Annunciato sul finire dell’ottobre 2021, il Premio Artisti Italiani PART, promosso da PART – Palazzi dell’Arte Rimini in collaborazione col Comune di Rimini e la Fondazione San Patrignano, è diventato realtà: la mostra dei dodici artisti finalisti, inaugurata pochi giorni fa, sarà visibile, infatti, nella sede dell’istituzione riminese fino al 2 ottobre 2022.
Il nuovo riconoscimento a cadenza biennale, creato per valorizzare il lavoro di giovani artisti italiani, ha visto la partecipazione di Edoardo Bonaspetti, Lucrezia Calabrò Visconti e Francesco Garutti quali componenti del comitato di selezione, e quella di Benni Bosetto, Costanza Candeloro, Caterina De Nicola, Binta Diaw, Lorenza Longhi, Beatrice Marchi, Diego Marcon, Daniele Milvio, Margherita Raso, Andrea Romano, Giangiacomo Rossetti e Davide Stucchi quali artisti scelti per questa prima edizione. Le loro opere, esposte al primo piano del Palazzo del Podestà – sede del PART insieme all’attiguo Palazzo dell’Arengo – compongono un “arcipelago eterogeneo – uno dei molti possibili – di indagini e pensieri tesi a toccare, sezionare (e forse manomettere) il racconto di alcune delle questioni per noi più centrali oggi”, affermano i tre selezionatori. Nella pluralità dei loro linguaggi, gli artisti affrontano differenti temi legati al presente e all’universale, quali la “coscienza della solitudine, la domesticità, lo spazio ambiguo dei sentimenti e il fallimento continuo nel rapporto tra l’io e l’alterità”, e, ancora, “le questioni di genere, identità e appartenenza, lo statuto dell’opera stessa, il mercato dell’oggetto e la sua comunicazione”.
Basandosi sulla rosa di questi dodici nomi, tre saranno i riconoscimenti che verranno assegnati ad altrettanti artisti, i quali, oltre a ricevere un compenso in denaro, entreranno a far parte della Collezione San Patrignano e avranno la possibilità di esporre i propri lavori all’interno del PART, “accanto alle opere storicizzate […] di Spalletti, Schnabel, Pistoletto, soltanto per citarne alcune”, sottolinea la co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, Letizia Moratti – tra l’altro, oltre al comitato dei sostenitori del Premio e al Sindaco di Rimini, anche i ragazzi e le ragazze della Comunità di San Patrignano potranno esprimere la propria preferenza.
Passando velocemente in rassegna le opere, troviamo Doctor Said I might Go Blind. It Helped Me see more clearly. 15 Feb.2022, 17:58 (2022) di Benni Bosetto, disegno a matita che riflette sulla “natura della distrazione, intesa come quello stato mentale che permette connessioni inaspettate tra i momenti altalenanti di concentrazione e deriva”; Urban/Provincial (2022) di Costanza Candeloro, opera che, ispirandosi alle riviste giovanili degli anni Novanta, ne evidenzia “alcune emblematiche narrazioni binarie [quali] Maschile/Femminile, Urbano/Provinciale, Integrità/Decadenza, Natura/Contro Natura, ecc.”; More Friends (2019) di Caterina De Nicola, scultura in ferro e resina sintetica che richiama il simbolo della stella della bandiera europea, “un tempo carico di significato [e] che negli ultimi anni ha subito una perdita semantica [a causa della] sua reiterata riproduzione in chiave pop”; Paysage Corporel VII (2021) di Binta Diaw, opera prelevata dall’omonima serie fotografica che riflette sul corpo quale “terreno di resistenza, di potere e di azione” attraverso il simbolo del pomodoro, “colonna portante della gastronomia italiana [ma anche] fulcro di violenti sistemi di sfruttamento umano”.
Lorenza Longhi presenta Untitled (2018), lavoro che prende vita dagli “incontri quotidiani con le tracce e gli elementi che le persone diffondono nelle città [e dai] modi in cui queste stratificazioni di significati si fondono dando forma a una moltitudine di linguaggi e composizioni grafiche”; Amiche forever (2017) di Beatrice Marchi, video-animazione che indaga “i diversi stati di vulnerabilità di un individuo in relazione a una collettività”; Storie di fantasmi per adulti (2010) di Diego Marcon, video che sfrutta la “dicotomia tra la fissità delle immagini e la volatilità del suono [per attivare] nello spettatore un processo immaginativo capace di rianimare ogni singola immagine all’interno di nuove possibili narrazioni”.
Ha per titolo Dovrà ammettere signore, che anche lei ha sofferto moltissimo (2022) l’opera di Daniele Milvio e come afferma lo stesso artista, ricorda l’espressione “atterrita” di Madame Roland, “che sul patibolo aveva chiesto di poter annotare i pensieri assolutamente particolari che le erano balenati sull’ultima via, permesso che le venne negato, gran peccato”; Lentezza No. 2 (2021) di Margherita Raso, installazione che, rifacendosi all’esperienza del Divisionismo italiano, e, in particolare, a quella dell’artista Angelo Morbelli, si concentra sul “rapporto che si instaura nella pittura tra l’umano e lo spazio antropizzato”, specie quello relativo al lavoro fisico.
Drawer Bottom (2022) di Andrea Romano, collage in grado di “creare effetti ottici che coinvolgono lo spettatore a livello retinico [attraverso] parole che riflettono sulla natura delle immagini quanto sulle dinamiche interpersonali”; Untitled (light sequence) (2022) di Giangiacomo Rossetti, lavoro che mescola stilemi tradizionali a scene dal carattere fantastico, il tutto giocato sui toni del blu; infine, Falli (Kitchen) (2021) di Davide Stucchi, installazione incentrata sui temi del corpo e del desiderio, il cui titolo, rendendo omaggio a una mostra dello stilista Walter Albini organizzata alla galleria Eros di Milano nel 1977, si compone per l’occasione anche del termine “Kitchen”, riferito all’elemento di passaggio costituito dalla tenda.
Il Premio Artisti Italiani PART, come sostengono gli ideatori Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Giuseppe Iannaccone, costituisce uno strumento per “dare spazio alla creatività dei giovani”, fornendo loro un’“opportunità di crescita, d’incontro e di scoperta” (Sandretto Re Rebaudengo). D’altronde, “ai nuovi artisti non serve la forza di farsi vedere o trovare, ma il coraggio di raccontarci una storia, la nostra, attuale, affascinante o scomoda che sia” (Iannaccone).
Il PART, attraverso l’istituzione di questo nuovo riconoscimento, conferma il proprio impegno nell’incentivare la “vitalità nel pieno di un periodo difficile come l’epoca post-Covid”, come afferma il neodirettore dei Musei di Rimini, Giovanni Sassu. “Si tratta di un organismo artistico e culturale raro all’interno del panorama nazionale – prosegue – perché declina in modo diverso la gamma dei contenuti che si intende dare alla parola sociale in rapporto all’arte, non solo in termini di una forma alta di solidarietà, ma, soprattutto, nella modalità di proporre alla società contenuti non effimeri e persistenti”. Questo si collega al ruolo che dovrebbe avere un museo contemporaneo all’interno di una qualunque comunità, ruolo che non dovrebbe corrispondere soltanto alle funzioni di conservazione e custodia, come sostiene il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, ma che dovrebbe alimentare il dibattito che “pone sulla stessa riga, e in assoluta sincronia, l’importanza della custodia per tramandare e la necessità della produzione per alimentare”: “Un luogo […] vivo, dinamico, mai immobile”, della cui effervescenza “il Premio Artisti Italiani – nel caso del PART di Rimini – ne è una perfetta testimonianza”.
PART – Palazzi dell’Arte Rimini,
Piazza Cavour 26