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miart 2017 | Il racconto di Alessandro Rabottini

È stata presentata ieri a Palazzo Reale la 22esima edizione di miart, la fiera di arte moderna e contemporanea di Milano, che si terrà nel padiglione 3 di fieramilanocity dal 31 marzo al 2 aprile 2017, con preview il 30...

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È stata presentata ieri a Palazzo Reale la 22esima edizione di miart, la fiera di arte moderna e contemporanea di Milano, che si terrà nel padiglione 3 di fieramilanocity dal 31 marzo al 2 aprile 2017, con preview il 30 marzo.
Di seguito il racconto di Alessandro Rabottini, il direttore di miart al suo primo mandato dopo i 4 anni di Vincenzo de Bellis, con tutte le novità, le riproposte, gli obiettivi…
È la mia prima edizione come direttore, nonostante abbia affiancato Vincenzo De Bellis nel suo mandato degli ultimi quattro anni: nei primi tre anni come coordinatore delle sezioni curate e l’anno scorso come vicedirettore. Prendo le redini di un progetto importante con una responsabilità altrettanto importante, ma in un certo senso avendolo nutrito nelle edizioni recenti che hanno aiutato ad affermare miart come una realtà italiana e internazionale di estremo valore. Dal mio punto di vista questa è un’edizione di consolidamento ed espansione: è un progetto che nelle sue coordinate si pone in una linea di continuità con quella che è l’identità di miart, precisandole e migliorandole da molteplici punti di vista.

I numeri sono importanti, ma vanno anche saputi interpretare e leggere. Ci presentiamo con una fiera d’arte moderna e contemporanea con 175 gallerie, all’incirca 20 in più rispetto all’anno scorso e con tanti partner nuovi e consolidati. Tutto quanto esisteva dal punto di vista degli espositori e dei partner è confermato, e se ne aggiungono altri. È un segnale di estrema solidità del marchio miart e insieme di estremo dinamismo di quello che stiamo facendo.

Noi abbiamo un’offerta cronologica estremamente ampia, dai primissimi anni del ‘900 fino alle sperimentazioni delle ultimissime generazioni. Questo ventaglio cronologico secondo me è un primo elemento molto importante per la comprensione del progetto miart, ma soprattutto ci fa comprendere come questa fiera sia nata come una sorta di ritratto amplificato di Milano. Noi prendiamo le caratteristiche che definiscono la fisionomia e l’identità della città nel mondo e cerchiamo di dar loro una manifestazione nel modo in cui pensiamo alla fiera. L’ampiezza cronologica definisce in profondità il progetto di miart rispetto anche ad altre fiere: noi cerchiamo di dare a questa ampiezza una precisione sempre maggiore nella scelta e qualità dei progetti esposti.
Soprattutto quando parliamo di moderno è importante sottolineare che le gallerie che si presentano a miart propongono progetti specifici e speciali: da anni si è traghettata la progettualità che molto spesso definisce il lavoro delle gallerie di contemporaneo nel settore del moderno: ci sono molte mostre personali, tematiche, con rimandi molto precisi tra un’opera e l’altra. Quindi quello che definisce l’aumento delle gallerie quest’anno definisce anche l’aumento della progettualità che ciascun espositore porta con sé.

La solidità del progetto di miart è data da una serie di fattori. Il primo è che gallerie sia italiane che estere di notevole qualità tornano e questo significa che le cose funzionano. A questo si aggiungono tante gallerie che fino a qualche anno fa non potevamo dare per scontato che avrebbero deciso di venire a lavorare in Italia e a Milano, come Barbara Gladston, Alison   Jacques, Zeno X… Sono tutte presenze che ci lusingano e confortano sulle coordinate del progetto che abbiamo deciso di mettere in campo. È un segnale del fatto che in questo momento Milano e l’Italia sono una piazza dove esserci.

L’architettura della fiera sostanzialmente non è cambiata: c’è la sezione Established con gallerie del contemporaneo e del moderno che comunicano tra loto con una sezione “ponte”, che fino all’anno scorso si chiamava “THENow”, dove dialogavano un artista storico e uno più giovane, facendo comprendere come tanto l’arte del passato quanto l’arte del presente in realtà siano vitali quando messe in relazione reciproca. Quest’anno questa sezione cerniera si chiamerà Generations: non è solo un rebranding, infatti non vi saranno più un artista strettamente del moderno e del contemporaneo, ma due artisti di generazioni diverse. Ci siamo chiesti quanto sia sempre più difficile definire una generazione, quanto il gap tra una generazione e l’altra si sia accorciato, quanto quindi siano pochissimi gli anni che definiscono un cambiamento di linguaggio. Così ritorna Decades, sezione del moderno che esplora attraverso nove stand, ciascuno dedicato ad un decennio del secolo scorso, la storia dell’arte del Novecento, con una galleria per ciascun decennio. È per me una sezione molto importante, perché è anche un modo per attribuire un dovuto omaggio alla storia e al lavoro delle gallerie, che sono le prime a credere nelle visioni degli artisti e le prime a rendere questo possibile. La storia dell’arte dal Novecento fino ai giorni nostri è stata fatta nelle gallerie ed è importante ribadirlo nell’ambito di una fiera.
È poi confermata Emergent, la sezione dedicata alle gallerie emergenti, con meno di cinque anni di attività, e sono felice di accogliere, in una rosa di 20 selezionati, 13 stranieri. Ritorna Object, la sezione dedicata al design d’autore in edizione limitata, che è una sorta di omaggio dovuto alla centralità del design e alla cultura della progettazione in una città come Milano e in generale in Italia.
C’è una nuova sezione, trasversale, chiamata On Demand, dedicata a tutte quelle opere che esistono pienamente solamente quando l’acquirente le attiva: le installazioni site-specific, le performance, le opere basate sul contratto, sulle relazioni con lo spettatore… quindi tutte quelle opere che non sono un oggetto inerte. È una sezione fatta di lavori ambiziosi e rischiosi da un punto di vista commerciale ed espositivo, ed è nata dalla constatazione che esiste nella programmazione delle gallerie una propensione ad accogliere certe pratiche, ma anche soprattutto nel collezionismo italiano una certa propensione alle pratiche radicali. Io dico infatti spesso che i nostri collezionisti sono visionari: quando si va a vedere il curriculum di artisti che dagli anni ’60 hanno sposato pratiche radicali, molto spesso si legge che le prime mostre sono state fatte in Italia e molto spesso grazie al collezionismo italiano.

Tutte queste coordinate di miart vengono ciascuna raccontata e sostenuta da un premio, che quest’anno siamo riusciti a dare a ciascuna sezione. Ciascun premio ha una giuria internazionale fatta di tre tra direttori di musei e curatori internazionali: i premi consentono agli espositori di entrare in dialogo con tanti rappresentati istituzionali provenienti da tutta Europa. Le gallerie sono messe nelle condizioni non solamente di mostrare il lavoro dei loro artisti, ma anche di raccontarlo ad un parterre di giurati istituzionale europei.

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Di seguito l’elenco dei premi —

Fondo di Acquisizione Fondazione Fiera Milano “Giampiero Cantoni” | 100.000 € per l’acquisizione tra gli stand di miart di opere d’arte moderna e contemporanea, con un’attenzione verso i linguaggi più sperimentali e le nuove generazioni, che andranno a costituire la collezione di Fondazione Fiera Milano. Giuria: Giovanni Gorno Tempini (Presidente, Fondazione Fiera Milano), Martin Clark (Direttore, Kunsthalle di Bergen), Nicholas Cullinan (Direttore, National Portrait Gallery di Londra), Letizia Ragaglia (Direttore, Museion, Bolzano).

Premio Herno | 10.000 € allo stand con il miglior progetto espositivo, pensato, allestito e curato in tutti i dettagli come una mostra e capace di coniugare elevate componenti di ricerca, qualità e accuratezza del disegno allestitivo. Giuria: Suzanne Cotter (Direttore, Serralves Museum of Contemporary Art, Porto), Anne Pontigne (Curatore Indipendente, Le Consortium, Digione – Cranford Collection, Londra), Nicolaus Schafhausen (Direttore, Kunsthalle Wien, Vienna).

Premio Fidenza Village per Generations | 10.000 € al miglior stand della sezione Generations, quindi al miglior dialogo stabilito da due gallerie tra le opere di due artisti appartenenti a generazioni diverse tra loro. Giuria: Stefan Kalmár (Direttore, Institute of Contemporary Arts, Londra), Gianfranco Maraniello (Direttore, Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), Philippe Van Cauteren (Direttore Artistico, S.M.A.K. Museum for Contemporary Art, Ghent).

Premio On Demand | 10.000 € alla migliore presentazione all’interno della nuova sezione On Demand. Giuria: Gloria Moure (Storica dell’arte e Curatore Indipendente, Barcellona), Florence Ostende (Curatore, Barbican Art Gallery, Londra), Jean Marc Prevost (Direttore, Musée Art Contemporain Carré d’Art, Nîmes).

Premio BeArt/emergent | 4.000 € alla galleria della sezione Emergent più meritevole per la promozione di giovani artisti. Giuria: Anna Gritz Curatore, Kunst-Werke – Institute for Contemporary Art, Berlino), Balthazar Lovay (Direttore, Fri Art, Friburgo), Sam Thorn (Direttore, Nottingham Contemporary Nottingham).

Premio CEDIT per Object | Acquisizione dell’opera di un designer italiano emergente, presentata all’interno della sezione Object e destinata alla collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano. Giuria: Silvana Annicchiarico (Direttore, Triennale Design Museum, Milano), Deyan Sudjic OBE (Direttore, Design Museum, Londra), Stefano Torrenti (Amministratore Delegato Florim Ceramiche).

Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte | Acquisizione di un’opera di un artista emergente da donarsi a un’istituzione museale milanese. Giuria: Laura Cherubini (Curatore e Professore di Storia dell’Arte Contemporanea, Accademia di Belle Arti, Roma), Christian Marinotti (Editore, Docente di Storia dell’Arte al Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano e ideatore del premio), Andrea Viliani (Direttore Generale, Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli).

miart ha un fittissimo e ambizioso programma di Talks, dal 31 marzo al 2 aprile, con più di 40 tra artisti, curatori, direttori di museo, architetti, designer, teorici, giornalisti, … Dall’anno scorso, con la collaborazione di In Between Art Film (la casa di produzione per film d’artista e video sperimentali fondata da Beatrice Bulgari), abbiamo cercato di dare a questo programma una coerenza tematica che li facesse diventare quasi un simposio, per fare sì che tutti gli incontri insieme tra di loro avessero senso. Se l’anno scorso abbiamo affrontato il tema dell’attraversamento tra le discipline, quest’anno, che è l’anno della coincidenza di Biennale di Venezia, Skulptur Projekte Münster e Documenta a Kassel, abbiamo quindi scelto il tema delle grandi biennali nel mondo: che cos’è la storia, il presente e il futuro delle importanti mostre periodiche. Ci saranno tantissimi responsabili di biennali sia passate che future, a cui chiederemo di confrontarsi su quello che è un tema a livello globale molto presente.
Il programma è a cura di Ben Borthwick (Direttore Artistico del Plymouth Arts Centre, Plymouth, UK) e Diana  Campbell (Betancourt, Direttore Artistico della Samdani Art Foundation e Capo Curatore del Dhaka Art Summit 2018 (Dhaka, Bangladesh, e Bataan, Filippine).
Per scaricare il programma dei talk clicca qui.

Quello che permette a miart di essere quello che è è il contesto che la ospita. Non c’è fiera al mondo, esclusa la grande signora Basilea, che si può permettere di esistere ad un livello competitivo se la città che la ospita non è altrettanto appetibile per il pubblico internazionale. Infatti quello che succede nell’art week è creare un momento in cui si manifestano delle eccellenze che esistono a Milano ma lavorano tutto l’anno, per attirare il pubblico in visita.
Per scaricare il programma dell’art week clicca qui.

miart è una realtà in costante crescita, di cui sono felicissimo di prendere le redini, è un progetto solido, che ci permette di raccontare tante storie e di guardare cosa davvero vuol dire oggi la creatività e riconoscerne l’assoluta necessità, il valore primario e non accessorio per la nostra esistenza: l’arte non è un lusso.

Di seguito i comitati selezionatori delle diverse sezioni:

Generations: A cura di Douglas Fogle, Critico e Curatore indipendente, Los Angeles, e Nicola Lees, DirettoreeCuratore80WSE Gallery, New York University, New York

Decades: A cura di Alberto Salvadori, Direttore, OAC Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze

Emergent: Advisory Committee composto da Marco Altavilla, Galleria T293, Roma; Emanuel   Layr,   Galerie Emanuel Layr, Vienna; David Hoyland, Seventeen, Londra; Paolo Zani, Zero…, Milano

On Demand: A cura di Oda Albera, Exhibitors Liaison e Progetti Speciali miart 2017

Object:   A cura di Domitilla   Dardi, Curatrice per il Design, MAXXI Architettura-Museo nazionale   delle arti del XXI secolo, Roma

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Premi e acquisizioni_miart_23.01.2017

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LISTA DELLE GALLERIE –

47 Canal, New York | A Gentil Carioca, Rio de Janeiro | Acappella, Napoli | Amt Project, Bratislava, Milano | And Now, Dallas | Rolando Anselmi, Berlino | Apalazzo, Brescia | The Approach, Londra | Art:Concept, Parigi | Alfonso Artiaco, Napoli | Enrico Astuni, Bologna | Baril, Cluj-Napoca | Albert Baronian, Bruxelles | Maria Bernheim, Zurigo | Boatos Fine Arts, San Paolo | Marianne Boesky, New York | Bortolami, New York | Thomas Brambilla, Bergamo | Brand New Gallery, Milano | Ca? di Fra?, Milano | Campoli Presti, Londra-Parigi | Canada, New York | Car Drde, Bologna | Cardelli & Fontana, Sarzana | Cardi, Milano-Londra | ChertLu?dde, Berlino | Clearing, Bruxelles-New York | Clima, Milano | Luciano Colantonio, Brescia | Sadie Coles HQ, Londra | Colleoni Arte, Bergamo | Rossella Colombari, Milano | Contini, Venezia-Cortina d’Ampezzo | Continua, San Giminiano-Pechino-Les Moulins-L’Avana | Raffella Cortese, Milano | Cortesi Gallery, Lugano- Londra | Guido Costa Projects, Torino | Riccardo Crespi, Milano | Monica De Cardenas, Milano-Zuoz | Massimo De Carlo, Milano-Londra-Hong Kong | de’ Foscherari, Bologna | Luisa Delle Piane, Milano | Dep Art, Milano | Deweer, Otegem | Tiziana Di Caro, Napoli | Dimore Studio, Milano | Down & Ross, New York | Eastwards Prospectus, Bucarest | Eidos, Asti | Ellis King, Dublino | Emalin, Londra | Erastudio Apartment- Gallery, Milano | Ermes – Ermes, Vienna | Ex Elettrofonica, Roma | Frediano Farsetti, Firenze | Erica Fiorentini, Roma | Marie-Laure Fleisch, Roma-Bruxelles | Frittelli Arte Contemporanea, Firenze | Fumagalli, Milano | FuoriCampo, Siena | Garci?a Galeri?a, Madrid | Gariboldi, Milano | Giustini Stagetti Galleria O. Roma, Roma | Gladstone, New York-Bruxelles | The Goma, Madrid | Green Naftali, New York | Grieder Contemporary, Zurigo | Grimmuseum, Berlino | Studio Guastalla, Milano | Studio Guenzani, Milano | Hollybush Gardens, Londra | House of Egorn, Berlino | Eric Hussenot, Parigi | Il Ponte, Firenze | Invernizzi, Milano | Alison Jacques, Londra | Rodolphe Janssen, Bruxelles | Kaufmann Repetto, Milano-New York | Kinman, Londra | Ko?nig Galerie, Berlino | Andrew Kreps, New York | Matteo Lampertico, Milano | Emanuel Layr, Vienna-Roma | Lelong, Parigi-New York | Antoine Levi, Parigi | Loom, Milano | Lorenzelli Arte, Milano | Federico Luger, Milano | Magazzino, Roma | Galleria d’Arte Maggiore G.A.M., Bologna | Norma Mangione, Torino | Gio? Marconi, Milano | Primo Marella, Milano | Matter of Stuff, Londra | Mazzoleni, Torino-Londra | Meliksetian Briggs, Los Angeles | Francesca Minini, Milano | Massimo Minini, Brescia | Stuart Shave/Modern Art, Londra | Montrasio Arte, Milano- Monza | Nahmad Project, Londra | NEOCHROME, Torino | Nero, Arezzo | Nilufar, Milano | Noire, Torino | Nathalie Obadia, Parigi-Bruxelles | Office Baroque, Bruxelles | Open Art, Prato | Osart, Milano | Otto Gallery, Bologna | Otto Zoo, Milano | P420, Bologna | Pack, Milano | Pact, Parigi | Francesco Pantaleone, Palermo | Paradisoterrestre, Bologna | Christine Park, Londra | Plutschow Gallery, Zurigo | Gregor Podnar, Berlino | Poggiali & Forconi, Firenze | Berthold Pott, Colonia | Progetto Elm, Milano | Project B, Milano | PRomateogallery, Milano | Raucci/Santamaria, Napoli-Milano | Allegra Ravizza, Lugano | Rcm galerie, Parigi | Repetto, Londra | Anthony Reynolds, Londra | Ribordy Contemporary, Ginevra | Ribot, Milano | Michela Rizzo, Venezia | Lily Robert, Parigi | Robilant+Voena, Londra-Milano-St Moritz | Lia Rumma, Napoli-Milano | Richard Saltoun, Londra | Federica Schiavo, Roma- Milano | Seventeen, Londra-New York | Smac, Citta? del Capo-Johannesburg-Stellenbosh | Societa? di Belle Arti, Viareggio-Cortina d’Ampezzo | Spazia, Bologna | SpazioA, Pistoia | Sperone, Sent | Stems, Bruxelles- Lussemburgo | Studio Dabbeni, Lugano | Studio Marconi, Milano | Studio Sales, Roma | Subalterno1, Milano | T293, Roma | Tega, Milano | Tonelli, Milano | Tornabuoni, Firenze-Londra-Milano-Parigi | Steve Turner, Los Angeles | Rita Urso, Milano | Viasaterna, Milano | Paola Verrengia, Salerno | Antonella Villanova, Firenze | Vin Vin, Vienna | Vistamare, Pescara | Michael Werner, New York-Londra | Wilkinson, Londra | Jocelyn Wolff, Parigi | Z2O Sara Zanin, Roma | Zeno X, Antwerp | Zero…, Milano

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