Studiare al museo, studiare il museo: questo il tema scelto per la quinta giornata di studi promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Dopo le precedenti edizioni dedicate ai musei d’arte contemporanea e il diritto d’autore (2021), a come le collezioni e gli archivi museali si rapportano con la performance (2022), all’ecosostenibilità dei musei (2023) e al museo d’arte contemporanea come presidio di complessità (2024) – le registrazioni delle giornate sono tutte disponibili sul canale YouTube di AMACI –, quest’anno il tema selezionato dall’Assemblea dei Soci è stato il ruolo dei musei negli ambiti dell’educazione, della formazione e della ricerca. Il programma di interventi curato da Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella ha affrontato l’argomento sotto diverse angolazioni, guardando ai ruoli assunti dai musei di arte contemporanea nell’educazione di diverse categorie di pubblici e nella formazione di professionisti del settore, ai rapporti tra i musei e il mondo accademico e al ruolo innovativo che può assumere la ricerca artistica per potenziare e rinnovare la loro offerta educativa. La giornata di studi tocca un tema in effetti cogente nell’ecosistema dei musei, perché risponde ad una sollecitazione implicita nella tanto attesa adozione nel 2022 da parte dell’ICOM – International Council of Museums di una definizione di “museo” finalmente attuale, che associa alla sua funzione tradizionale di luogo di conservazione della memoria collettiva quella di presidio multidisciplinare di studio e di ricerca. Più specificamente, la definizione riconosce il fatto che il museo “compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale”, e che lo fa “con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”. Un aspetto quanto mai centrale per i musei di arte contemporanea, che come sottolineato dal Direttore Generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello devono manifestare anche la capacità di misurarsi con la realtà artistica attuale e di trasmetterla ai posteri.
Oltre che come una piattaforma utile a presentare pratiche virtuose e innovative intraprese in diverse realtà museali italiane mediante l’esposizione di specifici casi studio, la giornata è stata concepita anche con l’obiettivo operativo di mettere in dialogo professionisti del settore musei con figure istituzionali afferenti al Ministero della Cultura e al Ministero dell’Istruzione e del Merito, al fine di gettare le basi per una collaborazione congiunta utile a rendere più agevole per i musei di arte contemporanea (soprattutto per i musei pubblici non statali) la procedura di accreditamento come enti formatori. Trattasi di una qualifica richiesta da una direttiva del Ministero dell’Istruzione e del Merito che prevede che le istituzioni museali siano soggetti qualificati per la formazione di personale scolastico, a fronte della quale però molti musei hanno avanzato delle perplessità. In questo senso nel corso della giornata di studi sono emerse le criticità di un sistema che sia a livello nazionale che regionale può evidentemente essere ancora migliorato: Emma Zanella ha sottolineato che, nonostante tutti i 26 musei AMACI svolgano attività di educazione, formazione e ricerca, nessuno di essi per ora ha ottenuto l’accreditamento nazionale ad ente di formazione e solo il MAXXI di Roma e la GAMEC di Bergamo hanno ottenuto l’accreditamento regionale. Nonostante questo riconoscimento, come evidenziato da Irene de Vico Fallani del MAXXI, il suo museo ha deciso comunque di non procedere ad erogare corsi di alta formazione per la regione, in quanto le categorie di riferimento entro cui dover adattare la propria offerta formativa non risultano compatibili, nella sostanza, con quanto un museo d’arte contemporanea ha da offrire. Queste difficoltà, amplificate dall’aggiornamento in corso di alcune direttive pre-covid per venire incontro alle esigenze attuali dei musei e dei rispettivi pubblici e dai rallentamenti dovuti al cambio di amministrazione al vertice dei Ministeri, troveranno auspicabilmente risoluzione grazie al dialogo avviato in questa sede.
In ogni caso, guardando alla sfera dell’impegno educativo e formativo dei musei italiani si riscontrano anche risultati incoraggianti. Ad esempio, come nota Laura Pazienti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, negli ultimi due anni si è registrato un exploit di percorsi richiesti dalle scuole in partenariato con i musei. Inoltre, un’importante novità degli ultimi anni, come evidenziato da Roberto Vannata del Ministero della Cultura, è il Sistema Museale Nazionale: un progetto che vuole mettere in rete quasi 5000 musei e luoghi della cultura italiani, pubblici e privati, per omogeneizzare il sistema di fruizione, accessibilità e gestione sostenibile del patrimonio culturale e che, qualora venga stipulato un protocollo di intesa tra i Ministeri coinvolti, potrebbe anche agevolare le pratiche di accreditamento dei musei.
Di certo i musei, a prescindere che sia o meno riconosciuto il loro impegno in tal senso, hanno sviluppato in modo autonomo una gamma diversificata di attività educative, formative e di ricerca, come è emerso nella seconda sessione della giornata, incentrata sull’esposizione delle iniziative di alcuni musei coinvolti come casi studio. A titolo esemplificativo, un museo come il MAXXI di Roma esprime compiutamente l’impegno parallelo nei canali della formazione e della ricerca, con un’offerta molto ricca e diversificata che include: un programma di laboratori per bambini della prima e della seconda infanzia portati avanti da un’équipe interdisciplinare di educatrici al patrimonio culturale, architetti, designer, psicologi e psicoterapeuti (Di spazio in spazio); percorsi formativi ed esperienziali per secondarie di secondo grado per conoscere il dietro le quinte dei mestieri della cultura (MAXXI A[R]T WORK); programmi di attività per pubblici con bisogni speciali di accesso alla cultura; un programma di alta formazione per figure professionali in ambito museale (MAXXI Know-How); talk, giornate di studio, proiezioni, presentazioni editoriali. Nel prossimo futuro, inoltre, nel complesso del MAXXI verrà inaugurato un nuovo edificio che sarà interamente dedicato all’hub della ricerca, con depositi accessibili, sale espositive, aule e laboratori per il restauro del contemporaneo. Strutturalmente differente è il caso di MUVE Academy, il settore formazione recentemente avviato della Fondazione Musei Civici di Venezia, che coordina le attività di ben undici musei della laguna ampiamente diversificati, in stretto contatto con le realtà produttive del territorio. E un’altra realtà d’eccellenza è il Castello di Rivoli, con i suoi corsi di alta formazione, l’importante archivio specializzato nelle pratiche processuali e approcci sperimentali come la scuola fondata dall’artista Cally Spooner e dalla curatrice Lilou Vidal.
Proprio il coinvolgimento di artisti e artiste nell’offerta educativa e di ricerca dei musei è il tema trattato nella terza sessione della giornata, che getta in particolare uno sguardo su come i dottorati practice-based, finalmente approdati anche in Italia, possano offrire ai musei l’opportunità di entrare in relazione in modo sperimentale ma allo stesso tempo rigoroso sul piano della ricerca con la pratica degli artisti-dottorandi. È significativo che negli interventi susseguitisi nel corso della sessione le artiste Corinne Mazzoli (dottoranda presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca) e Alice Visentin (dottoranda presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli) si siano rispettivamente avvicendate con le operatrici museali – Lorena Giuranna del MA*GA di Gallarate e Alberta Romano del Madre di Napoli – che si occupano di supervisionare il loro lavoro. La borsa di dottorato di Corinne Mazzoli consolida una collaborazione già avviata col MA*GA a partire dalla pubblicazione Counter-Tutorials, che riportava i risultati di laboratori didattici condotti dall’artista con diverse scuole e pubblici in vari luoghi del mondo, finanziato dalla X edizione dell’Italian Council. Il MA*GA si contraddistingue per una pratica fortemente orientata al coinvolgimento di artisti nel proprio programma educativo, attraverso una serie longeva di workshop e altre attività sperimentali che ha visto una prima fase di restituzione e riflessione con la mostra GLOBAL LEARNING. Pratiche Artistiche e Attività Educative al MA*GA nel 2017. La ricerca di Corinne Mazzoli oggi offre al museo l’opportunità di indagare in modo scientifico e sinergico il rapporto dell’istituzione con gli artisti nel settore educativo. Anche la ricerca da poco avviata di Alice Visentin entrerà in stretta correlazione con il neofondato dipartimento di ricerca del Madre, che ha già in programma una serie di workshop curati da artisti (i primi vedranno la partecipazione di Allison Grimaldi Donahue e Derek MF Di Fabio). Anche Visentin si inserirà in questo calendario di attività, coinvolgendo i bambini in un sistema narrativo che prevede l’utilizzo di dispositivi parzialmente abbandonati dalla storia, come lanterne magiche, overhead projectors ed episcopi. “Ci chiederemo insieme come inventare nuovi metodi narrativi – chiosa – per raccontare nuovi futuri possibili utilizzando il potere taumaturgico delle immagini, onorando la complessità di tutte le nostre storie”.
