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Monilola Olayemi Ilupeju – Gymnasia | A plus A, Venezia

Il corpo porta su di sé la scrittura delle trasformazioni sociali e politiche, come suggerisce la sociologa e scrittrice Gloria Angelina Anzaldùa parlando della violenza perpetrata contro le donne di colore. Nei suoi lavori Monilola Olayemi Ilupeju rappresenta proprio quel corpo ferito ed emarginato, scomponendolo e ricomponendolo sulla tela. Newyorkese di nascita e nigeriana d’origine, […]

Monilola Olayemi Ilupeju, Gymnasia, A plus A Gallery, 2023, exhibition view. Ph Clelia Cadamuro
Monilola Olayemi Ilupeju, Gymnasia, A plus A Gallery, 2023, exhibition view. Ph Clelia Cadamuro

Il corpo porta su di sé la scrittura delle trasformazioni sociali e politiche, come suggerisce la sociologa e scrittrice Gloria Angelina Anzaldùa parlando della violenza perpetrata contro le donne di colore. Nei suoi lavori Monilola Olayemi Ilupeju rappresenta proprio quel corpo ferito ed emarginato, scomponendolo e ricomponendolo sulla tela. Newyorkese di nascita e nigeriana d’origine, Ilupeju indaga l’evoluzione della sessualità in relazione all’intimità e alle metodologie decoloniali.  Fino al 15 luglio la galleria A plus A ospita la prima mostra personale dell’artista in Italia, Gymnasia, dove vengono presentati una serie di dipinti, sculture e disegni inediti realizzati durante la sua residenza a Venezia e nel suo studio a Berlino. 

Ilupeju trasforma il white cube espositivo in un laboratorio di sperimentazione, creando un display innovativo che diventa esso stesso un’opera d’arte. La palestra, luogo ludico e al contempo di resistenza fisica e psicologica, diviene metafora della condizione femminile nell’attuale panorama sociopolitico, in cui “i corpi emarginati devono trovare e forgiare modi creativi e agili per muoversi e sopravvivere”. Molte delle figure dipinte vengono ritagliate e svincolate dai parametri della tela, libere così di interagire con l’architettura della galleria. L’artista adopera per la prima volta il ferro per riprodurre in maniera stilizzata i tipici attrezzi per l’allenamento, tra cui la spalliera svedese, gli anelli o la sbarra a muro. Immortala la varietà dei gesti e le diverse posture adottate dalle ballerine durante gli esercizi di riscaldamento, come in The Dancer, in Bridge o in Helter Skelter

Nuda, immobile, con il braccio che copre la vista, Ilupeju raffigura sé stessa mostrandosi in tutta la sua fragilità e vulnerabilità (Blue, 2023). L’auto-rappresentazione diventa un veicolo per riflettere sui modi in cui il corpo viene percepito dalla collettività e superare la vergogna del mostrarsi priva di protezioni.  Non nasconde i segni delle imperfezioni fisiche, rifuggendo i canoni della bellezza imposti dalla società contemporanea (In the Light of Day, 2023). Nella serie Body Print cerca di catturare le espressioni facciali, i contorni del proprio corpo ricalcandosi con il carboncino, fino a cogliere il momento dell’orgasmo (Masturbation Study No. 1). 

Il percorso espositivo invita poi lo spettatore a riflettere sulle diverse possibilità di percezione corporea, tanto che Ilupeju rompe gli schemi precostruiti distruggendo la tela in pezzetti che si disperdono sul pavimento, come accade in Aborted Painting. Un’installazione meditata e ragionata che propone un nuovo approccio alla pittura, sicuramente ben riuscito. Pertanto, come nell’antica Grecia qui il “ginnasio” diventa uno spazio per esercitare non solo il proprio fisico ma soprattutto la forza del pensiero. 

Monilola Olayemi Ilupeju, Gymnasia, A plus A Gallery, 2023, exhibition view. Ph Clelia Cadamuro
Monilola Olayemi Ilupeju, Gymnasia, A plus A Gallery, 2023, exhibition view. Ph Clelia Cadamuro