Testo di Leonardo Ostuni —
“L’Arte è un sistema per cambiare”.
Così scriveva Pino Pascali nel 1967, dimostrando di avere ben inteso la funzione sociale dell’arte. Questa frase si legge nella parete di ingresso di una delle due sale della Fondazione Pino Pascali (Polignano a Mare) adibite alla mostra Pasolini, Pascali, Pazienza. Segni e disegni corsari, curata da Giacinto di Pietrantonio. La suddetta citazione racchiude un po’ il significato di questa esposizione, pensata da tanti anni e il cui titolo si ispira all’opera Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini. La mostra non intende celebrare questi tre personaggi nei ruoli in cui si sono principalmente distinti (Pasolini scrittore, Pascali scultore e Pazienza fumettista), anche perché ci troviamo di fronte ad autori trasversali. Il curatore ha individuato, invece, una matrice comune ai tre: è la pratica del disegno, acquisita grazie anche alla conoscenza della storia dell’arte.
Grazie a questo tratto comune e distintivo, l’osservatore può comprendere il contributo portato dai tre artisti alla cultura del loro tempo. Nella prima sala troviamo alle pareti quarantasei opere, realizzate dai tre autori e disposte senza un particolare ordine, mentre sui tavoli-bacheca è presentato il materiale documentario (cataloghi, riviste di fumetto e libri cari ai tre protagonisti). I disegni di Pasolini, quasi tutti sulla parete destra e realizzati con matite, pastelli colorati e inchiostro su carta bianca, rivelano una sorprendente capacità comunicativa; è il caso degli autoritratti (anni Sessanta), che mostrano i segni evidenti della malattia dell’anima, e dei ritratti dello studioso Roberto Longhi (anni Settanta), con i quali Pasolini alterna dettagli fotografici e tratti caricaturali.
Bozzettone per un omaggio a Laura (1967), dotato di un taglio cinematografico, è indubbiamente il lavoro più impegnativo del Pasolini artista: un collage di differenti materiali applicati su tavola di legno per celebrare l’amicizia con la storica attrice Laura Betti.
Concettualmente più vicini, i disegni di Pazienza e Pascali sono stati allestiti in un dialogo più prossimo. Pur distanti in termini generazionali, i due artisti mostrano nelle loro fasi iniziali non solo convergenze di pensiero, ma anche un’evidente ironia creativa, tendente alla satira in Pazienza e al gioco in Pascali. Del primo sono esposti disegni dalla libertà testuale (Aficionados, Colalongo, Convergenze) che anticipano la fortunata attività fumettistica, ma anche dipinti (Figaro, Senza titolo) complessi dal punto di vista formale e contenenti numerosi riferimenti storico-artistici.
Alcuni disegni di Pascali, semplici ma rivoluzionari negli anni Sessanta, sono legati alle sue passioni: è il caso di Motociclista (1963), di Mitra e pistola (1961) e degli studi sui pesci; altri, come Zanzare (1967), sono apprezzabili sotto forma di spot pubblicitari nella seconda sala, destinata a una videoproiezione. Assistendo alla visione di quest’ultima, si percepisce l’aria del cambiamento, dell’innovazione.
Le pubblicità di Pascali, realizzate combinando immagini e testi di impatto visivo, rimangono impresse nella mente grazie alla loro semplicità. Sono inseriti nel montaggio video diversi filmati, che vedono un Pier Paolo Pasolini intervistatore e intervistato porre le questioni che lo hanno reso un intellettuale lucidissimo e dissidente, intervallati dalle rivoluzionarie tavole fumettistiche di Andrea Pazienza.