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SBANDARE | Intervista a Giada Olivotto

“Nostalgia e recriminazione, come un dolore ai capelli”.Con queste parole Giada Olivotto descrive le sensazioni che l’attraversano mentre osserva le opere di SBANDARE, prima mostra collettiva del programma 2023 dell’off-space Sonnenstube. Fino al 01 aprile 2023, i lavori di Adrien Chevalley, Noemi Pfister, Margherita Raso e Marco Rigoni si intrecciano in una condivisione di sensazioni, […]

Noemi Pfister Omaggio Alle Mondine 2020 Ballpoint pen on paper 29,7 x 42 cm Courtesy the artist
Margherita Raso Untitled 2023 Digital print on paper, wooden frame 25 x 19,5 cm Courtesy the artist and Fanta-MLN, Milano

“Nostalgia e recriminazione, come un dolore ai capelli”.
Con queste parole Giada Olivotto descrive le sensazioni che l’attraversano mentre osserva le opere di SBANDARE, prima mostra collettiva del programma 2023 dell’off-space Sonnenstube. Fino al 01 aprile 2023, i lavori di Adrien Chevalley, Noemi Pfister, Margherita Raso e Marco Rigoni si intrecciano in una condivisione di sensazioni, di tecniche e di immagini vorticosa e folle, a riflettere sul concetto di corecore. La curatrice della mostra, Giada Olivotto, ha risposto ad alcune domande per raccontarne il concept e l’idea, con qualche anticipazione sulla programmazione 2023 di Sonnenstube. 

Veronica Pillon: SBANDARE è il titolo della collettiva che inaugura il programma espositivo 2023 di Sonnenstube: qual è il concept della mostra? 

Giada Olivotto: Come collettivo Sonnenstube, abbiamo deciso di iniziare il 2023 con una mostra che potesse riunire le pratiche artistiche delle artistə all’interno del prisma dell’essere sbandati, del prendersi una sbandata o anche del fare una sbandata. Celebrando così l’idea di deviare il proprio comportamento abituale per tuffarsi nell’ignoto. Grazie alle produzioni di Adrien Chevalley, Noemi Pfister, Margherita Raso e Marco Rigoni questo tuffo si è tramutato in una sbandata speranzosa. Come curatrice della mostra, quando ho ricevuto le proposte dalle artistə invitatə a SBANDARE ho pensato a quanto l’insieme di queste opere, un concatenamento di immagini e forme, mi riconducesse a una sensazione di nostalgia e recriminazione. Un pò come un dolore ai capelli¹. Le produzioni artistiche coinvolte portano il cuore al corecore². Non si tratta di una vicinanza estetica con questo specifico termine ma perlopiù di una percezione comune della realtà, materiale o digitale. Il corecore si presenta come l’antitesi del genere stesso; il suo contenuto può essere qualsiasi cosa e le suə creatorə possono usare qualsiasi tipo di media per trasmettere una premessa centrale. La tendenza di questo fenomeno “gioca sul suffisso -core creando un ‘core’ dalla coscienza collettiva di tutti i ‘core’“. Una coscienza collettiva sovrasaturata da contenuti avariati che ci ha portate a vivere una follia romanzata. In questo dominio affollato dell’immaginazione, ci ritroviamo davanti a codici, scene e immagini che sembrano predire un futuro diverso dal presente che stiamo vivendo. 

VP: L’esposizione coinvolge alcuni giovani artisti – Adrien Chevalley, Noemi Pfister, Margherita Raso e Marco Rigoni – che adottano, nella loro pratica, tecniche e media differenti. In che modo sono stati scelti e qual è il “filo rosso” che connette le loro opere in mostra? 

GO: Come avrai già dedotto dalla risposta precedente ciò che lega le produzioni di queste artistə è sicuramente la vicinanza con un mondo immaginato, digitale e accelerato. Possiamo infatti, percorrendo gli spazi della mostra, passare da un’Annunciazione di Noemi Pfister a una una fotografia quasi voyeuristica di Margherita Raso. Dalla mozzata coda di una papera di Adrien Chevalley alle trabeazioni architettoniche di Marco Rigoni. 

Sbadare – Installation view

VP: SBANDARE è la prima collettiva dell’anno di Sonnenstube: qual è la storia di questo spazio indipendente, di base a Lugano, e quali sono le caratteristiche della sua proposta culturale? 

GO: Sonnenstube, fondato nel 2013, è un off- space (associazione e spazio espositivo) di Lugano dedicato all’arte contemporanea e talvolta alla musica. Occasionalmente presenta un bookshop con fanzine, edizioni limitate, riviste d’arte e pubblicazioni auto- prodotte. La missione di Sonnenstube consiste nell’instaurare un luogo di presentazione per la scena artistica emergente nel Ticino centrale e meridionale. Sonnenstube è diretta oggi da: Giacomo Galletti (1993, curatore e stampatore), Giada Olivotto (1990, curatrice), Sandro Pianetti (1987, artista e interaction designer) Gabriel Stöckli (1991, artista) e Gianmaria Zanda (1985, artista e musicista). Sonnenstube è stata insignita del premio Swiss Art Awards nel settembre 2021. Dal 2019 è stato aggiunto a Sonnenstube lo spazio itinerante Nada, una roulotte Tabbert 5000 Silver Edition del 1978. Nada rispecchia il desiderio di produrre delle situazioni con sincerità e con l’intenzione di realizzare progetti specifici dedicati alla nostra pratica curatoriale, che si riflettano nell’introduzione della convivialità e della spontaneità. Nada rende il collettivo il più libero possibile in più di un’occasione all’anno, dando la possibilità di esporre, muoverci e cucinare in una grande scatola di legno e alluminio. 

VP: Oltre ad essere curatrice della mostra, sei anche una delle direttrici – insieme a Giacomo Galletti, Sandro Pianetti, Gabriel Stöckli e Gianmaria Zanda – di Sonnenstube: ci anticiperesti qualcosa sulla programmazione 2023 dell’ off-space? 

GO: Sonnenstube quest’anno compie i suoi primi 10 anni di vita. Per festeggiare questi primi due lustri stiamo lavorando molto intensamente nella nostra sede di Via Mazzini. Proprio all’interno di Villa Florida, comincerà a svilupparsi un progetto che culminerà nella pubblicazione di un catalogo dedicato all’esperienza del collettivo durante questi primi 10 anni di attività. Questo avverrà all’interno di un progetto che abbiamo intitolato IN CORSA, che ci accompagnerà durante tutto l’anno 2023, uno spazio che diventerà archivio, esposizione, spazio per presentazioni e performance. Oltre a IN CORSA, che avrà luogo in tutto il piano terra di Villa Florida, l’anno 2023 di Sonnenstube sarà costellato di esposizioni le cui estetiche e tematiche spazieranno tra l’immaginifico e il reale, la natura e il femminismo, tra il lavoro riproduttivo e la narrativa speculativa, tra il vuoto e l’amicizia. Villa Florida sarà anche il luogo dove verrà ospitato a luglio un evento dedicato alla figura di Alice Ceresa. Oltre a questo, tutte le persone che hanno fatto parte del collettivo Sonnenstube negli anni verranno coinvolte in una mostra itinerante di una settimana, grazie alla nostra sede mobile NADA. 

SBANDARE 
A cura di Giada Olivotto 
Sonnenstube – Villa Florida
Via Mazzini 20, 6900 Lugano
Fino al 01 aprile 2023 

¹ Le parole incomprese di Giuliana, la protagonista de Il deserto rosso interpretata da Monica Vitti. Quest’ultima dichiarò di averle rubate da un verso di Amelia Rosselli. In realtà questo verso non esiste ma ne esiste uno molto simile: «La gorgiera mi stinge i capelli, la ingordigia nasconde / il vizio di stralunare gli occhi castani» dal «Il Menabò della Letteratura» (1963). 
² Il termine cognato dall’utente muttgirl su Tumblr nel 2020 è diventato virale su TikTok nel 2022. Si tratta di un’estetica diffusasi sotto l'hashtag "#corecore", altro non è che il montaggio di video stilizzati e raccolte di meme, di video shitpost sfarzosi, ammuffiti e fritti, affini allo schizoposting e ai significanti della Gen Z. 
Marco Rigoni A Fateful Rendezvous (Tartan trousers, beers and poison voices) 2023 stained wood and wax colors variable dimensions Courtesy the artist
Adrien Chevalley Canards 2021 Stoneware and flowers Courtesy the artist
Adrien Chevalley Vevey – Lugano 2023 Grès, noce e rovere / stoneware, walnut & oak Gruppo di 5 bassorilievi / group of 5 bas-reliefs 14 x 18 cm; 21 x 28 cm Courtesy the artist