Le variazioni della realtà di Mika Rottenberg al Mambo

Fino al 19 maggio 2019 il MAMbo presenta la prima personale in un’istituzione museale italiana dell'artista a cura di Lorenzo Balbi.
7 Febbraio 2019
Mika Rottenberg, Tropical Breeze, 2004 - Installazione video a canale singolo 3’ 45” - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Collezione Pasquale Leccese - Courtesy Le Case D’Arte, Milano

Mika Rottenberg, Tropical Breeze, 2004 – Installazione video a canale singolo 3’ 45” – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Collezione Pasquale Leccese – Courtesy Le Case D’Arte, Milano

Mika Rottenberg, dopo la mostra al Goldsmith CCA di Londra, torna ad occupare uno spazio alle sue origini destinato ad aiutare le fasce più povere della popolazione cittadina. Al pari del nuovo centro per l’arte contemporanea londinese nato in luogo adibito al tempo al servizio di pulizia personale delle comunità più povere della città, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna sorge infatti in un edificio creato per assolvere alle difficoltà di approvvigionamento dei cittadini bolognesi nel corso della prima guerra mondiale. Due luoghi diversi, ma con un’origine funzionale simile la cui storia appare contesto perfetto per per le opere dell’artista che con umorismo esplora le idee di classe, lavoro, genere e valore.

La navata centrale della Sala delle Ciminiere del MAMbo, per il quale la mostra è stata appositamente concepita, si trasforma in una sorta di storyboard fatta di pochi elementi: labbra rosse, code di capelli in movimento e dita dalle unghie laccate spuntano dalle pareti come indizi di una storia e di un mondo da raccontare.
Ed ecco allora che lavori come “Ponytail”, “Finger” e “Smocky Lips”, tutti rivolti ad una riflessione sul corpo femminile, funzionano da elementi preparatori di una narrazione successiva che viene sviluppata nelle navate laterali alle quali possiamo accede seguendo un percorso quasi obbligato. E’ la posizione stessa delle opere a dettare il nostro percorso e visione.

Mika Rottenberg, AC and Plant, 2018 - Aria condizionata, pianta, vaso, acqua - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, AC and Plant, 2018 – Aria condizionata, pianta, vaso, acqua – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Untitled Ceiling Projection (video still), 2018 - Installazione video a canale singolo con sonoro - Ca. 7’ - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna Courtesy l’artista e Hauser & Wirth - Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna

Mika Rottenberg, Untitled Ceiling Projection (video still), 2018 – Installazione video a canale singolo con sonoro – Ca. 7’ – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna Courtesy l’artista e Hauser & Wirth – Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

L’installazione “ac plant” impedisce ad esempio uno sguardo generale sulla mostra. In questa l’accostamento di un sistema di aria condizionata e di una pianta, classica immagine da corridoio, viene trasformata dalla Rottenberg in una sorta di sacra conversazione, in un rapporto quasi romantico tra due oggetti inanimati e praticamente privi di valore. Elaborando un circuito imprevisto causato da un malfunzionamento meccanico, l’artista mette in scena una sorta di ecosistema, un legame tra artificio e naturale in un luogo del tutto ordinario. Oltre la parete, come attraversando una camera temporale, ci si trova immersi in un mondo rarefatto e alterato.
In fondo alla grande sala, oltrepassando una festosa tenda fatta di stelle filanti, ci immergiamo letteralmente nel ‘mondo Rottenberg’: la sala buia ospita il video “Cosmic generator” nel quale un ipotetico tunnel collega il Messico agli Stati Uniti. Ad unirsi non sono però i due Stati, ma negozi cinesi occupati da donne annoiate e circondate da oggetti frutto di un over produzione accessoria. Attraverso un montaggio video che prende ispirazione dalla tradizione cinematografica e che richiama alla mente quello dei film di Bunuel e di Maya Deren, la Rottenberg mette in scena universi nei quali tempo e spazio sembrano collassare, dove reale e suggestione si uniscono e starnuti, buchi e tunnel appaiono come portali spazio-temporali. Ipnotico, eccessivo, ridondante: le ripetizioni, i ritorni temporali e spaziali provocano fastidiosi sincopi cronologiche dove la narrazione avanza a singhiozzi, strozzata.

In “NoNoseKnows”, filmato nel luogo di produzione delle perle d’acqua dolce nella provincia di Zhuji in Cina – visto alla Biennale di Venezia nel 2015 – il mondo reale di giovani donne che aprono conchiglie e ne selezionano le perle si sovrappone a quello fantastico in cui da uno starnuto si generano piatti già cotti che non vengono consumati, ma solo accumulati. Lo starnuto torna anche in “Sneeze”, unico video nel quale è presenta la figura maschile anche se con caratteristiche che rimandano al mondo femminile come le unghie laccate. Qui il gesto incontrollabile da vita ad una produzione di teneri coniglietti. Ad essere messo in scena è un processo di produzione fittizio che illumina le connessioni e i processi nascosti dietro economie globali apparentemente non correlate fra loro, un’allegoria del sistema capitalistico che regola le condizioni umane e i processi di produzione massiva delle merci.

Mika Rottenberg -  Finger, 2018 - Dito artificiale, sistema meccanico - 7 x 13 cm - Veduta di al-lestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bian-chi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg – Finger, 2018 – Dito artificiale, sistema meccanico – 7 x 13 cm – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Smoky Lips (Study #4), 2018-19. Video installazione a canale singolo - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth - Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna

Mika Rottenberg, Smoky Lips (Study #4), 2018-19. Video installazione a canale singolo – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth – Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

I protagonisti dei video della Rottenberg, attori non professionisti che l’artista sceglie navigando nel web attirata dalle loro diversità fisiche, svolgono compiti ripetitivi come produrre salviette rinfrescanti dall’aroma tropicale a partire dal sudore di una camionista che beve una bevanda agli agrumi in “Tropical breeze” o dare avvio ad una catena di distribuzione di mollette per l’uomo con la pelle più elastica del mondo in “Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant)”. Per quest’opera, come già per “Cosmic generator”, il fruitore è costretto ad entrare in un luogo artificiale, fittizio rispetto a quello dello spazio espositivo, al quale l’accesso è permesso soltanto abbassandosi e passando per luoghi stretti e costretti.
Un’imposizione fisica che l’artista ci obbliga, così come ci impone – o costringe – ad assoribire tic, disturbanze, manie che governano i suoi mondi popolati da donne la cui fisicità rifugge i canoni di bellezza classici. Non è dunque certo un caso se la mostra apre con “Untitled Ceiling Projection”, video wall installato a soffitto che costringe il visitatore ad alzare la testa in una situazione di subordinazione rispetto a ciò che accade. Nel video la Rottenberg rompe lampadine colorate i cui frammenti vanno a comporre una composizione astratta e casuale mai uguale a se stessa. Qui l’energia umana, dedita in tutte le altre opere alla produzione, si trasforma in gesto di distruzione. E’ forse arrivato il momento per il genere umano di distruggere per ricominciare?

Mika Rottenberg, NoNoseKnows, 2015 - Video e installazione scultorea - 21’ 58” - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, NoNoseKnows, 2015 – Video e installazione scultorea – 21’ 58” – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 - Installazione video a canale singolo con sonoro - Dimensioni variabili  -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 – Installazione video a canale singolo con sonoro – Dimensioni variabili -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 - Installazione video a canale singolo con sonoro - Dimensioni variabili  -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 – Installazione video a canale singolo con sonoro – Dimensioni variabili -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 - Installazione video a canale singolo con sonoro - Dimensioni variabili  -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Cosmic Generator, 2017 – Installazione video a canale singolo con sonoro – Dimensioni variabili -Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg - Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant), 2014 - Video con sonoro e installa-zione scultorea - 27’ 54” - Titolo variante - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comu-ne di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg – Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant), 2014 – Video con sonoro e installazione scultorea – 27’ 54” – Titolo variante – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg - Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant), 2014 - Video con sonoro e installa-zione scultorea - 27’ 54” - Titolo variante - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comu-ne di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg – Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant), 2014 – Video con sonoro e installazione scultorea – 27’ 54” – Titolo variante – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, NoNoseKnows, 2015 - Video e installazione scultorea - 21’ 58” - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, NoNoseKnows, 2015 – Video e installazione scultorea – 21’ 58” – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Mika Rottenberg, Ponytail (Orange), 2018 - Capelli, sistema meccanico - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna - Courtesy Collezione Scott e Margot Ziegler - Opera pro-dotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna

Mika Rottenberg, Ponytail (Orange), 2018 – Capelli, sistema meccanico – Dimensioni variabili – Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 – Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna – Courtesy Collezione Scott e Margot Ziegler

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