Rä di Martino | Poor Poor Jerry

Due progetti di natura molto diversa per Rä di Martino, che a breve distanza di tempo debutta col suo ultimo film alla 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e presenta un nuovo progetto nello spazio di Marsèlleria di via privata Rezia, Milano.
25 Settembre 2017
Rä di Martino - Poor Poor Jerry, 2017

Rä di Martino – Poor Poor Jerry, 2017

A inizio settembre Rä di Martino ha presentato in anteprima mondiale al Lido, Controfigura, lungometraggio ispirato al celebre film The Swimmer (Un uomo a nudo), diretto da Frank Perry del 1968. La storia, tratta a sua volta dall’omonimo racconto di John Cheever, narra di un uomo che decide di fare ritorno a casa attraversando le lussuose piscine di un’area residenziale del Connecticut che incontra lungo il percorso.
Il remake della di Martino è invece ambientato in Marocco, in uno scenario sospeso tra deserto e macchie di paesaggio mediterraneo: racconta le avventure di una piccola troupe cinematografica che si trova a Marrakech alle prese coi sopralluoghi, la ricerca delle comparse, l’allestimento del set e le riprese con i nuovi protagonisti, Filippo Timi e Valeria Golino. Tra momenti di cinema documentario e scene a copione, ci viene presentato anche Corrado, controfigura di Timi chiamata per testare le inquadrature, che a poco a poco comincia ad acquisire sempre più consapevolezza del suo ruolo, fino ad arrivare a pensare di poter diventare il vero protagonista della pellicola.
Il lungometraggio, anticipato dal libro The Day He Swims Thru Marrakech (Edizioni Humboldt Books) e dall’omonima mostra, appena conclusa, alla galleria Monica De Cardenas di Milano, è stato realizzato nell’ambito del premio “Museo Chiama Artista” promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in collaborazione con AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. Dopo la proiezione alla kermesse veneziana, il film è stato presentato il 15 settembre a Modena in occasione del Festival Filosofia, e proseguirà la distribuzione all’interno del circuito dei musei AMACI, di cinema selezionati e di festival nazionali ed internazionali.

Inaugura invece mercoledì 27 settembre a Marsèlleria Poor Poor Jerry, un progetto espositivo che, articolato tra video d’animazione e installazioni sonore, va a formare un unico ambiente organico ed unitario. L’intenzione è quella di indagare, sovvertendolo, l’immaginario collettivo che cinema, televisione e musica hanno contribuito a costruire e alimentare nel tempo.

Abbiamo chiesto qualche anticipazione al curatore Davide Giannella —

ATP: Ci puoi parlare del tuo rapporto con Rä di Martino? Da quando tempo lavorate assieme?

Davide Giannella: La prima volta che io e Rä abbiamo lavorato assieme è stato nell’ottobre del 2014, in occasione della mostra Glitch. Interferenze tra arte e cinema in Italia, che ho curato al PAC. Mi interessava collaborare con lei per via della sua capacità di operare sia in termini filmici, sia in termini installativi e con linguaggi che non hanno nulla a che fare con quello delle immagini in movimento. Dopo quella circostanza ho continuato a seguire il suo lavoro su vari fronti, e di recente sono stato consulente artistico per il suo ultimo progetto filmico Controfigura e per il libro ad esso connesso, pubblicato da Humboldt Books. Nel frattempo lei aveva già in mente di lavorare a un nuovo progetto Poor Poor Jerry, abbiamo iniziato a parlarne e poco dopo è nata la possibilità di realizzarne una mostra in Marsèlleria.
Al di là dell’amicizia che ci lega da tempo, abbiamo uno scambio professionale continuativo rispetto alla possibilità di declinare un’idea in diversi formati e modalità narrative.

ATP: A Marsèlleria, l’artista presenta un progetto inedito che comprende anche il suo primo lavoro d’animazione. Ci puoi raccontare qualcosa a proposito del contenuto del video?

 

DG: Il protagonista del video è un famoso personaggio dei cartoni animati americani, in versione invecchiata e stanca, che si aggira in un paesaggio desertico e disabitato. Il suo peregrinare è accompagnato da una traccia audio composta da spezzoni di dialoghi e frammenti di canzoni di carattere amoroso o romantico, tratti da film molto celebri. In un certo senso è come se l’immaginario musicale e cinematografico popolare, fosse un fardello che egli è costretto a sostenere.

ATP: Come spieghi la scelta di Jerry come protagonista?

DG: Rä si è appropriata di una figura immediatamente riconoscibile da chiunque sia stato bambino dagli anni Cinquanta in poi, e testa la nostra capacità percettiva rispetto a un personaggio che ci viene sempre mostrato felice, scaltro e vincente, mostrandocene invece un lato molto più malinconico e sofferto.
Jerry è la metafora di un’immagine familiare che siamo abituati ad associare a termini sensibili positivi, ma svelandone anche i lati più oscuri, più controversi o più difficili da immaginare, possiamo mettere in discussione tutto ciò che questa figura rappresenta.
Sotto certi aspetti siamo un pubblico ancora molto sedentario e il nostro cervello funziona per ricordi e analogie, per cui molte cose ci risultano appaganti perché sono immediate e certi elementi ci rimandano o ci aiutano a ricordare determinati momenti, diventando enciclopedie di dati del tutto personali ma allo stesso tempo collettivamente condivisibili.
In questo caso invece, il personaggio principale e il contenuto sonoro del video, che rappresentano elementi rassicuranti dell’immaginario comune, vengono messi in crisi, così come vengono messe in dubbio anche le nostre abitudini intuitive e siamo costretti ad abbandonare la nostra consuetudine a fare analogie dirette rispetto a ciò che percepiamo. Inoltre trovo sia interessante, e che possa far riflettere, il fatto di vedere una figura di fantasia, emblema di furbizia e vivacità, ritratta in maniera paradossale, in un momento d’introspezione o di dispiacere, come se si fosse accollata il peso dell’industria culturale e della realtà che crea, qui rappresentate da cliché classici e ampiamente riconoscibili.

Rä di Martino - Poor Poor Jerry, 2017

Rä di Martino – Poor Poor Jerry, 2017

ATP: Il video sarà inserito in un ambiente installativo immersivo. Come avete sviluppato il progetto espositivo?

DG: Gli elementi installati sono totalmente in relazione al video, e la componente di maggior interesse è sicuramente quella sonora, che può essere considerata come una declinazione del video stesso, quasi come un relativo non-video del video. La volontà è sempre quella di ricreare un’atmosfera unitaria e una sorta di circolarità di sensazioni e di estetiche, cercando di ottenere dei rimandi tra i vari elementi che sono disposti nell’ambiente.

ATP: Come inquadreresti questo progetto all’interno della pratica dell’artista?

DG: Rä riesce a sviluppare delle riflessioni piuttosto ampie e generali sulle nostre memorie e condizioni di percezione della realtà. Servendosi di una serie di elementi che sono comunque riconoscibili anche da parte del grande pubblico, un po’ come se fossero dei passe-partout, Rä riesce ad andare sempre più a fondo e a offrire così una chiave di interpretazione e di approfondimento dei contenuti dell’opera.
Penso poi, che un altro dato importante relativo al suo modo di lavorare sia che ha grandi capacità ironiche: nei suoi film c’è sempre un momento, più o meno evidente, in grado di generare un sorriso, strumento che ritengo sintomo di grande forza e sensibilità.

ATP: L’artista presenta, a distanza di breve tempo, un lungo metraggio e un video. Cosa comporta, secondo te, confrontarsi con due formati così diversi?

DG: In realtà Poor Poor Jerry non è interamente un’animazione, nel senso che il personaggio principale è si un soggetto animato, ma agisce su uno sfondo di carattere filmico che è stato ripreso a Lanzarote. Inoltre, film e video avranno circuiti diversi di distribuzione: il primo circuiterà nei musei AMACI, nei festival cinematografici così come in sale italiane ed estere selezionate (il 9 ottobre sarà proiettato a Milano al Cinema Arcobaleno grazie al supporto di FILMMAKER, PAC e Museo del ‘900), mentre il progetto Poor Poor Jerry, composto dal video e dalla parte installativa, punta ad essere fruito come un unico ambiente ed in questa fase è specificatamente destinato a un contesto espositivo, come appunto quello di Marsèlleria.

ATP: So che ti occupi anche di editoria. Credi che Poor Poor Jerry possa avere uno sviluppo in questa direzione?

DG: Come curatore ho la fortuna di riscontrare negli artisti con cui collaboro l’interesse e la volontà di organizzare e sintetizzare delle idee e dei concetti, per poi riportarli a più pubblici possibili, usando formati diversi di narrazione. Per questo motivo, come è già successo per Controfigura, di cui il film rappresentava il punto conclusivo anticipato da diversi passaggi intermedi, non escludo che anche per questo progetto l’idea principale e primordiale possa venire poi declinata attraverso altri, molteplici linguaggi.

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Rä di Martino | Controfigura

Il film è stato co-prodotto da Dugong Films, In Between Art Film, Snaporazverein (CH), Produzioni Illuminati, Haut Les Mains (FR) e Waq Waq Studio (Morocco), con AMACI e DGAAP del MiBACT e con il sostegno della galleria Monica De Cardenas.

Rä di Martino | Poor Poor Jerry a cura di Davide Giannella

Marsèlleria – via privata Rezia 2, Milano
28 settembre – 3 Novembre 2017

Rä di Martino - Poor Poor Jerry, 2017

Rä di Martino – Poor Poor Jerry, 2017

Rä di Martino - Poor Poor Jerry, 2017

Rä di Martino – Poor Poor Jerry, 2017

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