Rodrigo Hernández – Anche di notte | P420, Bologna

La cosa più giusta da fare sarebbe quella di riunire tutte queste sfumature nella sola personalità di Rodrigo Hernández, descritta da Stella Bottai nel testo critico che accompagna la mostra come affascinata “dalla fenomenologia di ambiti opposti – tuttavia complementari – come notte/giorno e luce/buio. Uno prefigura l’altro – sottolinea – eppure possono esistere solo per mutua esclusione”
31 Ottobre 2022
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, ph. Carlo Favero

Difficile racchiudere in poche parole la mostra inaugurata da P420 a Bologna, la terza dedicata all’artista messicano Rodrigo Hernández dopo quelle del 2018 – Stelo, doppia personale condivisa con la peruviana Rita Ponce de León – e del 2015 – Where the trees line the water that falls asleep in the afternoon, collettiva curata da Chris Sharp nella quale erano presenti anche lavori di Clare Grill e Kate Newby.

Si potrebbe accennare allo spiccato senso di sacralità cui le opere, a un primo momento, sembrerebbero alludere – se non altro per il materiale utilizzato e il colore che le contraddistingue – ma verremmo subito smentiti dai soggetti ritratti: pipistrelli, cavalieri e figure di uomini dalle sembianze indefinite. Potremmo ripiegare, allora, sul carattere enigmatico che indubbiamente trasmettono: in tal caso, la nostra impressione, seppur confermata dalla maggior parte dei lavori, verrebbe quantomeno inficiata dall’atmosfera vagamente familiare di alcune scene e dalle figure di quei cavalieri citati prima, corrispondenti, in realtà, all’unico personaggio del bolognese Filippo de’ Desideri.

Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, ph. Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, ph. Carlo Favero

Giunti a questo punto, la cosa più giusta da fare sarebbe quella, forse, di riunire tutte queste sfumature nella sola personalità di Rodrigo Hernández, descritta da Stella Bottai nel testo critico che accompagna la mostra come affascinata “dalla fenomenologia di ambiti opposti – tuttavia complementari – come notte/giorno e luce/buio. Uno prefigura l’altro – sottolinea – eppure possono esistere solo per mutua esclusione”. Questa, quindi, la chiave per descrivere il lavoro dell’artista, utile per accedere all’intero universo che egli stesso configura, costellato non solo di manufatti su tela, in carta, legno e metalli, ma anche di sculture, installazioni e interventi site-specific.

Una costante è possibile individuare, tuttavia, nell’ambito di queste costellazioni, ossia quella dell’uomo dalle sembianze indefinite riconoscibile anche in questa circostanza. Costante che, grazie alla presenza del già citato Filippo de’ Desideri, si spiega eccezionalmente su due binari coincidenti: è Bologna, infatti, a rappresentare il secondo, presa a mo’ di riferimento per la creazione di queste nuove opere in ottone ispirate da una scritta posta “sulla porta di un garage – spiega ancora Bottai – per indicare che la sosta lì era vietata in ogni momento, anche nelle ore senza luce”. E chissà che l’artista non l’abbia vissuta Anche di notte, come recita il titolo scelto per la mostra… Quel che è certo, comunque, è che Hernández sia rimasto folgorato dalla città che lo ha accolto per la prima volta qualche anno fa, tanto da farne una costante per questi suoi ultimi sforzi, derivati soprattutto dalla visita di quel Museo Civico Medievale custode della lastra tombale dedicata al cavaliere bolognese – due opere la ricordano in particolare: Filippo dei Desideri (2022), con il guerriero ritratto mentre regge con la mano sinistra un libro e schiaccia con la destra un orologio sul tavolo, e Filippo (Interiore) (2022), con lo stesso racchiuso all’interno di una mandorla, con le mani giunte a ricordare la già citata effigie tombale.

Ma Bologna, oltre all’intervento site-specific in trompe-l’oeil raffigurante uno dei suoi portici, con la figura centrale del pipistrello a evocare l’atmosfera notturna nella quale si snoda il racconto – simbolo ricorrente nell’opera di Hernández, costituisce, più che un qualcosa di “negativo, spaventoso […] un intermediario con il divino [colmando] la distanza soprannaturale tra dei ed esseri umani” (Bottai) – Bologna, si diceva, sembrerebbe essere ricordata anche da Fiume (2022) – il Reno o il Savena? – e, forse, dallo stesso Bagno di mare (2022) – in fondo, l’Emilia-Romagna è bagnata a est dal Mar Adriatico, distante circa 80km dal capoluogo. In questi lavori, l’uomo dalle sembianze indefinite compare sempre, assorto nell’osservare le onde oppure circondato dalle stesse. Lo ritroviamo anche in Night Embrace (2022), intento a coccolare sé stesso o, forse, a salvarlo da qualcosa di altrettanto ignoto, e ancora in Standing inside a circle (2022) e nei due pannelli più grandi, sempre in ottone, intitolati allo stesso modo della mostra: è in questi ultimi, in particolare, che il firmamento della prassi di Hernández prende forma, con il personaggio sconosciuto che fluttua tra astri, pianeti e pipistrelli – la sacralità supposta all’inizio è riscontrabile soprattutto in queste scene, trattata sottoforma di un’ascensione fisica e concettuale.

Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, ph. Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Anche di notte, 2022, installation view, P420, Bologna, Courtesy P420, Bologna, ph. Carlo Favero

Anche di notte è, inoltre, il titolo dell’unico olio su legno esposto per l’occasione, allestito nella sala d’ingresso insieme al trompe-l’oeil descritto prima: dell’uomo misterioso, in questo caso, resta soltanto il volto, accennato nei tratti essenziali – quasi una citazione della bronzea Muse endormie (1913) di Constantin Brancusi – ed esposto alla luce argentata di una tondeggiante luna piena.

Osservare la nuova serie di lavori di Hernández, così enigmatica e lucente, induce a pensare per un attimo a quel famoso verso di Virgilio contenuto nell’Eneide, “Quid non mortalia pectora cogis, / Auri sacra fames?”, nella quale l’oro e il sacro assumono, per una volta, un’accezione negativa, oscura e sacrilega. Ma, forse, come afferma Bottai, il tutto è dovuto all’“effetto contraddittorio” prodotto dalle stesse opere, il quale le rende “eccezionalmente perturbanti”, non potendone distinguere “il bene dal male, il piacere dal dispiacere”, collocandole inevitabilmente “in questa sacca di ignoto”.


Rodrigo Hernández – Anche di notte
Dal 23 settembre 2022 al 12 novembre 2022
P420, Bologna
www.p420.it

Rodrigo Hernández, Night Embrace, 2022, Courtesy l’artista e P420, Bologna, ph. Carlo Favero
Rodrigo Hernández, Night Embrace, 2022, Courtesy l’artista e P420, Bologna, ph. Carlo Favero
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