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Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze | Teatro Kursaal Santalucia, Bari

“Pascali aveva questa grande passione per il fatto materico, per le materie, per le trasformazioni, per gli interventi chimici. Era un’ossessione personale che lo rendeva affascinante: uno stregone. […] Lo rimproveravo perché quello che io insegnavo ad usare come mezzo – l’osservare la materia – per lui era un fine”.Toti Scialoja intervistato da F. Alfano […]

“Pascali aveva questa grande passione per il fatto materico, per le materie, per le trasformazioni, per gli interventi chimici. Era un’ossessione personale che lo rendeva affascinante: uno stregone. […] Lo rimproveravo perché quello che io insegnavo ad usare come mezzo – l’osservare la materia – per lui era un fine”.
Toti Scialoja intervistato da F. Alfano Miglietti, in “Flash Art”, n. 143, marzo – aprile 1988

Fino al 4 maggio il Teatro Kursaal Santalucia di Bari ospita la mostra Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze, curata da Federica Boragina e Eloisa Morra con Antonio Frugis, la prima dedicata a Pino Pascali a Bari dal 1981. L’evento è promosso dalla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare e dal Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, insieme alla casa editrice Electa e con la partecipazione della Fondazione Toti Scialoja di Roma.
La mostra si incentra sulle corrispondenze in ambito personale e artistico tra Toti Scialoja (1914-1998) e Pino Pascali (1935-1968) negli anni Cinquanta e Sessanta, articolandosi in cinque sezioni che occupano la Sala Giuseppina e la Sala Cielo del Teatro Kursaal. Nel 1956 Pino Pascali si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma, poi nell’anno accademico 1957-1958 ebbe modo di conoscere Toti Scaloja, artista affermato e già docente di scenotecnica all’Accademia; in quell’anno Scialoja passò alla cattedra di bianco e nero, ma riformandola dal punto di vista didattico: intitolò “Collage” quel corso e “Pittura materica” il successivo. L’esperienza di Scialoja negli Stati Uniti, in occasione della mostra personale alla Catherine Viviano Gallery nel 1957, permise ai suoi allievi dell’Accademia di sperimentare l’utilizzo di nuovi materiali, tra cui il bitume e le vernici.
Pascali fece tesoro più di chiunque altro della lezione di Scialoja, come si evince dalla prima sezione della mostra, intitolata “Variazioni sulla materia”. Questa rivoluzionaria pittura materica e astratta, fortemente influenzata anche dalla coeva produzione informale di Alberto Burri, trova la perfetta espressione in opere come Il segno rosso (1957) di Toti Scialoja, una tela di canapa con pittura ad olio e vinilica, e Senza titolo (Astratto) (1957-1958) di Pino Pascali, tecnica mista su tela. La sezione “Viaggi e miraggi americani” mostra l’interesse di Scialoja e Pascali per le nuove avanguardie artistiche statunitensi (Pop Art e New Dada) che negli anni Cinquanta e Sessanta aprirono una nuova strada nell’arte contemporanea. 

Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze | Teatro Kursaal Santalucia, Bari – Foto di Barbara Rigon

C’è una differenza in questo avvicinamento dei due artisti all’arte americana: nel collage Anche niente (1961), per esempio, Toti Scialoja insiste sull’essenza e sull’astrazione della visione, mentre Pascali, che non frequentò da vicino la cultura americana, alterna la riflessione critica e l’interpretazione ironica all’ammirazione per le nuove tendenze; lo si nota nell’opera Jasper (1964), un omaggio a Jasper Johns realizzato con smalti su tela. La terza sezione, “Teatro e animazione”, spiega l’importanza del teatro nel percorso dei due protagonisti della mostra. Una passione trasmessa da Scialoja, attivo dagli anni Quaranta come scenografo teatrale e quindi capace di adattare la pittura al contesto dello spettacolo, al suo allievo Pascali. L’artista pugliese approfondì la conoscenza del teatro nelle tesine redatte in Accademia, poi la mise a frutto concretamente nelle scenografie teatrali, nelle opere scultoree e nei numerosi lavori per la televisione. Pascali mostrò in più occasioni anche un particolare interesse per la performance, come testimoniano le fotografie che lo ritraggono nell’interpretazione di Pulcinella per lo spot carosello Cirio (1965).
Il mondo animale è protagonista della quarta sezione della mostra, intitolata “Gioco e animali”. Questa tematica attraversa la produzione poetica (testi e illustrazioni) di Toti Scialoja e quella artistica di Pascali, che si cimentò anche nella scrittura di filastrocche. Entrambi ricorrono alla stilizzazione rappresentativa e a frequenti giochi di parole a livello testuale: sono chiari esempi l’illustrazione Squalo a scuola (1971) di Scialoja e la nota opera Bachi da setola (1968) di Pascali, una serie concentrica di scovoli di setola acrilica su supporto metallico che simulano dei bachi striscianti. “Mediterraneità”, titolo dell’ultima sezione della mostra Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze, sottolinea il rapporto ancestrale dei due artisti con le proprie origini, entrambe legate al mare. Da Procida provenivano gli antenati di Toti Scialoja, che dedicò all’amata isola una serie di opere, tra cui un suggestivo olio su tela datato 1946; il mare (soprattutto della natìa Polignano) rimase sempre nel cuore e nella mente di Pascali, che lo fotografò nel 1965 e lo ricordò in opere come 32 mq di mare circa (1967).

Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze
9 novembre 2024 – 4 maggio 2025
A cura di Federica Boragina e Eloisa Morra
Teatro Kursaal Santalucia, Bari

Cover: Pino Pascali Toti Scialoja. Confluenze | Teatro Kursaal Santalucia, Bari – Foto di Barbara Rigon

Le sale del Kursaal Santalucia di Bari ospitano un itinerario visivo in grado di restituire il dialogo personale e artistico fra Toti Scialoja e Pino Pascali, protagonisti delle vicende artistiche italiane degli anni Cinquanta e Sessanta.
Pino Pascali, Pesce sega, 1964, bitume, pittura lavabile e tempera su cartoncino, 25 x 35 cm. Collezione Claudia Lodolo