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Marco Emmanuele, IBIDEM. Adesso e nell’ora della mostra | pianobi, Roma

Nel contesto di una Roma contemporanea che sente riaccendersi un fervore da anni assopito, in cui l’attenzione verso la pratica artistica attuale si fa sempre più pregnante, la presenza di luoghi che ne favoriscano la produzione, l’attenzione e la presentazione a un pubblico sono quanto mai importanti, soprattutto se si tratta di spazi indipendenti inseriti […]

Marco Emmanuele | IBIDEM. Adesso e nell’ora della mostra | Installation view

Nel contesto di una Roma contemporanea che sente riaccendersi un fervore da anni assopito, in cui l’attenzione verso la pratica artistica attuale si fa sempre più pregnante, la presenza di luoghi che ne favoriscano la produzione, l’attenzione e la presentazione a un pubblico sono quanto mai importanti, soprattutto se si tratta di spazi indipendenti inseriti nel tessuto urbano. Non fa eccezione pianobi, il nuovo contesto culturale sorto nel cuore del quartiere Quadraro Vecchio a Roma, pensato e curato da Isabella Vitale. La storica dell’arte e curatrice romana presenta pianobi come uno <<strumento dedito alla diffusione artistica>> dove per bi si intende un’anima duplice tra luogo di studio e ricerca da una parte, atelier e spazio espositivo dall’altra. Un luogo trasversale, dunque, che sappia essere aperto agli artisti e agli studiosi, tanto quanto che ai curiosi neofiti del contesto artistico. 

Ad aprire la propria programmazione, Isabella Vitale mette un progetto piccolo e prezioso, dal titolo IBIDEM. Adesso e nell’ora della mostra, il cui Marco Emmanuele, siciliano, classe 1986, propone tre opere profondamente connesse con lo spazio e particolarmente rappresentative della sua produzione più recente. È un luogo mistico quello che Emmanuele restituisce allo spettatore, un luogo silenzioso in cui si viene accolti dalla grande tela dal titolo Iso #42, che l’artista ricopre con la sabbia di mare e polvere a ricostruire le fattezze di una donna, che accoglie un toro – animale sacrificale tipico dell’iconologia cristiana – che rimanda inevitabilmente a una dimensione mistica, che lo stesso titolo della mostra anticipa. Il vetro, materiale d’elezione per molti dei lavori di Emmanuele, è quello che lo stesso artista raccoglie sulla spiaggia e che riduce in polvere con un processo lento e certosino. Dal vetro raccolto come scheggia, come detrito, come traccia residuale di un passaggio, trascende una sabbia colorata che l’artista amalgama con la colla di coniglio e stende sulla tela a creare livelli diversi di colore e profondità, con un suggerimento aperto al livello di sensibilità della pellicola fotografica. 

Marco Emmanuele | IBIDEM. Adesso e nell’ora della mostra | Installation view

Un’immagine, quella di questa Grande Madre di un misticismo profano, che l’occhio intravede negli scorci che si aprono nelle vetrate site-specific dal titolo Ibidem, che delimitano l’immagine come a fare da filtro. Lasciando intravedere al voyeur il soggetto sullo sfondo, come davanti alle feritoie di un confessionale, le tre installazioni intervengono direttamente sul perimetro della vetrata che fa da ingresso allo spazio espositivo, caratterizzandolo come la firma dell’artista stesso. Una dimensione in cui si da capolino in punta di piedi, in una contemplazione laica, come alla ricerca di una benedizione terrena. Adesso e nell’ora della mostra: per ciascuno momento unico e irripetibile nello stesso identico modo, un hic et nunc destinato a restare incastonato in ognuno come una percezione differente del medesimo tempo e del medesimo spazio. Prima di andare via la piccola installazione Nettascarpe sembra invitare al gesto di pulire le proprie suole prima di tornare nel mondo, come a condividere la propria esperienza rimasta imprigionata sotto ai piedi e che torna libera nello spazio a disposizione di chi arriverà subito dopo. Prima di uscire nuovamente al di fuori di quella dimensione aurale che Emmanuele riesce a costruire tra le quattro mura di pianobi e rituffarsi nella vita fuori, fatta di clacson e brusii di passaggio, ci si rigira per l’ultima volta, come a salutare quell’immagine dalla luminosità cangiante, pronta a mutare a seconda delle interferenze di luce interne ed esterne.

Lunga vita a questo spazio immacolato, white cube come oasi in un quartiere della Capitale ancora troppo poco conosciuto e troppo lontano dai circuiti dell’arte contemporanea, ma che ha tutte le premesse per affermarsi come luogo di incontro, confronto, riflessione e scoperta.

Fino al 30 settembre 2021, pianobi, Via dei Ciceri, 97-99 – Roma

Marco Emmanuele | IBIDEM. Adesso e nell’ora della mostra | Installation view