La scultura per Rachel Whiteread è un’occasione per ricordare. Dai calchi in gesso di oggetti d’uso domestico alle commissioni pubbliche su larga scala, come il Memoriale alle Vittime dell’Olocausto a Vienna (2000), le opere dell’artista britannica si distinguono per il loro minimalismo poetico. Fino al 29 ottobre, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la nuova mostra personale della scultrice, nel cuore della città alta, a Palazzo della Ragione. La GAMeC ritorna per il sesto anno consecutivo ad abitare gli spazi dello storico edificio del XII secolo, con un’istallazione inedita pensata per entrare in relazione con l’architettura del luogo.
Per la Sala delle Capriate, la prima donna vincitrice del prestigioso premio Turner Prize realizza sessanta sedie, adoperando diverse tipologie di pietre locali, gli stessi materiali che caratterizzano le costruzioni di Piazza Vecchia, come l’arenaria di Sarnico. Dalla sua prima visita a Bergamo nel 2021, l’obiettivo dell’artista era quello di creare un dialogo tra la sua produzione e il territorio circostante, presentando delle opere site-specific che non venissero percepite dallo spettatore come qualcosa di esterno allo spazio, ma che sembrassero appartenere da sempre al palazzo.
Archetipo del design le sedie si contraddistinguono per la loro essenzialità formale, senza ricorrere all’aneddotica; infatti, il disegno dei due diversi modelli è leggibile nel volume che si materializza tra le quattro gambe delle sedute, quelli che la scultrice stessa definisce spazi della nostra vita quotidiana che spesso vengono dimenticati, ai quali restituisce una forma.
Da sempre interessata alla relazione tra superficie e interno, nella sua pratica artistica particolare attenzione è riservata alla trasposizione del vuoto in pieno, e viceversa. Il suo è un confronto diretto con la memoria collettiva e storica, dove in un certo senso tutto è politico, come afferma Whiteread. Il suo intento è quello di offrire al pubblico un momento di riflessione ma anche di elaborazione di traumi e sofferenze.
La mostra curata da Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli è la prima occasione della scultrice di esprimersi sull’esperienza drammatica e straniante della pandemia.
Anche il titolo Rachel Whiteread… And the animals were sold rimanda al tema, riportando alla mente l’immagine dei mercati asiatici da cui ha avuto origine per diversi studiosi la mutazione del Coronavirus. I visitatori sono invitati a sedersi e sostare, anche se la distanza che intercorre tra le opere è di due metri, la stessa misura che era necessario mantenere durante il periodo pandemico. Le sculture in marmo sono state disposte nel grande salone di rappresentanza con uno schema a scacchiera, un paradigma già utilizzato in diversi suoi lavori a partire dagli anni Novanta. Eppure, il rigore della griglia viene interrotto in alcune zone della sala, una sorta di riattivazione dello spazio in cui le persone possono superare il distanziamento sociale attraverso la conversazione e il dialogo con il prossimo.
Delle sessanta sedie che compongono l’installazione ambientale sedici sono state donate dalla Whiteread alla GAMeC ed entreranno a fare parte della collezione permanente. La mostra inoltre è accompagnata dal cortometraggio, Silent Tear, girato da Joe Juanne Piras nell’ambito del programma della residenza MADE. La pellicola di circa quindici minuti documenta il processo creativo dell’artista, raccontando il percorso di realizzazione delle sculture, dall’estrazione delle pietre e dei marmi nelle cave locali alla loro lavorazione nei laboratori.
La Whiteread con il suo linguaggio poetico riporta il Palazzo della Ragione alla sua passata funzione luogo di aggregazione e condivisione.
