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Tempo di fiera, tempo di nuove iniziative che riuniscono molteplici voci parlanti. Insomma, tempo di mettere carne al fuoco! Arte Fiera 2018, con Angela Vettese al suo secondo anno d’incarico, presenta una kermesse variopinta che, oltre alla presenza di 180 espositori, prevede un convegno internazionale della durata di due giorni e una lunga lista di momenti sperimentali. Ed è la sezione Polis con le sue nuove declinazioni ad esserne fulcro. Oltre alle installazioni in spazi imprevisti della città bolognese, infatti, si affianca la proposta Cinema La comunità che viene. A cura di Mark Nash, il progetto di rassegne di film in fiera e al MAMbo ruota attorno all’identità comunista e postcomunista che riguarda da vicino la cultura di Bologna e l’intera storia italiana.
Ritorniamo però al tema caldo di arrosticini e costine. L’ultima iniziativa inserita nel circuito off di Arte Fiera, fresca fresca, è Polis/ BBQ nato da un’idea dell’artista Mia D. Suppiej. La vicenda comune di un barbecue e di un menu ampio e variegato diviene metafora della collaborazione tra spazi no profit e artist run spaces bolognesi. In un’unica dimensione la grigliata mista comprende Gelateria Sogni di Ghiaccio, LOCALEDUE, Malgrado, Porto dell’arte, PRONTISSIMI/On Air e TRIPLA. La composizione delle diverse realtà si offre al pubblico mediante un programma di performance, eventi ed inaugurazioni che sono state anticipate lo scorso 16 gennaio da un happening che ha visti convolti in una tavola rotonda tutti i partecipanti.
Gli appuntamenti previsti saranno, in seguito alla conferenza stampa del 1 febbraio al Caffè della Piazza, cinque inaugurazioni previste per il 2 gennaio e una performance a LOCALEDUE il giorno successivo.
Gelateria Sogni di Ghiaccio presenterà una personale dell’artista Dennis Tyfus, già incontrato nella collettiva Jollies organizzata in occasione di NEXST. Up-And Downgrades (Part 2) introdurrà la pratica ormai quotidiana di ritrarsi che l’artista ha introdotto nella sua produzione dal 2017. Malgrado nella sua nuova location continuerà ad indagare la prospettiva ibrida tra format mostra e imprevisti casuali. La collettiva con cui apre la sua seconda stagione coinvolge gli artisti Melania Fusco, Lori Lako, il duo Lisa Dalfino e Sacha Kanah e Luka Savic. Sensory Warp, organizzata da Porto dell’arte, presenta la ricerca che l’artista Alvaro Chior rivolge ai cambiamenti sensoriali prodotti dal digitale. L’esperimento visivo concepito per questa occasione analizza il moto circolare avente origine da un punto attorno al quale ruota un asse. Night Movement, proposto dall’appena inaugurato PRONTISSIMI, è il primo episodio di un format di mostre via radio che vede coinvolte le artiste Varvara Gevorgizova e Anastasia Ryabova con Mia D. Suppiej. Insieme presenteranno una performance volta ad annunciare la travolgente Notte. TRIPLA accoglierà nuovamente il collettivo australiano Greatest Hits con il quale in precedenza avevano già collaborato. La ridefinizione dello spazio espositivo per l’introduzione di opere già preesistenti sarà frutto della collaborazione con Paolo Bufalini e Filippo Cecconi. La grigliata si conclude da LOCALEDUE con una performance di Matteo Coluccia curata da Gabriele Tosi e, ovviamente, con un “gustoso e abbrustolito” closing party. La vicenda comune tratteggiata segnala la storia di un contesto bolognese florido privo di formalità che solitamente impediscono la costruzione di relazioni e dialoghi.
La coordinatrice del progetto Mia D. Suppiej ha risposto per noi ad alcune domande.
ATP: Da dove è nata la volontà di costruire un progetto off considerando la tua “fresca” entrata nel circuito? Non è da molto che la tua base lavorativa è Bologna, giusto?
Forse parlare di costruzione di un progetto potrebbe risultare ambiguo, oppure fuorviante. Forse tutto dipende dal punto di vista con il quale decidiamo, o siamo invitati, a guardare le cose. Mi è sempre piaciuto pensare, così come in un ambito, così come in un altro, che le cose siano già tutte lì, presenti. Sono le nostre stesse distanze-vicinanze, coinvolgimenti-resistenze, amori-timori, che traducono la visione in una momentanea proposta prospettica, da cui si delineano alcune connessioni e relazioni per la costruzione di un senso.
Adoro i momenti di solitudine e di silenzio ma camminare in solitaria, come scopo o soddisfazione, profitto o sicurezza, non mi ha mai attratta più di tanto. Penso a me come un noi qui, ora, in questo tempo, e penso che anche noi, come viventi e umani, abbiamo bisogno più che mai dell’incontro, del dialogo, dell’equilibrio, del contradditorio, del paradossale, del circolare, della coesistenza di opposti, del dubbio, della sospensione del pensiero dicotomico e convergente, del tempo lento che tutto questo richiede…. Ne è diretta conseguenza il mio cercare la stessa cosa anche per i progetti a cui mi dedico.
BBQ, anch’esso forse, esisteva già. L’unica cosa che posso dire è che ho cominciato a frequentare Bologna a marzo dell’anno scorso per un tirocinio al Dipartimento Educativo del MAMbo, mi sono innamorata della città e del suo ritmo e così ho deciso di ascoltare cosa avevamo da dirci.
ATP: Considerando che questi risultati sono il frutto di attitudine, coraggio e volontà di mettersi in gioco, quale ti immagini sarà la prossima meta da raggiungere con BBQ? Consideri il progetto concluso con la fine della fiera?
Più che risultati o meta, credo che la scommessa sia l’equilibrio e la preparazione, l’allenamento: senza conclusione. BBQ è un esempio di un desiderio verso possibilità di ritmo costante e collettivo, caratterizzato da tempo lento e attrazione al confronto, infallibile, nutriente, poetica e critica… sogno di realizzare progetti che invitino a un equilibrio imperfetto e incerto, dove l’ascolto e la voglia di prendersi cura, di sé, dell’altro, dell’opera, della città, del tempo, del mistero, del cosmo, riveli uno spazio che, nelle pieghe del dato per scontato, sospenda il potere dominante. Sogno che la proposta di BBQ suggerisca apertura e fiducia, che non solo testimoni un particolare zeitgeist bolognese-italiano-artistico ma che inviti, appunto, a quell’attitudine desiderante e determinata, ch’è innanzitutto umana, che non ragiona per polarità dicotomiche, gerararchie, esclusive ed escludenti, ma che si riconosce, in qualche modo, in una visione di unità pre-esistente.
BBQ, a volte, lo vedo come rivelazione di una relazione, per questo il suo futuro non sarà determinato da un obbiettivo ma dalle scelte di ogni giorno e di ogni parte.
ATP: La preview del 16 gennaio scorso ha rappresentato la prima costruzione di un’immagine reale di ciò che sarà BBQ. Questo happening è stato solamente una tavola rotonda di confronto o molto di più?
Mi piace pensare che sia stato di più. Il dialogo mi affascina più che mai, non solo per l’esercizio della voce, ma per il suo rivelare dinamiche e ambienti. Un’interazione verbale non è mai solo un linguaggio compreso o comprensibile, ma è rivelazione continua, è spazio, tempo, immagine…
ATP: Ti va di raccontarci qualcosa in più sul tuo appena inaugurato artist run space Prontissimi? Come vedi il tuo inserimento nel contesto bolognese? Quali saranno i tuoi programmi futuri?
Certo che mi va! PRONTISSIMI nasce a Bologna perché non c’era posto migliore che questo! PRONTISSIMI è un artist run space che vive nella sua tempestività. È uno spazio nomade: si muove a seconda del progetto espositivo che vuole ospitare. Il progetto sceglie come luogo l’atto e la potenza del fare processuale per riflettere riguardo i temi della preparazione, dell’allenamento, del potere e dell’inattuale.
Il primo progetto è On Air: un format di mostre via radio. Il dialogo, la dualità, l’inaspettato, la voce, l’ospitalità, sono tra i temi che caratterizzeranno le mostre radiofoniche. On Air accade per la prima volta in occasione di POLIS/BBQ ed è ospitato nella stazione di Radio Città Fujiko all’interno del Café Belmeloro di Bologna.