Matteo Domenichetti e Milovan Farronato si incontrano per la prima volta nel 2019 a un evento Gucci e già nel 2020, in piena pandemia, decidono di vivere un’esperienza onirica e surreale. Si trasferiscono nella campagna dell’Oltrepò Pavese, rendendo il loro nuovo domicilio un luogo di sperimentazione e incontro. Questo il primo passo del progetto MyceliuMinds, ideato da Matteo Domenichetti e curato da Milovan Farronato, da entrambi collocato “in una fruttifera e scivolosa terra di confine tra scienze naturali e arte, tra tecnologia speculativa e onironautica”.
Il progetto, presentato alla stampa il 4 marzo scorso alla Casa degli Artisti (Milano), riflette sulla pratica dello “Swinging Club”, che consiste nello scambio di profili social tra conoscenti, amici, parenti: l’obiettivo è quello di eludere e destabilizzare gli algoritmi, e quindi la logica intrinseca, dei social network. Attraverso un approccio performativo, militante, cross-mediale, è l’intero sistema del “capitalismo della sorveglianza” ad essere messo in discussione: questo provoca lo scambismo digitale applicato su larga scala. Per tale ragione, MyceliuMinds ha un’esistenza in primis virtuale, per poi approdare in analogico.
Un talk performativo, tre video, una residenza d’artista, illustrazioni, un profilo Instagram (Canis_in_Somno) per raccogliere e archiviare materiali, eventi collaterali performativi sono solo alcune delle componenti di MyceliuMinds. Il micelio, infatti, è il corpo filamentoso del fungo: una sorta di rete che connette tra loro le piante, come la “rete” digitale connette gli utenti dispersi in ogni parte del globo.
Le connessioni, i rimandi e le corrispondenze permettono di vedere il mondo sotto diversi punti di vista, sempre nuovi e potenzialmente infiniti. Ecco allora che diviene necessario combattere gli algoritmi, che scelgono al posto nostro selezionando cosa farci vedere e cosa celare, per essere protagonisti, attivisti e militanti nell’esistenza.
La trilogia di video è l’elemento che presenta al meglio l’estetica e la logica di MyceliuMinds. Ogni video, “prodotto” da tre notissime riviste dai nomi ironicamente storpiati, si sviluppa in una dimensione onirica, popolata da un misterioso personaggio chiamato P.O. Il primo presenta una situazione, gli ultimi due le soluzioni possibili.
Si comincia con un inedito Mark Zuckerberg in psicanalisi: attraverso il racconto dei sogni, in cui P.O. appare sotto forma di cane, si propongono due soluzioni ai problemi della rete – l’inquinamento dell’ecosistema, il furto di dati, la manipolazione – nella forma o della “fantadiplomazia” o della “tecnoresistenza”. Pratica dissidente da un lato, Mycelium dall’altro: queste sono le due risposte al capitalismo della sorveglianza, date all’interno di due video che raccolgono anche altre forme d’arte – come la grafica dei poster d’artista – a sottolineare lo scambio che intercorre tra i media, gli artisti e il pubblico. MyceliuMinds è un progetto complesso e in progress, imprevedibile, imprevisto e provocatorio: senza alcun limite o regolamento, ci invita a fondere il vecchio e il nuovo, noto e ignoto per essere finalmente liberi di sperimentare e cambiare.