Ruth Beraha. We will name her Tempest | Galleria A plus A

Il potere dello sguardo e delle immagini al centro della ricerca di Ruth Beraha.
4 Luglio 2022
Exhibition views – Ruth Beraha, We will name her Tempest – A plus A Gallery, Venezia – Photo credits Ela Bialkowska, OKNOstudio

We will name her Tempest è il titolo della personale di Ruth Beraha in corso alla galleria A plus A di Venezia fino al 15 luglio 2022. La mostra è il secondo appuntamento di un ciclo di esposizioni pensate per diverse istituzioni italiane e straniere per indagare il potere dello sguardo e la centralità delle immagini nella società contemporanea. Le installazioni di Beraha danno vita ad un universo distopico, ricco di riferimenti storici, in cui l’artista lotta per sottrarsi a tale potere. La tempesta menzionata nel titolo richiama proprio questo evento distruttivo e metamorfico, fruitore di un cambiamento. 

Negli spazi della galleria installazioni scultoree e sonore inedite creano dei resti, delle rovine di un culto immaginario: le sculture in metallo, scarnificate e ridotte all’essenziale, richiamano l’ossatura di una cattedrale, in cui muoversi immersi in sonorità tenebrose, voci ostili e canti solenni. Nell’universo di Beraha la figura scompare, in una sorta di produzione iconoclasta: l’unica opera “figurativa” – i resti di una vetrata – è composta di vetri colorati monocromi, motivi decorativi e ornamentali e null’altro. L’ambiente in cui ci si muove sembra essere teso e privo di qualsiasi riferimento noto: l’iconoclastia, proclamata dai vescovi partecipanti al consiglio di Hieria nel 754 d.C, diviene una sorta di filo conduttore nella costruzione dello spazio espositivo. 

Exhibition views – Ruth Beraha, We will name her Tempest – A plus A Gallery, Venezia – Photo credits Ela Bialkowska, OKNOstudio

Nell’installazione “R.U.? (self-portrait)” una voce paranoica ripete “Are you looking at me?”, alludendo ad uno sguardo carico di ostilità. Protagonista il malocchio, inteso come uno strumento correttivo, di ritorno all’ordine: il malocchio è l’anatema dello sguardo, espressione di un’opposizione tra ciò che si vede – l’immagine – e ciò che è celato. 

Al primo piano riemerge l’idea della tempesta intesa come opposizione all’ordine dato, come distruzione e creazione insieme, nell’installazione Untitled. Uova in alabastro scolpito compongono una parte dell’opera: la loro superficie opalina e liscia sembra modificarsi, in una sorta di respiro o di contrazione, subendo gli effetti dello scorrere del tempo. 

We will name her Tempest è un piccolo universo conflittuale in cui lo sguardo, espressione della soggettività, viene inglobato in una dimensione collettiva anonima che fugge a qualsiasi identificazione. Eliminata la figura e distruggendo qualsiasi riferimento all’immagine, diviene finalmente possibile l’autodeterminazione. Ecco la quiete dopo la tempesta. 

Ruth Beraha. We will name her Tempest 
Con un testo di Bernardo Follini
A plus A Gallery
San Marco 3073, Venezia
Fino al 15 luglio 2022 

Exhibition views – Ruth Beraha, We will name her Tempest – A plus A Gallery, Venezia – Photo credits Ela Bialkowska, OKNOstudio
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