Ornaghi & Prestinari a Santa Croce sull’Arno e a Faenza

Duplice appuntamento per Ornaghi & Prestinari: Stille, personale a Santa Croce sull’Arno e la Residenza d’Artista Faenza 2017 promossa da Museo Carlo Zauli in collaborazione con MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche
6 Dicembre 2017

Ad una sola settimana di distanza uno dall’altro, due appuntamenti hanno visto protagonisti il giovane duo milanese Ornaghi & Prestinari: Stille, una mostra a cura di Ilaria Mariotti organizzata a Santa Croce sull’Arno, e il progetto di residenza d’artista del Museo Carlo Zauli, a Faenza.
Entrambi gli eventi sono attraversati dal fil rouge dell’importanza del rapporto col territorio e della sua storia, la conoscenza di nuovi materiali e l’apprendimento di tecniche.

Stille

Santa Croce sull’Arno, piccolo comune toscano che fonda la propria economia sulla lavorazione di cuoio e pelle, è stato il palcoscenico dell’operazione che ha visto l’interfacciarsi degli artisti con il Consorzio Depuratore locale. Ornaghi&Prestinari sono stati chiamati a conoscere questa provincia toscana e a relazionarsi con l’imprenditoria locale, operazione che ha consentito l’ideazione di un sostanzioso corpus di opere inedite.
Negli anni ‘80 le imprese del settore della concia si sono consorziate investendo in un unico impianto di depurazione con lo scopo di risolvere il problema delle acque reflue prodotte dagli scarichi conciari, provviste di un alto potenziale inquinante. Gli artisti sono stati introdotti al funzionamento di questo sistema purificante capace di rendere gli scarti delle lavorazioni riciclabili e riutilizzabili e che ha premesso di sanare l’economia locale, compromessa dal suo stesso impatto ambientale.
E’ comprensibile perché Ornaghi & Prestinari siano adatti a confrontarsi con un progetto simile: il loro lavoro è imperniato su una manualità concreta, attenzione alla produzione industriale e studio estetico dell’artefatto. La loro è un’indagine interessata alla trasformazione, alla cura e alla riparazione, alla coesistenza e alla complessità, come già si evinceva nella loro mostra Familiare, allestita nel 2014 presso Galleria Continua.  Si può dire che le opere di Stille siano il risultato più puro prodotto dal processo di bonificazione delle acque: lavori nati dall’incontro con i materiali e con l’idea stessa del movimento circolare che porta alla nobilitazione dello scarto.
Le sale di Villa Pacchiani ospitano XX opere concepite per questo progetto che compongono un bouquet espositivo equilibrato, che si inserisce in maniera armonica nell’ambiente.

Una selezione di quelle che ho istintivamente apprezzato di più:
RETI — “Un diagramma reso scultura”, recita la sinossi, e mi pare sia adatto e poetico per descrivere questo lavoro ispirato dall’opera di Howard ed Eugene Oudum, ecologi statunitensi noti per il lavoro pioneristico sugli ecosistemi, dove le forme circolari degli schemi indicano le energie naturali in entrata nel sistema.
PANNI — Con un’operazione di pasoliniana memoria, una composizione di stracci per le polveri riecheggia i drappeggi della Deposizione del Pontormo.
SALVIA — Reduci dal confronto con la casa museo di Morandi, nella quale Ornaghi & Prestinari hanno avuto occasione di cimentarsi, ideano questa natura morta, che restituisce anche l’idea di un paesaggio industriale.

Installation view MIC – Museo Carlo Zauli  2017 - ph Ornaghi & Prestinari

Installation view MIC – Museo Carlo Zauli 2017 – ph Ornaghi & Prestinari

MIC – Museo Carlo Zauli | Residenza d’Artista Faenza 2017

Il fango, l’acqua, la relazione con la storia del territorio sono elementi che confluiscono anche nella residenza d’artista faentina: Ornaghi & Prestinari sono infatti vincitori del bando promosso dal Museo Carlo Zauli e dal Museo Internazionale della Ceramica.
La Residenza prevede l’invito di artisti che non si siano mai confrontati con la tecnica ceramica, per offrire la possibilità di scoprire il mondo creativo che si cela dietro questo linguaggio antico.
Ornaghi & Prestinai hanno lavorato per sei mesi in quello che fu lo studio di Carlo Zauli, tra i più significativi scultori del secolo scorso, in uno spazio che sembra incastonato nel tempo, e nel quale, prima di loro, sono transitati Yuri Ancarani, Salvatore Arancio, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Christian Frisi, Diego Perrone, Eva Marisaldi, Mathieu Mercier, Jonathan Monk, solo per citarne alcuni.
Faenza è sinonimo di ceramica: la città oggi è contraddistinta da un confronto attivo tra artisti contemporanei, la storia e le possibilità di questa tecnica, che si rivitalizzano tutte grazie all’approccio anticonformista degli artisti, ignari delle regole della produzione e, per questo, efficaci nel riattivarla.
Le specificità del materiale imporrebbero un rigore che gli artisti non conoscono, per cui i ceramisti, nel tentativo di assecondare l’idea che si vuole realizzare, ideano nuove soluzioni e strategie.  Le opere finali nascono quindi da uno scambio tra Ornaghi & Prestinari con la materia, il ceramista, la storia di Zauli, del museo e della città, innescando un circuito produttivo dinamico e imprevedibile.
Per la prima volta le opere prodotte dagli artisti ospiti del Museo Zauli sono state esposte al MIC, il museo che possiede la più grande collezione al mondo dedicata all’arte ceramica: nei suoi spazi è documentata la storia di questa tecnica attraverso tutte le epoche.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il MIC subì gravissimi danni a causa dei bombardamenti: parte dell’edificio e della collezione vennero distrutti.
Il museo venne faticosamente ricostruito grazie alla generosità dei faentini e di collezionisti privati italiani ed europei: fra questi, spicca il nome di Pablo Picasso che donò diverse opere e spronò altri artisti a fare altrettanto.  La sfida ad investigare le possibilità di questo linguaggio è quindi alta, e indubbiamente stimolante, perché le opere di Ornaghi & Prestinari sono chiamate a confrontarsi con dei pezzi da novanta della storia dell’arte: lavori di Picasso, Léger, Chagall, Dalì, Leoncillo, Melotti …
La sensibilità degli artisti milanesi si è polarizzata attorno all’attenzione al dettaglio, peculiare nel loro modus operandi: “… come se ogni vaso fosse composto di cocci destinati a rivelarsi, come se ogni frammento fosse una scultura a sé”.
Incontriamo una serie di opere create per essere ospitate in dialogo con i bianchi di faenza ed inserite in una specifica ala del museo.
Tra queste, “COCCI”, un contenitori colmo di pezzi, forse una scultura rotta di cui si vogliono conservare tutte le parti e l’incantevole “LUNA”, uno spicchio madreperlaceo adagiato in un secchio, ispirato alla storia Zen “niente acqua, niente luna”.

Gli artisti raccontano:
«Quando la monaca Chiyono studiava lo Zen con Bukko di Engaku, per molto tempo non riuscì a raggiungere i frutti della meditazione. Finalmente, in una notte di luna, stava portando dell’acqua in un vecchio secchio tenuto insieme con una cordicella di bambù. Il bambù si ruppe e il fondo del secchio cadde, e in quel momento Chiyono fu liberata!

Per commemorare l’evento, scrisse una poesia:

In questo modo e in quello cercai di salvare il vecchio secchio
Poiché la corda di bambù era logora e stava per rompersi.
E poi tutt’a un tratto il fondo si staccò e cadde
Niente più acqua nel secchio!
Niente più luna nell’acqua!»

SALVIA 2017 Ornaghi & Prestinari -  STILLE - ph OKNO Studio

SALVIA 2017 Ornaghi & Prestinari – STILLE – ph OKNO Studio

LUNA 2017 Ornaghi & Prestinari MIC – Museo Carlo Zauli  2017 - ph Ornaghi & Prestinari

LUNA 2017 Ornaghi & Prestinari MIC – Museo Carlo Zauli 2017 – ph Ornaghi & Prestinari

Ornaghi&Prestinari | Stille
18.11.17 – 14.01.18
Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno

Residenza d’Artista Faenza 2017
MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche
26.11.17 – 07.01.18

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