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Siamo arrivati, in forma abbreviata | Wade Guyton da Gió Marconi, Milano

[nemus_slider id=”71422″] — Per la terza personale dell’artista americano Wade Guyton la galleria Gió Marconi presenta un’esperienza più condensata della prima personale tenutasi al Museo Madre di Napoli lo scorso maggio. In Siamo arrivati, in forma abbreviata, visitabile fino al 22 dicembre 2017, dieci lavori della precedente mostra sono stati rintelaiati nello spazio della galleria […]

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Per la terza personale dell’artista americano Wade Guyton la galleria Gió Marconi presenta un’esperienza più condensata della prima personale tenutasi al Museo Madre di Napoli lo scorso maggio.
In Siamo arrivati, in forma abbreviata, visitabile fino al 22 dicembre 2017, dieci lavori della precedente mostra sono stati rintelaiati nello spazio della galleria per mettere in luce le icone ibride di simboli partenopei di cui l’artista si è appropriato durante il periodo di residenza nell’istituzione italiana. Se da un lato al Madre la volontà di creare un display con stampanti a vista e tracce del lavoro in team aveva tradotto l’attraversamento dello spazio espositivo da parte dello spettatore in una sorta di studio visit, l’immagine totale che da Gió Marconi emerge è un punto interrogativo su una iperconnessione globale e digitale e sui suoi codici rappresentativi.

Wade Guyton - Siamo arrivati, in forma abbreviata - Installation view - Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin - Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan
Wade Guyton – Siamo arrivati, in forma abbreviata – Installation view – Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin – Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan

L’instabilità tra figurativo e astratto delle sue immagini mette in luce statuti effimeri e artificiali che investono in questo caso innumerevoli elementi del periodo trascorso a Napoli. A partire da una stretta connessione con l’architettura del museo, di cui le immagini delle gallerie o l’apertura di alcune finestre dell’edificio sono emblematiche, lo sguardo di Guyton si è poi rivolto alla pagina web de “Il Mattino” fino a giungere ad un monocromo nero frutto della sovrapposizione di immagini scartate.
Attraverso l’accumulo di immagini digitali poi processate con programmi quali per esempio Photoshop e infine stampate a getto d’inchiostro su lino, l’artista americano porta avanti una ricerca fatta di possibilità e contraddizioni del mezzo, di critica e di autocritica. Come palinsesti del digitale le sue immagini scardinano la solidità dello spazio generando con esso una narrazione fatta di ripetizioni, salti e scarti in una dinamica prettamente seriale. In Siamo arrivati, in forma abbreviata, con l’ironia ripresa dal titolo che recupera la strategia di marketing utilizzata da McDonald’s per l’apertura delle sedi a Napoli, si sottolinea evidentemente la cura tecnica per la realizzazione delle tele mentre dall’altra un’analisi approfondita permette di trasformare ogni cosa o oggetto ed ogni rilettura di essi in immagine parziale, duplice o lacunosa.

Wade Guyton - Siamo arrivati, in forma abbreviata - Installation view - Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin - Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan
Wade Guyton – Siamo arrivati, in forma abbreviata – Installation view – Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin – Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan
Wade Guyton - Siamo arrivati, in forma abbreviata - Installation view - Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin - Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan
Wade Guyton – Siamo arrivati, in forma abbreviata – Installation view – Gió Marconi, Milan Photo Filippo Armellin – Courtesy the artist, Gió Marconi, Milan
Wade Guyton, Untitled, 2017, Epson UltraChrome PRO inkjet on linen, 325 x 275 cm - Photo Ron Amstutz © Wade Guyton
Wade Guyton, Untitled, 2017, Epson UltraChrome PRO inkjet on linen, 325 x 275 cm – Photo Ron Amstutz © Wade Guyton