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MOBS. Mobilities, Solidarities and Imaginaries Across the Borders | Genova

“MOBS” non è solo una mostra, ma una proposta metodologica ibrida che sfida i confini tradizionali delle discipline artistiche e sociologiche. È un'occasione per riflettere su come le persone, in movimento, possano ridefinire non solo i confini geografici ma anche quelli sociali e culturali.

La mostra MOBS. Mobilities, Solidarities and Imaginaries Across the Borders, allestita dal 15 marzo 2024 al Primo Piano di Palazzo Grillo a Genova, si propone come un’esperienza immersiva che unisce arte e ricerca per esplorare temi fondamentali del nostro tempo: migrazioni, solidarietà e confini – sia fisici che sociali. Curata da Anna Daneri, questa mostra interdisciplinare nasce dal progetto di ricerca MOBS, sostenuto dal programma PRIN 2020 del Ministero della Ricerca e realizzato in collaborazione tra le Università di Genova, Parma, Padova, Milano e Napoli – L’Orientale.
Il concept della mostra si distingue per il suo approccio transdisciplinare, che unisce le competenze degli studiosi e delle artiste coinvolte in un dialogo costante tra le scienze sociali e le arti visive. Come sottolineato dalla curatrice, il lavoro non è solo un’esposizione di opere artistiche, ma anche un laboratorio di idee e riflessioni collettive, dove video, sculture, fotografie e disegni si intrecciano per raccontare le storie e le esperienze delle persone in movimento.
Una delle caratteristiche principali di MOBS è il suo uso del “linguaggio poetico”, che invita lo spettatore a riflettere e a percepire la realtà in modo più profondo, come afferma Trinh T. Minh-ha, il cui pensiero guida parte della curatela. Piuttosto che presentare una narrazione lineare e didascalica, le opere in mostra si impegnano a creare significati che vanno oltre le parole, dando vita a immagini e suoni che sfidano le convenzioni tradizionali e stimolano una riflessione critica.

La mostra racconta le storie delle migrazioni attraverso diverse prospettive geografiche e sociali: il Mediterraneo, le Alpi, le città e le aree rurali. Ogni spazio è interpretato da un diverso gruppo di ricerca, e le opere presentate sono il risultato di una stretta collaborazione tra accademici e artisti. Gli artisti Alessandra Cianelli, Wissal Houbabi, Anto Milotta e Opher Thomson presentano lavori che si intersecano e rispondono alle indagini sociologiche condotte nelle aree di transito italiane.

ALESSANDRA CIANELLI, NON ERA QUI A BABELE_ Memorie del Feudo Memorie della Piantagione, 2022-2025 – installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Anna Positano Studio Campo
OPHER THOMSON, ABITO DI CONFINI. Muoversi dietro le quinte del palcoscenico italiano, 2025 – installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Opher Thomson
WISSAL HOUBABI, C’ERA UNA VOLTA IL FUTURO, 2025, installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Anna Positano Studio Campo

Il percorso espositivo si arricchisce di performance e incontri settimanali che estendono l’esperienza oltre la fruizione passiva delle opere. Il 22 marzo si è svolto un evento curato dall’Università di Genova (gruppo mare), con la performance del cantautore Davide Cangelosi, un incontro con Enrico Fravega, Antonino Milotta, Luca Queirolo Palmas e Filippo Torre, e la proiezione di un estratto del documentario “La nave va” di Massimo Cannarella, con la partecipazione della ricercatrice Nadia Chaouch.
Il 29 marzo invece si è tenuta la presentazione del volume Amara terra (29 marzo) alla presenza delle autrici Monica Massari, Federica Cabras e Simona Miceli dell’Università di Milano e una lecture performance di Alessandra Cianelli (gruppo rurale). Un incontro che, assieme agli altri, arricchisce la proposta con discussioni e approfondimenti che invitano alla riflessione critica su temi come lo sfruttamento e la resistenza delle donne migranti nel contesto delle campagne siciliane.

Il 5 aprile è stata la volta del gruppo urbano (Università di Padova) con la presentazione del video “Emanciparsi dal presente” di Gaia F. Farina, che riflette sulla ricerca attraverso i manifesti  realizzati dal collettivo Cheap di Bologna, con l’autrice, Annalisa Frisina e Gustavo Alfredo Garcia Figueroa; e di  “C’era una volta…il futuro” dell’artista Wissal Houbabi (realizzato con Daniele Poli) insieme alla BFF Gang, collegate in remoto.
Chiude il programma degli incontri, il 12 aprile, l’evento del gruppo montagna (Università di Parma) con il seminario di ricerca “Future framing from the border: participatory and multi-situated ethnographies”  a partire dalle esperienze di campo dell’equipe di ricerca, con Vincenza Pellegrino, Ibrahim Sanoko, Hamid Moussa, Jacopo Anderlini, Opher Thomson, Luca Giliberti, Camilla Macciani e Irene Valota. A seguire proiezione del documentario “Abito di confini” di Opher Thomson.

“MOBS” non è solo una mostra, ma una proposta metodologica ibrida che sfida i confini tradizionali delle discipline artistiche e sociologiche. È un’occasione per riflettere su come le persone, in movimento, possano ridefinire non solo i confini geografici ma anche quelli sociali e culturali. Un progetto che si inserisce nel contesto di un’arte impegnata, capace di stimolare cambiamenti e nuovi modi di pensare le problematiche globali. La mostra diventa quindi uno spazio di apertura e confronto, dove la ricerca e l’arte si intrecciano per produrre una visione innovativa delle dinamiche di confine, in un tempo in cui queste sono sempre più centrali e urgenti.

Cover. ANTO MILOTTA, TANIMAR, crocevia mediterraneo, 2023_installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Anna Positano Studio Campo

ANTO MILOTTA, TanimaR Tunis, 2025_installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Anna Positano Studio Campo
ANTO MILOTTA, TanimaR Tunis, 2025_installation view MOBS, Palazzo Grillo Genova, foto Anna Positano Studio Campo