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Pittura italiana contemporanea | Cars

[nemus_slider id=”66446″] Landina è un appuntamento ideato e curato da Lorenza Boisi dal 2013, che vede la partecipazione di diversi pittori italiani ad una residenza nel territorio del VCO (Verbano, Cusio, Ossola). L’obiettivo principale è quello di creare delle occasioni di incontro tra i diversi pittori italiani, per incentivare una dimensione di dialogo, scambio e […]

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Landina è un appuntamento ideato e curato da Lorenza Boisi dal 2013, che vede la partecipazione di diversi pittori italiani ad una residenza nel territorio del VCO (Verbano, Cusio, Ossola). L’obiettivo principale è quello di creare delle occasioni di incontro tra i diversi pittori italiani, per incentivare una dimensione di dialogo, scambio e critica. Il tema dominante e coagulante di tutta l’impalcatura è la riattivazione della pittura en plein air, che diventa però “quasi pretesto, è conduzione estetica. Il fine ultimo è lo scambio e l’umanità fisica dell’esperienza” (LB). E non solo, questa occasione vorrebbe favorire anche una vicinanza fraterna tra i partecipanti, un momento di quieta analisi della pratica pittorica: “Il recupero di una dimensione più umana del confronto potrebbe essere una via di emancipazione dalla difficoltà dell’essere, oggi, pittori italiani” (LB).
Giunta alla sua quarta edizione nell’estate del 2016, Landina ha visto la partecipazione dei pittori Alessia Armeni, Sabrina Casadei, Eloise Ghioni, Agnese Guido, Luigi Massari, Pierluigi Pusole, Angelo Sarleti, le cui opere realizzate in quell’occasione sono state esposte da Cars (Omegna) in una mostra inaugurata il 7 maggio 2017, dove erano anche presenti lavori della loro tradizionale ricerca, al di fuori dal contesto en plain air con cui si sono confrontati.

Con acquarelli su carta di piccole dimensioni, Angelo Sarleti compone dei censimenti cartografici restituiti attraverso una sintesi formale e grafica rispondente a mini paesaggi astratti acquarellati (Laveno. Censimento Popolazione dal 1861 al 2011; Laveno. Popolazione maschile per età;…).

Pierluigi Pusole si appropria del paesaggio e lo seziona, lo ingrandisce, isola certi suoi particolari, abbozza le sue forme con acquarello su carta e lo lascia deformare sotto i colpi duri dell’asciugatura, delle sbavature, dei rigonfiamenti. Assieme a specchi lacustri cinti da montagne e pinete compaiono grafici cartesiani in cui le onde di crescita e decrescita si fanno esse stesse montagne e paesaggio, le strutture chimiche prendono posto tra i dipinti sul loro medesimo foglio… lo studio analitico sull’ambiente diventa a sua volta natura, frazionata, studiata, riprodotta dall’esterno, senza coinvolgimento emotivo.

La pittura di Luigi Massari sembra invece annaspare per riprodurre ciò che lo circonda. E se è lui stesso a dire “Il mio lavoro? È cenere del sacro. Provo miseramente a conservarne il bagliore, ma la sua grandezza si sottrae….è un modo elegante di fallire”, questa cenere sembra vederla attutire i colori della tavolozza e annebbiare un po’ la vista; se alcuni dipinti mantengono la purezza del colore (celeste, giallo, verde), sembra che il pennello non riesca a tracciare la linea pulita della sagoma referenziale, ma screziarsi nel suo farsi. Così le poche figure umane, che sono maschere di loro stesse (e della loro rappresentazione) o implosioni floreali come tentativo (loro? del pittore? della pittura?) di scivolare dentro al paesaggio e scomparire finalmente tra alberi informi, laghi evaporati, montagne sfatte.

Se Agnese Guido della realtà coglie degli elementi banali e li ridicolizza e schernisce (una festa di verdure con gambe occhi e sorrisi; due palle di gelato abbracciate su un cono; una riunione di candele sotto un porticato; un leone che piange ascoltando un vinile), Sabrina Casadei realizza dei paesaggi che ricordano l’ingrandimento a microscopio di un tessuto epidermico (umano o no) e lo scenario surreale di una crosta terrestre (o extraterrestre) corrosa, distrutta, ammuffita. La pennellata stessa sembra frangersi sulla trama della tela, dove l’ordito scompone l’olio quasi polverizzandolo e i filamenti di colore cuciono a loro volta i lembi separati di zolle terrose.

Purché Eloise Ghioni si concentri tendenzialmente su forme pittoriche geometriche, in cui i colori, le luci e le ombre diventano le strutture verbali di un discorso che tenti sempre di stabilire un ordine strutturato tra il soggetto dipinto, la struttura che lo accoglie e il materiale utilizzato (con un’attenzione maniacale al dettaglio, al microframmento), nel confronto con l’en plein air offre dei dipinti paesaggistici meno rigidi nelle linee, più disponibili alla variabilità della natura. Qui i colori diventano quasi materiali scultorei con cui creare dimensioni spaziali non più geometrizzanti, ma libere nella struttura.

Alessia Armeni espone due lavori che porta avanti da anni. La serie dei Profil Perdu è costituita da dipinti veloci di profili solo abbozzati, sfumati nelle pennellate che colgono il sunto emotivo di un’inclinazione o di una posa attraverso l’attimale e quasi istintiva scelta del colore, che si scioglie nell’intensità luminosa della sagoma nel momento stesso in cui viene dipinta. La serie delle Linee d’ombra, invece, è al contrario fatta da una pittura lunga, complessa, stratificata e scrupolosa. Dipingendo stanze chiuse, senza finestre, in cui c’è solo uno specchio poggiato a parete, tautologia dell’ambiente stesso, Alessia sa cogliere il degradare graduale della luce sulle pareti, lo sfumare dei colori dentro agli altri, dimostrando come le superfici empiricamente monocrome mai lo sono a chi le guarda. L’angolo, i muri (e le loro altezze), il pavimento… tutto è nel dipinto occasione di studio cromatico, di analisi della forma pittorica e di confronto con la pittura stessa. E ne esce anche un calore ovattato e vaporoso, dato dall’arancione usato come base ai dipinti, che d’altra parte tende ad emergere nelle pennellate meno coprenti. Durante Landina produce invece dei lavori partendo da una base magenta (che conferisce un erotismo cezanniano) per realizzare dei paesaggi calmi, atmosferici, di una pittura più fresca dell’aria umida in cui sono stati fatti.

Pittura Italiana Contemporanea, installation view
Pittura Italiana Contemporanea, installation view
Pittura Italiana Contemporanea, installation view
Pittura Italiana Contemporanea, installation view
Luigi Massari
Luigi Massari
Alessia Armeni
Alessia Armeni
Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024