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Silvia Bächli e Barbara Bloom — Galleria Raffaella Cortese, Milano

I progetti delle due artiste, in mostra presso Galleria Raffaella Cortese fino al 24 aprile 2025, invitano alla riflessione sulla trasformazione dell’emozione in pensieri, testi, produzioni creative.

Giovedì 23 gennaio le porte di Galleria Raffaella Cortese si sono aperte con la doppia personale di Silvia Bächli e Barbara Bloom. Le due artiste, da anni in collaborazione con la galleria, hanno portato due progetti espositivi molto diversi tra loro – come diversa è la loro pratica artistica – pur essendo state in grado di creare una riflessione più ampia, fatta di toni e concetti in dualistica opposizione, sui concetti di pensiero e codice.
Barbara Bloom, nata a Los Angeles nel 1951, ha vissuto per quasi vent’anni in Europa, tra Olanda e Germania, prima di stabilirsi a New York nel 1992. Artista concettuale, lavora con fotografia, installazioni, filmati e libri per esplorare temi legati al collezionismo, alla museologia e al design. Il suo lavoro non si concentra sui singoli oggetti, ma sulle relazioni tra essi e sul significato della loro disposizione. Bloom paragona spesso se stessa e lo spettatore a un investigatore, chiamato a decifrare indizi visivi e costruire una narrazione a partire dagli elementi esposti. Il progetto realizzato per Via Stradella 7, dal titolo Accord, è un’indagine sul concetto di “accordo” come istante decisivo in cui le tensioni si placano, creando uno spazio per nuove possibilità di armonia. Barbara Bloom si avvale di codici espressivi multipli, dalla riproduzione fotografica al design, per raccontare una storia degli accordi dell’uomo sempre con un occhio distaccato ed ironico. Così il primo accordo di pace della storia, il trattato di Kadesh, viene impresso su due paralumi bianchi nell’opera Treaty of Peace. Le ombre dei partecipanti a una delle negoziazioni che in Sud Africa misero fine all’apartheid nel 1993 sono proiettate dalla stampa digitale a parete sul pavimento dello spazio, grazie alla simulazione del pavimento della sala dei congressi su un tappeto che simula le sagome di alcuni dei membri della riunione. In questo modo, il visitatore di Accord osserva e simula la partecipazione ai grandi momenti di accordo che hanno segnato la storia. Accordo non è però solo atto politico: è anche il momento in cui John Coltrane ebbe un’illuminazione guardando fuori dalla finestra “vedendo” la musica di A Love Supreme, che poi mise in spartito in studio di registrazione. Questi istanti, racchiusi in un’installazione esposta in galleria, riflettono il momento di traduzione del pensiero in concretezza. L’accordo è un passaggio tra codici, dall’intelletto umano ad una forma di interpretazione segnica – che si tratti delle incisioni cuneiformi di un trattato di pace oppure delle note su uno spartito. 

Barbara Bloom – Installation Views – Courtesy Raffaella Cortese Gallery, Milano – Foto Andrea Rossetti
Barbara Bloom, Officers and poli<cians climbing over furniture to watch the signing of the Traty of Versailles in the Hall of Mirrors, June 28th, 1919, Courtesy the ar<st and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Albisola
Barbara Bloom – Installation Views – Courtesy Raffaella Cortese Gallery, Milano – Foto Andrea Rossetti
Barbara Bloom – Installation Views – Courtesy Raffaella Cortese Gallery, Milano – Foto Andrea Rossetti

Silvia Bächli, nata nel 1956 a Baden, vive e lavora a Basilea. Dal 2013 collabora con la Galleria Raffaella Cortese. La sua ricerca artistica si basa sul disegno, realizzato su carta di diverse dimensioni e qualità con materiali come inchiostro, carboncino, gouache e pastelli. Ispirandosi ai movimenti del corpo, le sue opere esplorano il mondo del sensibile attraverso frammenti e impressioni. I suoi lavori, più che semplici immagini, evocano una dimensione cinematica, catturando corpi, oggetti, gesti e paesaggi in istanti sospesi, senza un inizio o una fine definiti. Silvia Bächli continua la sua ricerca sul disegno esplorando la linea e la superficie. La mostra in galleria presenta opere dal 2006 a oggi, dove pennellate rosse e campiture di colore dialogano tra loro negli spazi di Via Stradella 1 e 4. Parallelamente, un progetto al Museo Morandi di Bologna mette in relazione i suoi lavori con le nature morte del maestro, creando un dialogo tra sensibilità artistiche. La comunicazione espressiva di Silvia Bächli è incentrata prevalentemente sul gesto pittorico, che passa da una fase in bianco e nero a una focalizzazione sul colore. Le campiture cromatiche però sono in qualche modo  lasciate incomplete: al riempimento totale del foglio, Bächli preferisce una dimensione in cui il colore non raggiunge il margine dello spazio, creandosi una cornice di contenimento tutt’attorno – o forse è proprio questa indefinitezza a permettere alla campitura di colore di non avere una forma precisa, e a potersi in potenza espandere all’infinito? A questa domanda non c’è risposta fuori dall’interpretazione dello spettatore per volontà dell’artista stessa. 
Se Barbara Bloom indaga sull’intelletto e la creatività umana tramutati in un codice espressivo (che traduce nel concetto di “accordo”), Silvia Bächli vuole che a determinare l’interpretazione delle proprie opere siano le suggestioni personali: in un certo senso, Bächli spinge chi guarda a tradurre in pensiero concreto una sensazione, portandolo di fatto a compiere quel processo di “accordo” secondo i canoni di senso definiti dal progetto di Bloom. 

I progetti delle due artiste, in mostra presso Galleria Raffaella Cortese fino al 24 aprile 2025, invitano alla riflessione sulla trasformazione dell’emozione in pensieri, testi, produzioni creative. Due forme espressive molto diverse finiscono per evidenziare uno stesso aspetto: la straordinaria potenza creatrice della mente umana. 

Silvia Bächli – Installation Views -Courtesy Raffaella Cortese Gallery, Milano – Foto Andrea Rossetti
Silvia Bächli, Un#tled, 2011, Gouache on paper, 31 × 44 cm, Courtesy the ar8st and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Albisola

Cover: Barbara Bloom, Detail of NegoEaEons to end South African Apartheid (1993), 2024, One framed image, carpet, Courtesy the ar<st and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Albisola