La parola archivio deriva dal termine greco arché e presenta un duplice significato: “luogo dell’inizio, cominciamento” ma anche “luogo dal quale si istituisce l’ordine”, ovvero il principio della legge. L’archeion greco era l’abitazione dei magistrati supremi, gli arconti, che custodivano e interpretavano i documenti ufficiali. L’archiviazione da sempre ha lo scopo di ordinare il nostro patrimonio culturale: catalogare significa scegliere e presuppone un gesto autoritario attraverso il quale viene deciso chi e cosa verrà ricordato. L’accessibilità, il controllo e la circolazione delle informazioni sono da sempre legati a questioni di potere che oggi diventano ancora più difficili da controllare. Per questo è importante recuperare e ripensare l’archivio nelle sue funzioni e nel suo valore, per ridare voce a memorie individuali e collettive che permettono l’espressione di una identità sia storica che personale.
Perchè le frontiere cambiano è un grandissimo archivio che si dispiega all’interno di ICA Milano e racconta per immagini la storia passata e presente di Palermo e della Sicilia, “un luogo mitopoietico per eccellenza” caratterizzato da un susseguirsi di incontri e scontri avvenuti sul Mediterraneo. I confini e le frontiere delle civiltà e dei governi che si sono susseguiti nei millenni hanno portato a un continuo rinnovo della geopolitica. Il linguaggio multimediale dei Masbedo, il duo formato da Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970), ripercorre questo contesto così complesso e affascinante attraverso i luoghi del cinema del passato e della cultura trinacria. La mostra raccoglie, insieme a opere preesistenti, lavori inediti legati alla storia del territorio siciliano.
Al piano terra è collocato il Videomobile, un vecchio furgone merci OM degli anni Settanta trasformato in un dispositivo narrativo multischermo capace di attraversare la memoria dei luoghi del passato in relazione al presente. Mostrato per la prima volta in occasione di Manifesta 12, la riproposizione del Videomobile presenta contributi video inediti che raccontano di nuove performance realizzate sempre in Sicilia dal duo artistico. Il furgone diventa un palcoscenico mobile senza tempo, un progetto in divenire pieno di storia. I video raccontano le dinamiche di potere e i cambiamenti socio-culturali della Palermo odierna e passata attraverso le immagini e le testimonianze di Vittorio De Seta, Gianfranco Mingozzi, Michelangelo Antonioni, Ugo Gregoretti, Mario Baffico, Francesco Rosi, Pier Paolo Pasolini, Letizia Battaglia, Mimmo Cuticchio e molti altri.
Lungo la scalinata che conduce al piano superiore della fondazione si trova un’altra produzione inedita, Azione (2019), un’articolata installazione visivo-sonora che si estende nello spazio espositivo. L’opera, grazie a un lungo piano sequenza, ripercorre in presa diretta lo stato di decadenza e abbandono in cui riversa oggi lo stabilimento di pellicole cinematografiche Ferrania, eccellenza italiana dei primi anni venti del Novecento. La società ligure ha raggiunto fama internazionale grazie alla produzione di pellicole fotosensibili, utilizzate sia per la fotografia che per il cinema amatoriale. Con l’avvento del digitale e dopo essere passata sotto il controllo di una multinazionale americana, Ferrania ha chiuso i battenti nel 2010.
Al primo piano si trova il video dedicato a Vittoria Alliata, figlia di Francesco Alliata, fondatore a metà degli anni Quaranta della leggendaria casa di produzione siciliana Panaria Film, famosa anche per essere stata la prima a girare film subacquei. La principessa Vittoria è stata invitata dagli artisti sul Videomobile per una intervista/performance in cui ricordi di famiglia si intrecciano con la storia del cinema e della società.
Sempre al primo piano è presente la videoinstallazione Blind Mirrors (2019), girata all’interno di Palazzo Gangi a Palermo, celebre per la scena del ballo ne Il Gattopardo di Luchino Visconti del 1963 e tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La scena rappresenta il passaggio dalla vecchia aristocrazia dell’epoca all’affermarsi di una nuova borghesia.
Nella sontuosa e barocca sala del palazzo, i Masbedo hanno invitato alcune rappresentati della comunità Tamil di Palermo a esibirsi nella tradizionale danza Bharatanatyam, una pratica antichissima concepita come strumento di affermazione identitaria femminile.
La danza è scandita dai campanelli delle cavigliere che le donne fanno risuonare battendo i piedi con forza per terra. Il video riflette sull’identità di Palermo, da sempre luogo eletto all’accoglienza e a un forte sincretismo, e sulle identità che ne compongono le diverse sfaccettature. Emerge la necessità di far luce su una cultura, quella appunto Tamil, che ha origine antiche e va preservata dal preconcetto di minoranza.
Perchè le frontiere cambiano è una mostra piena di storia, un percorso che spazia tra presente e passato, mentre si chiede del futuro. Archiviare rimane una necessità umana e accompagna qualunque attività, privata o collettiva. È importante preservarne l’integrità per ricordare, raccontare e mostrare nuovamente.
Masbedo – Perchè le frontiere cambiano
A cura di Alberto Salvadori
ICA Milano
Fino al 10 Novembre 2019