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Le visioni del subconscio di Paulina Olowska alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

“Vedere è uno stato d’animo. Le immagini possono essere spiegate razionalmente, ma il loro impatto più profondo è sul subconscio”, scriveva nel 1961 il pubblicitario Stephen Baker riguardo il potere e gli effetti dei media sul pubblico americano. Proprio dal saggio di Baker l’artista polacca Paulina Olowska trae il titolo per la sua prima grande […]

Paulina Olowska – Visual Persuasion, INstallation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

“Vedere è uno stato d’animo. Le immagini possono essere spiegate razionalmente, ma il loro impatto più profondo è sul subconscio”, scriveva nel 1961 il pubblicitario Stephen Baker riguardo il potere e gli effetti dei media sul pubblico americano. Proprio dal saggio di Baker l’artista polacca Paulina Olowska trae il titolo per la sua prima grande rassegna antologica, Visual Persuasion, presentata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Artista ma anche regista dello spazio espositivo Olowska mette insieme lavori passati e recenti produzioni con alcune opere della collezione privata torinese, per indagare le dinamiche del desiderio e dell’erotismo nella cultura visuale. Le muse ispiratrici sono donne di epoche e culture diverse che si muovono all’interno di molteplici scenari, impersonando vari ruoli e interpretando i comuni stereotipi femminili.
Dalle provocanti illustrazioni di Maja Berezowska al ritratto che celebra l’iconica protagonista del cinema softcore Emmanuelle della stessa Olowska (Loveress, 2020) la mostra riflette sugli automatismi con cui le immagini esercitano il loro potere seduttivo. Tra le varie narrazioni ampio spazio è dedicato alla pornografia, un argomento che ancora oggi continua a rimanere un luogo oscuro nel dibattito pubblico. N
ell’esposizione vengono declinate le varie sfaccettature del film sensuale, dall’erotic-porno La Bestia (1975) di Walerian Borowczyk alla trilogia pop-surrealista Your Fly is Open di Julie Verhoeven, fino all’ultimo found-footage prodotto dall’Olowska, Ecstasy (2023). Se la rappresentazione iconografica dell’erotismo rispecchia quasi esclusivamente le fantasie e l’appetito maschile, Olowska si domanda quale sia la percezione delle donne. Del resto, la critica all’oggettificazione del corpo femminile e la sua commercializzazione sono centrali nella ricerca di molte artiste antecedenti all’Olowska, tra cui la connazionale Natalia Lach-Lachowicz (1937-2022), conosciuta come Natalia LL, le cui opere e azioni vennero criticate sia dal conformismo dei benpensanti sia dagli esponenti di spicco del mondo dell’arte. 

Paulina Olowska – Visual Persuasion, Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Sottoposta a censura mediatica anche l’installazione Ingrowth (2009) di Thomas Hirshhorn, una vetrina che mette in mostra dei manichini sanguinanti e feriti. Il pubblico giudicante si indigna per poco, ma non perde l’occasione per guardare di soppiatto, ecco perché forse sono stati posti diversi spioncini nelle pareti dai quali è possibile spiare cosa accade nella sala adiacente. 
Pittrice, performer e fotografa, in questo caso anche curatrice, Olowska combina estetiche e linguaggi differenti creando un variegato mosaico di riferimenti culturali, storici e politici. L’artista ci proietta in un contesto specifico, quello della metropoli di notte, e lo fa con un’installazione site-specific di neon che richiama le insegne luminose di tutte quelle città che si svegliano al crepuscolo offrendo esperienze e occasioni in una frenetica logica consumistica. La Casa del Materasso, Video Club e Tintoria Crocetta sono alcune delle scritte che si accendono nel corridoio della Fondazione, in un gioco di rimandi e sottintesi. Ma il progetto espositivo non si esaurisce qui comprende anche interventi installativi nella caffetteria o nei ripostigli, sorprendendo gli spettatori nei posti più inaspettati.
Nell’area del bookshop rivisita e sviluppa il lavoro presentato all’Art Institute of Chicago nel 2022, dove sei dipinti-tendaggi presentano molte delle figure che popolavano la rivista VIVA, un magazine degli anni Settanta rivoluzionario, rivolto al piacere sessuale femminile. Visual Persuasion è una mostra ambiziosa che pone al centro la donna, con un repertorio visivo che tende a scardinare il dispositivo dello sguardo patriarcale, di quella rappresentazione del nudo femminile codificata e sempre più pervasiva; senza dimenticare che il processo di emancipazione delle donne è passato anche attraverso la rivendicazione del piacere femminile come strumento di affermazione di identità. 


In mostra opere selezionate dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo di Tauba Auberbach, Vanessa Beecroft, Berlinde De Bruyckere, Trisha Donnelly, Peter Fischli and David Weiss, Sylvie Fleury, Nan Goldin, Dominique Gonzalez-Foerster, Mona Hatoum, Thomas Hirschhorn, Piotr Janas, Elena Kovylina, Barbara Kruger, Sherrie Levine, Sarah Lucas, Tracey Moffatt, Catherine Opie, Diego Perrone, Charles Ray, Cindy Sherman, Simon Starling e Richard Wentworth. 

Paulina Olowska – Visual Persuasion, Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino