Lo scorso 7 aprile è stata presentata al pubblico la prima mostra del nuovo programma espositivo promosso da NAM – Not A Museum all’interno degli spazi di Manifattura Tabacchi a Firenze: si tratta della personale The Vernal Age of Miry Mirrors dell’artista Michele Gabriele, a cura di Treti Galaxie.
Il contesto nel quale il progetto si sviluppa – con tanto di atelier, laboratori, bistrot e negozi – ha tutta l’aria di essere stato concepito in una qualche città Mitteleuropea. E, invece, gli edifici attribuiti a Pier Luigi Nervi negli anni Trenta, rigenerati a partire dal 2016 con un piano di interventi che dovrebbe concludersi tra quattro anni, si trovano in via delle Cascine a Firenze, in quella stessa Toscana da cui provengono le decine di specie vegetali che animano i tanti spazi verdi – la firma, in questo caso, è del paesaggista Antonio Perazzi. Entro il 2026, quello che appare essere a tutti gli effetti un quartiere della creatività, una piccola cittadella del contemporaneo, dovrebbe dotarsi di una Factory – ristoranti, atelier, laboratori, uffici e spazi di co-working, la cui apertura è prevista per la fine di quest’anno – di uno spazioso boulevard ciclopedonale, di un birrificio, di studi per artisti e designer, di uno studentato, di un hotel e, infine, di una serie di loft residenziali, la cui progettazione è affidata allo studio di Patricia Urquiola.
Un fervore, quello manifestato da Manifattura Tabacchi, che già si respira da qualche tempo, e che si registra anche nel corso di appuntamenti mondani quali gli opening, eventi-vetrina presi in esame da Gabriele per la costruzione della mostra. “The Vernal Age of Miry Mirrors – come sottolinea Caterina Taurelli Salimbeni, direttrice artistica di NAM – “nasce dalla profonda sinergia con Matteo Mottin e Ramona Ponzini, componenti di Treti Galaxie, e indaga, come ogni attività di NAM, le questioni più urgenti della nostra contemporaneità”.
“Le opere che la compongono – una nuova serie di sculture intitolata emblematicamente ‘I’m sitting here on the ground so I’ll remember it as a nice atmosphere’ or ‘The difficulties of a form to move away from the stereotypes it evokes’ (2022), accompagnata da alcuni video inediti – “sono state realizzate formalmente nel luglio dell’anno scorso – prosegue, invece, Matteo Mottin – anche se, a livello embrionale, risalgono a un periodo ancora precedente”.
Come si evince dal titolo, il corpus di lavori elaborato da Gabriele non è incentrato tanto sull’aspetto rilassato e festaiolo delle inaugurazioni – sospese durante il periodo di lockdown e ritornate nuovamente in auge – quanto sull’effetto disagiante o imbarazzante che tali eventi potrebbero provocare su un’ipotetica fetta di pubblico.
“Le opere – affermano i Treti Galaxie – sono state concepite come se fossero esse stesse dei partecipanti di un opening: per questo la scritta apposta sul pannello d’ingresso, ‘Misty Wavelenght Sonata’, è diversa dal titolo”. L’idea è quella di far viaggiare la mostra su un doppio binario interpretativo: quello delle opere, trasformate idealmente in visitatori che assistono “a una mostra di opere video di Michele Gabriele dal titolo ‘Misty Wavelenght Sonata’”, e quello degli spettatori in carne ed ossa, i quali pure assistono, mescolandosi, a questo rito singolare e ordinario, intitolato, nel loro caso, The Vernal Age of Miry Mirrors.
L’atmosfera è volutamente cupa, al fine di evidenziare il potenziale perturbante generato da tali occasioni. La serie di sculture, intrisa di riferimenti televisivi e cinematografici, costituisce il risultato di ciò che accade a una forma quando questa viene osservata: i processi cognitivi sono molteplici, per cui, alla fine, si arriva sempre ad assegnarvi una configurazione totalmente soggettiva. Gabriele cerca, così, di proporne undici, prendendo ispirazione dalle posture, gestualità e atteggiamenti che i nostri corpi assumono nell’abitare gli spazi di un’esposizione. I video che le attorniano, intitolati Without a place to return to (2022), rappresentano, invece, una riflessione “sulle modalità attraverso le quali, in ambito cinematografico, il nucleo del messaggio narrativo viene espresso mediante le ambientazioni, rivelando paesaggi incerti e porzioni di luoghi evocati oniricamente, a metà strada tra memoria filmica e sogno premonitore”.
Si tratta della prima volta in cui Gabriele si confronta con l’utilizzo del video, ma il desiderio di suscitare nello spettatore quella sottile sensazione di insicurezza mista a scomodità si percepisce tutto. D’altronde, come afferma lo stesso artista, l’intero progetto intende riflettere proprio sui meccanismi che sottendono la percezione e l’osservazione, rapportati alla pluralità delle nostre reazioni e alla conseguente imprevedibilità dei nostri comportamenti. C’è chi si troverebbe a proprio agio nel districarsi all’interno di situazioni mondane e confusionarie, e chi, invece, “vorrebbe riuscire a nascondersi dietro un bicchiere”, come afferma il curatore a proposito dei numerosi calici disseminati nello spazio, “elementi luminosi utili a riverberare i pochi bagliori prodotti dalla mostra, come gli ultimi tocchi di bianco apposti da un pittore sulla tela”.
Michele Gabriele – The Vernal Age of Miry Mirrors
A cura di Treti Galaxie
Dal 7 aprile 2022 al 7 maggio 2022
Presentata da NAM – Not a Museum
Manifattura Tabacchi, Firenze