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Sublime cliché. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma | MACRO, Roma

Sublime cliché, curata da Saverio Verini e ospitata al museo MACRO, restituisce tutta la complessità del confronto tra artisti e artiste residenti nelle Accademie e negli Istituti di Cultura stranieri e Roma

Con cliché si intende un’espressione fissa, banalizzata attraverso alcune strutture ricorsive nel linguaggio – pensiamo, ad esempio, al modo di dire, alla frase fatta – come a qualcosa di incontrovertibilmente radicato nel senso comune. D’altro canto, nella tecnica di stampa, il cliché (o stereotipo) è un termine impiegato per indicare una lastra di zinco con figura in rilievo e a rovescio, utilizzata come matrice per la riproduzione tipografica di disegni e immagini: pare che già dal 1869 sia attestato presso i tipografi parigini l’impiego del termine sia come tecnicismo che come esclamazione di sorpresa («cliché!») al termine della stampa di grandi tirature.

È presto detto che l’abuso di cliché sarebbe caratteristico di alcuni linguaggi settoriali o pseudo-settoriali in cui l’imposizione di formule fisse arriva a definire anche l’insieme di binomi irreversibili ed espressioni idiomatiche: Tutte le strade portano a Roma!

In effetti, Roma è stata, volente o nolente, la meta, amata e odiata, per il perfezionamento intellettuale di molti giovani dell’aristocrazia europea che nel Grand Tour riponevano le speranze legate a un viaggio formativo che, nella più classica delle tradizioni romantiche, si sarebbe trasformato in un bildungsroman incarnato. Nell’avvicendamento dei secoli, l’eredità artistica e culturale della pittura di genere – quella di paesaggio, così come lo studio dal vero delle rovine antiche alla ricerca di un passato mitico che ha suggestionato gli Europei portando Roma in giro per il mondo attraverso la sua immagine stereotipata, e idealizzata – è venuta via via a sfiorire, ma Roma, come incarnazione vertiginosa di cliché – bella e délabré, signorile e popolaresca – non smette di esercitare il suo fascino. Città dalla storia millenaria e dalle incredibili stratificazioni, Roma rappresenta un estraneo sacro, un terreno di marginalità all’interno del quale rintracciare continuità, ma anche idiosincrasie. È questo, in parte, il merito della terza edizione del Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma, ossia quello di aver rintracciato un legame, eterogeneo e multifocale, tra queste realtà – le Accademie e i borsisti che le abitano per un periodo più o meno lungo – e il contesto squisitamente specifico che le accoglie. Quest’anno Sublime cliché, curata da Saverio Verini e ospitata al museo MACRO, restituisce tutta la complessità del confronto tra artisti e artiste residenti nelle Accademie e negli Istituti di Cultura stranieri e Roma, partendo da un assunto tanto chiaro quanto imprescindibile: qual è lo sguardo che questi artisti esercitano sulla città e quale dinamica di relazione viene a stabilirsi con essa?

Sublime cliché. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma | MACRO, Roma© 2025 Azienda Speciale Palaexpo \ Foto di Alberto Novelli

La mostra vede la partecipazione di artisti che sono attualmente in residenza a Roma o che vi hanno soggiornato in passato: Terry Adkins (borsista American Academy in Rome 2009-2010), Iván Argote (borsista Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 2021-2022), Joel Blanco (borsista Real Academia de España en Roma, 2024-2025), Bianca Bondi (borsista Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 2024-2025), Matthew Connors (borsista American Academy in Rome 2024-2025), Rebecca Digne (borsista Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 2018-2019), Esra Ersen (borsista Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, 2019-2020), Jenny Holzer (borsista American Academy in Rome 2003-2004), Christoph Keller (borsista Accademia Tedesca Roma Villa Massimo 2017-2018), Evangelia Kranioti (borsista Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 2021-2022), Hunter Longe (borsista Istituto Svizzero, 2024-2025), Charles Mazé & Coline Sunier (borsisti Accademia di Francia a Roma – Villa Medici 2014-2015), Julian Rosefeldt (borsista Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, 2018-2019), Ruaidhri Ryan (borsista The British School at Rome, 2021), Giovanna Silva (borsista American Academy in Rome 2019-2020), Hayahisa Tomiyasu (borsista Istituto Svizzero 2020-2021), Nicole Wermers (borsista Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, 2012).

La selezione delle opere – inserite all’interno di un display progettato dallo studio di architettura Supervoid – copre un arco cronologico che è, all’incirca, quello degli ultimi venti anni, con uno sguardo che transita attraverso alcuni topoi: la rilettura del passato e della tradizione classica in chiave decoloniale; l’incursione di nuove narrazioni in grado di ripensare le genealogie (storiche, culturali, sociali); una trasposizione degli stilemi decorativi, stilistici e così via, nel tentativo di spingere oltre quella stessa eredità culturale di cui, talvolta, non si può far altro che subire il peso per cercare un affrancamento; una rilettura del contesto urbano; il tema delle crisi migratorie nel Mediterraneo attraverso il prisma del mito; monumentale/anti-monumentale.  

“Some invisibility would come in handy” sono le parole tratte da Wisława Szymborska che Jenny Holzer scelse per una delle proiezioni di For the Academy (2007), un intervento di arte pubblica realizzato dopo la residenza all’American Academy con la collaborazione di Tevereterno Onlus e Fondazione VOLUME!; quattro stampe su PVC rappresentano una ouverture che accoglie nel foyer del museo, un omaggio alla magnificenza di Roma, ma anche un’inversione del rapporto dominante con la sua natura eterna e monumentale. Le tracce lasciate dalle proiezioni di Holzer sulla superficie ruvida di alcuni luoghi iconici romani (Castel Sant’Angelo, le banchine del Tevere, Piazza Tevere) sono un po’ come le 56 stampe realizzate da Giovanna Silva. Souvenir: Accademie (2025) – titolo che vuole essere un omaggio al libro omonimodi Alberto Savinio – è una serie di fotografie atipiche – atipiche perché scattate sfuggendo alla retorica dell’immagine istituzionale – capaci di catturare l’anima e i dettagli, nelle facciate così come negli interni, degli Istituti di cultura che compaiono nello spazio espositivo come in un billboard perfettamente integrato con il contesto urbano. 

Sublime cliché. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma | MACRO, Roma© 2025 Azienda Speciale Palaexpo \ Foto di Alberto Novelli

Il display espositivo viene pensato come un’arena e un dispositivo aperto, dando così l’idea di un’effettiva continuità non soltanto tra le opere esposte, ma anche tra gli sguardi di cui esse si fanno portatrici. Sorprende la monumentalità del Ceppo sradicato (2025) di Christoph Keller, un tronco di pino marittimo caduto, reliquia naturale che si staglia potentemente nello spazio immaginando il paesaggio attraverso la sua sineddoche; le dieci tavole in travertino di Esra Ersen (Le Due Rome, 2020) raccordano, sotto forma di testimonianza epigrafica, due mondi, raccontandone una possibile vicinanza;  Bianca Bondi (The Perennial Truth, 2025) porta lo spazio esterno e la vegetazione spontanea all’interno del museo, ricreando un microcosmo effimero in cui gli odori si mescolano a comporre una unità sempre in trasformazione; Rebecca Digne nel suo video Metodo dei Loci (2019) restituisce uno spazio della memoria attraversato da un fantasmatico elefante; Nicole Wermers in Reclining Female #8 (2024) riconsidera l’eredità classica e modernista, parlando di lavoro di cura e manutenzione; Evangelia Kranioti (Tutte le strade, 2022) affronta il tema delle crisi migratorie nel Mediterraneo in un lavoro video in cui le testimonianze del passato – le erme ottenute dal calco di opere provenienti dalle collezioni dell’Accademia di Francia – raccontano le vite di coloro che attraversano la città nella speranza di una possibile apertura dei suoi confini, fisici e geografici. 

Il progetto espositivo è affiancato da un programma live e da una rete di eventi ospitati dalle Accademie e dagli Istituti di Cultura: l’appuntamento principale è previsto per sabato 7 giugno, con Live Live Live!  una giornata di performance, concerti, incontri e workshop a ingresso gratuito. Live Live Live! vede la partecipazione di Giulia Beatrice e Lara Demori (ricercatrici presso la Bibliotheca Hertziana  – Max Planck Institut für Kunstgeschichte), Eloise Fornieles e Alessandra Tafaro (borsiste presso la British School at Rome), Vicente Funes (borsista presso la Real Academia de España en Roma), Stefan Kaegi / Rimini Protokoll e Hans Thomalla (borsisti presso l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo), Pál Németh (curatore presso l’Accademia d’Ungheria in Roma) e Jonah Nuoja Luo Haven e Jen Shyu (borsisti presso l’American Academy of Rome). L’evento si concluderà con un dj set di Mira Vivian.

È prevista inoltre la pubblicazione di un catalogo, edito da Drago, con i contributi critici del curatore Saverio Verini, dello scrittore Edoardo Albinati, dello storico dell’arte Michele Di Monte e dello studio di architettura Supervoid.

Cover: Sublime cliché. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma | MACRO, Roma © 2025 Azienda Speciale Palaexpo \ Foto di Alberto Novelli