Michele Gabriele – The Vernal Age of Miry Mirrors | Manifattura Tabacchi, Firenze

L’intero progetto intende riflettere sui meccanismi che sottendono la percezione e l’osservazione, rapportati alla pluralità delle nostre reazioni e alla conseguente imprevedibilità dei nostri comportamenti.
16 Aprile 2022
Michele Gabriele, The Vernal Age of Miry Mirrors, 2022. Installation view. Photo Flavio Pescatori
Opera di Michele Gabriele. Foto M. Ben Hamouda – M. Gabriele

Lo scorso 7 aprile è stata presentata al pubblico la prima mostra del nuovo programma espositivo promosso da NAM – Not A Museum all’interno degli spazi di Manifattura Tabacchi a Firenze: si tratta della personale The Vernal Age of Miry Mirrors dell’artista Michele Gabriele, a cura di Treti Galaxie.

Il contesto nel quale il progetto si sviluppa – con tanto di atelier, laboratori, bistrot e negozi – ha tutta l’aria di essere stato concepito in una qualche città Mitteleuropea. E, invece, gli edifici attribuiti a Pier Luigi Nervi negli anni Trenta, rigenerati a partire dal 2016 con un piano di interventi che dovrebbe concludersi tra quattro anni, si trovano in via delle Cascine a Firenze, in quella stessa Toscana da cui provengono le decine di specie vegetali che animano i tanti spazi verdi – la firma, in questo caso, è del paesaggista Antonio Perazzi. Entro il 2026, quello che appare essere a tutti gli effetti un quartiere della creatività, una piccola cittadella del contemporaneo, dovrebbe dotarsi di una Factory – ristoranti, atelier, laboratori, uffici e spazi di co-working, la cui apertura è prevista per la fine di quest’anno – di uno spazioso boulevard ciclopedonale, di un birrificio, di studi per artisti e designer, di uno studentato, di un hotel e, infine, di una serie di loft residenziali, la cui progettazione è affidata allo studio di Patricia Urquiola.

Un fervore, quello manifestato da Manifattura Tabacchi, che già si respira da qualche tempo, e che si registra anche nel corso di appuntamenti mondani quali gli opening, eventi-vetrina presi in esame da Gabriele per la costruzione della mostra. The Vernal Age of Miry Mirrors – come sottolinea Caterina Taurelli Salimbeni, direttrice artistica di NAM – “nasce dalla profonda sinergia con Matteo Mottin e Ramona Ponzini, componenti di Treti Galaxie, e indaga, come ogni attività di NAM, le questioni più urgenti della nostra contemporaneità”.
“Le opere che la compongono – una nuova serie di sculture intitolata emblematicamente ‘I’m sitting here on the ground so I’ll remember it as a nice atmosphere’ or ‘The difficulties of a form to move away from the stereotypes it evokes’ (2022), accompagnata da alcuni video inediti – “sono state realizzate formalmente nel luglio dell’anno scorso – prosegue, invece, Matteo Mottin – anche se, a livello embrionale, risalgono a un periodo ancora precedente”

Come si evince dal titolo, il corpus di lavori elaborato da Gabriele non è incentrato tanto sull’aspetto rilassato e festaiolo delle inaugurazioni – sospese durante il periodo di lockdown e ritornate nuovamente in auge – quanto sull’effetto disagiante o imbarazzante che tali eventi potrebbero provocare su un’ipotetica fetta di pubblico. 

Michele Gabriele, The Vernal Age of Miry Mirrors, 2022. Installation view. Photo Flavio Pescatori

Le opere – affermano i Treti Galaxie – sono state concepite come se fossero esse stesse dei partecipanti di un opening: per questo la scritta apposta sul pannello d’ingresso, ‘Misty Wavelenght Sonata’, è diversa dal titolo”. L’idea è quella di far viaggiare la mostra su un doppio binario interpretativo: quello delle opere, trasformate idealmente in visitatori che assistono “a una mostra di opere video di Michele Gabriele dal titolo ‘Misty Wavelenght Sonata’”, e quello degli spettatori in carne ed ossa, i quali pure assistono, mescolandosi, a questo rito singolare e ordinario, intitolato, nel loro caso, The Vernal Age of Miry Mirrors

L’atmosfera è volutamente cupa, al fine di evidenziare il potenziale perturbante generato da tali occasioni. La serie di sculture, intrisa di riferimenti televisivi e cinematografici, costituisce il risultato di ciò che accade a una forma quando questa viene osservata: i processi cognitivi sono molteplici, per cui, alla fine, si arriva sempre ad assegnarvi una configurazione totalmente soggettiva. Gabriele cerca, così, di proporne undici, prendendo ispirazione dalle posture, gestualità e atteggiamenti che i nostri corpi assumono nell’abitare gli spazi di un’esposizione. I video che le attorniano, intitolati Without a place to return to (2022), rappresentano, invece, una riflessione “sulle modalità attraverso le quali, in ambito cinematografico, il nucleo del messaggio narrativo viene espresso mediante le ambientazioni, rivelando paesaggi incerti e porzioni di luoghi evocati oniricamente, a metà strada tra memoria filmica e sogno premonitore”

Si tratta della prima volta in cui Gabriele si confronta con l’utilizzo del video, ma il desiderio di suscitare nello spettatore quella sottile sensazione di insicurezza mista a scomodità si percepisce tutto. D’altronde, come afferma lo stesso artista, l’intero progetto intende riflettere proprio sui meccanismi che sottendono la percezione e l’osservazione, rapportati alla pluralità delle nostre reazioni e alla conseguente imprevedibilità dei nostri comportamenti. C’è chi si troverebbe a proprio agio nel districarsi all’interno di situazioni mondane e confusionarie, e chi, invece, “vorrebbe riuscire a nascondersi dietro un bicchiere”, come afferma il curatore a proposito dei numerosi calici disseminati nello spazio, “elementi luminosi utili a riverberare i pochi bagliori prodotti dalla mostra, come gli ultimi tocchi di bianco apposti da un pittore sulla tela”.

Michele Gabriele – The Vernal Age of Miry Mirrors
A cura di Treti Galaxie
Dal 7 aprile 2022 al 7 maggio 2022
Presentata da NAM – Not a Museum
Manifattura Tabacchi, Firenze

Opera di Michele Gabriele. Foto M. Ben Hamouda – M. Gabriele
Michele Gabriele, The Vernal Age of Miry Mirrors, 2022. Installation view. Photo Flavio Pescatori
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