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Per Barclay e Alessandro Sciaraffa mettono in dialogo il passato e il presente a Bologna

Entrambe le mostre si pongono come esempi di un percorso culturale che valorizza il patrimonio architettonico e storico trasformandolo in scenografia per linguaggi artistici capaci di amplificare il dialogo tra passato e presente.
Per Barclay, La strage degli innocenti-Guido Reni, vista dell’opera dall’ingresso della navata | Courtesy Ministero della Cultura-Musei Nazionali di Bologna

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 e fino al 9 febbraio 2025, la Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna presenta due progetti espositivi che intrecciano la memoria storica con la sperimentazione artistica contemporanea: Harmonic Room di Alessandro Sciaraffa, ospitato nella suggestiva ex Chiesa di San Mattia, e La Strage degli Innocenti di Per Barclay, allestito nell’ex Chiesa di San Barbaziano.
Entrambe le mostre, curate da Patrizia Cirino e Denise Tamborrino, si pongono come esempi di un percorso culturale che valorizza il patrimonio architettonico e storico trasformandolo in scenografia per linguaggi artistici capaci di amplificare il dialogo tra passato e presente.
Dopo decenni di abbandono e un meticoloso intervento di restauro, l’ex Chiesa di San Barbaziano a Bologna riapre al pubblico con un suggestivo progetto installativo dell’artista norvegese Per Barclay. La Strage degli Innocenti, rilegge il celebre dipinto di Guido Reni, conservato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, attraverso una lente contemporanea. Il percorso espositivo non si limita a celebrare un capolavoro pittorico, ma lo decontestualizza per trasformarlo in un’esperienza immersiva attraverso la fotografia, la scultura e l’installazione. La riproduzione del dipinto capolavoro del barocco italiano è sospesa tra il soffitto e una piattaforma riflettente contente una mistura di olio e colorante nero. Norvegese, l’artista allude alle piattaforme petrolifere che segnano il suo mare, trasformando il petrolio in un emblema di violenza: verso la natura, verso l’innocenza, e verso tutti gli equilibri fragili che l’uomo infrange per dominare.
Evocando una sensazione di duplicazione e disorientamento all’interno dell’architettura della ex chiesa, Barclay trasforma l’abside e la navata della chiesa in un lago ombroso in cui le superfici riflettenti amplificano il senso di perdita e precarietà. Chi si sporge sulla piattaforma si trova avvolto in una dimensione specchiante, dove lo sguardo è costretto a incontrare se stesso, a confrontarsi con la propria parte di colpa e responsabilità. Barclay con La strage degli innocenti non vuole raccontare un singolo episodio; la sua opera parla di tutte le stragi, di tutti gli innocenti. Guerre, emigrazioni forzate, povertà: il dolore del passato si fa specchio del presente. 

Per Barclay, La strage degli innocenti-Guido Reni, vista dell’opera dall’ingresso della navata | Courtesy Ministero della Cultura-Musei Nazionali di Bologna

Nella superficie liquida dell’installazione, la storia non è più un susseguirsi lineare di eventi, ma un buco nero che assorbe tutto ciò accade. E la chiesa, con le sue superfici scrostate e le architetture ormai spoglie si riflette a sua volta, diventando parte integrante dell’opera in quanto testimone di una sacralità passata che oggi diventa teatro di una liturgia ormai muta, mentre ogni riflesso tradisce la presenza di chi osserva. Lo spazio della ex Chiesa di San Barbaziano, tra le sue molte vite e vicissitudini, è stato anche un deposito militare, un luogo di passaggio e dimenticanza, segnato dal tempo e dalle trasformazioni della storia. Oggi, questo corpo architettonico ferito, si fa custode del dolore riflesso nell’opera di Per Barclay. È come se l’edificio stesso partecipasse alla narrazione, amplificando il senso di perdita e redenzione mancata. Non c’è conforto qui, né consolazione.
Allo stesso modo, nella vicina ex Chiesa di San Mattia, Alessandro Sciaraffa trasforma un altro luogo di memoria in uno spazio immersivo di riflessione e sperimentazione sensoriale. Harmonic Room di invita il pubblico a entrare in una dimensione dove suono, luce e vibrazioni diventano strumenti per un dialogo intimo con il cosmo e con se stessi. Le opere di Sciaraffa, come Le Ombre del Mare e Aurora, riflettono questa poetica sinestetica. Manipolando ombre e luce, creano suoni che parlano al nostro “mare interiore”, mentre ricostruiscono fenomeni naturali come l’aurora boreale, portandoli all’interno dello spazio sacro della chiesa. In questo contesto, il suono diventa preghiera e le vibrazioni un invito alla riflessione. Il campanile sonoro Bell Tower e le campane storiche di Per Sempre e Mai Più completano questa sinfonia, mescolando tecnologia e tradizione. L’architettura diventa cassa di risonanza per un racconto che non si esaurisce nel presente, ma si proietta verso il futuro. 

Alessandro Sciaraffa Sinfonia Aurora, 2020 (part.) © Alessandro Sciaraffa Courtesy Galleria Giorgio Persano
Alessandro Sciaraffa Sinfonia Aurora, 2020 (part.) © Alessandro Sciaraffa Courtesy Galleria Giorgio Persano