph. Roberta Segata per Centrale Fies
Curon Graun – OHT – Fies – ph. Roberta Segata per Centrale Fies

“Quando ci siamo accorti che facevamo parte del paesaggio, nel saltare i recinti, ci siamo ritrovati a percorrere una mappa come linea continua tra il fuori e il dentro, abbiamo assegnato toponimi come in una carte de tendre* per definire passioni, paure, desideri segreti e nature.” Con queste parole evocative, dalla preview di SUPERCONTINENT², si è immediatamente immersi nel concept della XXXVIII edizione del festival di arti performative Drodesera, che si svolgerà dal 20 al 28 luglio 2018 nella cornice della bellissima Centrale idroelettrica di Fies, a Dro (Tn).

Pensato come un vero e proprio sequel dell’edizione 2017 dalla direttrice artistica di Centrale Fies Barbara Boninsegna con il co-curatore Filippo Andreatta, il festival affronterà tematiche importanti legate al paesaggio e alla nascita di una nuova e attuale Pangea in cui l’uomo vive (e vivrà), un “supercontinente” generato sia dai movimenti geologici della terra che dalle tratte migratorie dell’uomo oltre che, nell’intenzione di Centrale Fies, dall’intrecciarsi delle discipline e delle arti tra loro. Il focus attorno a cui ruota la programmazione di Drodesera 2018 problematizza, attraverso i linguaggi della performance e delle performing arts, la domanda: che cos’è un paesaggio? Come cambia il modo in cui noi oggi lo viviamo e lo vivremo nel futuro?

“Ci sono importanti novità in quest’edizione e alcune costanti”, spiega Barbara Boninsegna, “ed è stato naturale proseguire i temi dell’edizione passata”. La preview del 12 giugno, con un anticipo di quasi un mese e mezzo sul festival vero e proprio, e con la messa in scena dello spettacolo Curon/Graun di OHT, racconta una centrale che vive e che vorrebbe essere un luogo di residenze artistiche e spettacoli, sempre aperto al pubblico durante l’anno.
Il teatro musicale di OHT, che ha visto la partecipazione dell’ ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER di Bolzano e Trento per la prima volta in centrale, esprime un rapporto ambiguo con il paesaggio, ritraendo il piccolo paese affogato di Curon, attraverso il suono della sua emblematica campana e lo stile tintinnabuli di Arvo Pärt. Lo spettacolo propone una narrazione rallentata, per riavvicinare il teatro alla sua radice più profonda, quella di comunicare attraverso l’immobilità e il silenzio, introducendo a molti dei temi che il festival affronterà a luglio.

Conferenza stampa - Claudio Martinelli, Vittorio Fravezzi, Dino Sommadossi, Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta_ph. Roberta Segata per Centrale Fies
Conferenza stampa – Claudio Martinelli, Vittorio Fravezzi, Dino Sommadossi, Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta_ph. Roberta Segata per Centrale Fies

Si continua poi il 29 giugno, con la performance Il giro del Mondo con partenza da fermo (Movimento con passo falso) di Giovanni Morbin (Valdagno, 1956) e l’inaugurazione della mostra antologica, curata da Denis Isaia e dedicata all’artista, che ripropone alcune fra le sue azioni più note e prende spunto da un nucleo di opere pressoché inedito degli anni ’70 e ’80 fino a giungere alle prove più recenti. La mostra sarà anticipata dalla performance Concerto a Perdifiato.
Nell’ambito del percorso di valorizzazione e storicizzazione della performance, Centrale Fies dedica un approfondimento a Giovanni Morbin per raccontare una complessa vicenda di elaborazione delle arti performative, che ha al centro il corpo e il comportamento, e uno dei padri fondatori di questa pratica in Italia.

Dal 20 al 22 luglio, il festival apre con LIVE WORKS_ Performance Act Awards VOL. 6, che diventa sempre più centrale rispetto a Drodesera e non si configura più come un premio ma una vera e propria piattaforma: “Sono arrivate 422 application da tutto il mondo e sono stati scelti 12 artisti per 3 giornate di presentazione dei lavori” commenta Barbara Boninsegna che, con Daniel Blanga Gubbay e Simone Frangi, ha selezionato i vincitori. Si tratta di un bando aperto ad azioni performative emergenti di diversa natura, la cui produzione avverrà in residenza a Centrale Fies dal 7 luglio, intrecciando diverse tipologie di curatela, dallo sviluppo tecnico all’elaborazione teorica attraverso una Free School of Performance, con l’obiettivo di accompagnare la produzione dei 12.

Cosmesi - Un disco - Courtesy l'artista
Cosmesi – Un disco – Courtesy l’artista

“Nel corso delle diverse edizioni” spiega la direttrice artistica, “si è alzata la qualità delle proposte e ognuno avrà la possibilità di reinvestire i 1500 € che la centrale mette a disposizione per la produzione dell’opera, di vivere per dieci giorni in residenza e poter usufruire di altri dieci giorni di residenza successivi al festival. La giuria del premio” sottolinea ancora Barbara “è stata trasformata in guest board, perché si ritiene fondamentale far sì che i curatori ospiti possano mettere in movimento energie e il premio possa formare un network per confrontarci (noi di Centrale Fies) e loro, per sviluppare il progetto performativo”.

Paesaggio umano e paesaggio naturale sono i temi sfiorati dalla programmazione di SUPERCONTINENT² che vede presenti 5 prime nazionali, tra cui Germinal di L’Amicale de Production in cui i performer vivranno il palcoscenico tentando di creare un ecosistema, un mondo, costruendo e decostruendo la storia delle scienze, delle tecnologie e delle strutture sociali in modi sperimentali; e che segna il ritorno, dopo la passata edizione, del coreografo e artista visivo austriaco Philipp Gehmacher con My shapes, your words, their grey. In programma anche artisti italiani e internazionali che nel corso dell’anno hanno sviluppato i loro lavori in residenza artistica a Fies: Marco D’Agostin con Avalanche e Sotterraneo con Overload. Sono presenti anche due artisti, Urok Shirhan con la performance Empty Orchestra e Jacopo Jenna con If, If, If, Then (in prima nazionale): vincitori entrambi di due precedenti edizioni di Live Works.

Parallelamente e non secondariamente, la sezione Talkin’ about che porterà il pubblico, ogni pomeriggio alle 17.30, nello spazio de “Le terme” per una sessione di discussione e presentazione teorica interdisciplinare: dall’intervento live di Ruali, Di Croce e Trifilò sul “paese nero”, al docente universitario Ugo Morelli, ad Emanuele Coccia, giovane filosofo e professore associato a Parigi che parlerà, a partire dal suo libro La vita delle piante, di un mondo inteso come “atmosfera”, come rete di relazioni tra gli esseri, secondo un’interazione in cui “tutte le specie sono la stessa vita supercontinentale divisa e riunita nel sesso e nell’alimentazione”, per concludersi infine con l’artista Filippo Minelli e il suo intervento sul paesaggio.

Germinal - Amicale de Production - Courtesy l'artista
Germinal – Amicale de Production – Courtesy l’artista

Ancora, una sezione chiamata Film session in cui si darà vita a un cinema gratuito e aperto a tutti, nel parco della centrale, dove in loop, dalle 20 alle 24 ogni sera, saranno proiettati film sperimentali di autori come Werner Herzog con Apocalisse nel Deserto e Jordi Colomer, artista che ha rappresentato nel 2017 la Spagna alla Biennale di Venezia. Lo spazio della “forgia” è invece dedicato alla Club session: alla musica live e alle performance musicali in una sorta di “club gestito dagli artisti”.
Tra i nomi da segnalare nella programmazione delle performance: Tiago Rodrigues con By heart, che porterà un lavoro sulla memoria e sull’educazione, facendo imparare e recitare in pubblico ai dieci spettatori coinvolti nel lavoro, un sonetto di Skakespeare. L’Empty Orchestra di Urok Shirhan che porta un progetto performativo iniziato in residenza Live Works l’anno scorso, ora concluso, e Dewey Dell con l’opera I am within.

Una costante del festival, che Barbara Boninsegna specifica, è la ricerca di forme alternative di linguaggi, il costante tentativo di non abbandonare gli artisti, di seguire e conoscere nuovi nomi ma anche ritrovare “vecchi amici”, performer che ritornano e a cui si dà la possibilità di produrre e mostrare al pubblico la propria ricerca: questo ritrovarsi, sottolinea, è un valore aggiunto e permette di creare quel rapporto di confidenziale attesa che si è evoluto nel tempo e che ha permesso al pubblico di crescere.
Si torna a ragionare sulla “forma festival”, in SUPERCONTINENT² che, in quanto “festival” è festa, eccezione alla regola, occasionalità (nella sua etimologia), e allo stesso tempo sedimentazione e approfondimento di contenuti, progetto artistico lui stesso che dura, “una struttura porosa sia per l’influenza degli artisti sia per l’influenza del contesto culturale che abita.”

Intervista e testo a cura di Valeria Marchi —

Kristina Norman - Fire Gods - Courtesy l'artista
Kristina Norman – Fire Gods – Courtesy l’artista
Maria Hassabi - STAGING solo undressed 2017 -  Oslo , Istvan Virag
Maria Hassabi – STAGING solo undressed 2017 – Oslo , Istvan Virag
Centrale Fies - Photo credits Alessandro Sala per Centrale Fies
Centrale Fies – Photo credits Alessandro Sala per Centrale Fies