ATP DIARY

Il viaggio degli argonauti al centro del Mediterraneo – Intervista con Luigi Fassi

Ha debuttato il 9 novembre il nuovo direttore del MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro, Luigi Fassi, con tre mostre, due personali e una collettiva, che hanno come punto di partenza il Mediterraneo e le questioni che questo vasto spazio naturale e geopolitico ci pone con sempre maggior pressione. “Sabir” di Dor Guez, artista israeliano, […]

Dor Guez, SABIR, 2011
Dor Guez, SABIR, 2011

Ha debuttato il 9 novembre il nuovo direttore del MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro, Luigi Fassi, con tre mostre, due personali e una collettiva, che hanno come punto di partenza il Mediterraneo e le questioni che questo vasto spazio naturale e geopolitico ci pone con sempre maggior pressione.

“Sabir” di Dor Guez, artista israeliano, presenta i rapporti tra identità, memoria e lo stratificarsi del tempo nel contesto degli spinosi rapporti fra Israele e Palestina; “Sogno d’oltremare” propone invece le riflessioni del franco-ivoriano François-Xavier Gbré incentrate sulla contemporaneità dell’Africa; mentre la collettiva “O Youth and Beauty!” con Anna Bjerger, Louis Fratino e Waldemar Zimbelmann, mostra le visioni di tre pittori che ritraggono, e si autoritraggano, in opere intimistiche che danno forma al vissuto personale.

Abbiamo incontrato Luigi Fassi per porgli alcune domande rispetto le tematiche sollevate da questi artisti e l’orientamento che intende dare al MAN.

Dor Guez 07 Samira, Jaffa, early 1948
Dor Guez 07 Samira, Jaffa, early 1948
Dor Guez 10Samira and Jacob swedding
Dor Guez 10Samira and Jacob swedding

ATP Diary: Inauguri il tuo mandato con una tripletta di mostre, tutti gli artisti coinvolti propongono una riflessione sulla costruzione storica e quotidiana dell’identità e la sua rappresentazione.
In che modo si pongono gli artisti rispetto questi tempi minacciosi, incerti e carenti rispetto la consapevolezza identitaria e del sé?

Luigi Fassi: Le mostre personali di Dor Guez e François-Xavier Gbré tracciano un concreto solco tematico per lo sviluppo del futuro programma del MAN: un’attenzione particolare sulla scena artistica delle sponde meridionali e mediorientali del Mediterraneo assieme ad una riflessione sul ruolo della Sardegna come ponte tra diverse storie, culture e lingue del Mediterraneo stesso.

È una questione di prospettive: la scelta di lavorare con Dor Guez e François-Xavier Gbré per il nuovo programma del museo a novembre è data proprio dalla volontà di guardare all’Europa da prospettive diverse rispetto a quelle cui siamo abituati. Abbiamo invitato due artisti che risiedono in Medio Oriente e in Africa occidentale a raccontarci attraverso il loro sguardo l’Europa, la Sardegna e il Mediterraneo. Ancora più specificatamente, con Gbré, che è stato in residenza in Sardegna nel corso dell’estate, è sorto un progetto d’intersezioni tra il Mediterraneo e il mondo africano. Con il suo lavoro fotografico François-Xavier riscrive territori e storie, partendo dal presupposto che le prospettive sono ipotesi variabili, opinioni destinate a mutare. Il nord può diventare il sud, e l’est l’ovest, questo è ciò che racconta anche una mappa seicentesca della Sardegna, che l’artista ha voluto mettere in mostra, una cartografia irriconoscibile che racconta una concezione diversa del Mediterraneo. Per quanto riguarda la programmazione stiamo lavorando a dei progetti che insisteranno su questi sguardi di diversa prospettiva, e, naturalmente, lo faremo anche con artisti italiani.

François-Xavier Gbré, Sogno d’oltremare (Sardegna), foto, 2018
François-Xavier Gbré, Sogno d’oltremare (Sardegna), foto, 2018

ATP: Le prospettive che gli artisti ci offrono in queste mostre provengono da punti d’osservazione che potremmo definire marginali: la condizione di minoranza cristiano-palestinese di Guez, l’Africa subsahariana di Gbré, e una prospettiva giovanile nella collettiva. Come quest’ottica dei (e dai) margini può aiutare a comprendere ciò che accade al centro?

LF: Viviamo in un momento storico in cui una parte consistente dell’opinione pubblica nordeuropea percepisce il Mediterraneo come una sorta di ospite indesiderato dell’Europa contemporanea, un luogo di disordine, entropia e pericoli. Penso che in un tale frangente gli artisti attivi nel bacino del Mediterraneo, con il loro patrimonio culturale e le loro ricerche possano aiutarci a recuperare il senso della relazione tra il Mediterraneo e l’Europa. L’arte ad esempio, può aiutarci a guardare al Mediterraneo da sud, esplorando sue prospettive e storie dimenticate che però hanno determinato la nostra cultura europea.
Il punto è che nessuno più di chi vive nel Mediterraneo ha oggi gli strumenti per interpretare il futuro prossimo dell’Europa, nella consapevolezza storica che trasmigrazioni, spostamenti e formazione di nuove culture hanno forgiato la storia europea. La Sardegna è un immenso archivio di ricerca sul mondo mediterraneo e per gli artisti che concepiscono la propria attività come forma di pensiero complesso, è proprio il mondo del Mediterraneo insulare a presentarsi quale luogo particolarmente ricco di suggestioni, falda di storia lenta, come ha scritto lo storico Fernand Braudel, che offre formidabili strumenti di lavoro.

ATP: Quale identità immagini per un museo come il MAN di Nuoro? Che indirizzo intendi dare a questa realtà museale in un contesto geografico così particolare? E a quali progetti stai lavorando al momento?

LF: Posso dirti che da un punto di vista pratico cercheremo di portare avanti una serie di modalità di lavoro e di azioni per accompagnare il lavoro degli artisti secondo le linee guida tematiche di cui dicevo sopra e che abbiamo già innescato nel ciclo di novembre. Si tratta, ad esempio, di rafforzare la progettualità diretta degli artisti in Sardegna mediante un programma di residenzialità disegnato su misura per loro, adeguato di volta in volta alle specifiche esigenze.
Nel caso di François-Xavier Gbré, partner decisivo per la riuscita del suo progetto è stata la Film Commission Sardegna, e continueremo a lavorare di concerto con loro. In generale, l’obiettivo è che il MAN sia meno un contenitore, e più un produttore diretto di pensiero artistico, attraverso la committenza diretta di opere agli artisti. È uno sforzo cui oggi un museo di arte contemporanea non può sottrarsi e che per il MAN diviene un principio guida. Vogliamo far maturare la consapevolezza che il Mediterraneo è un luogo privilegiato per chi vuole produrre arte e cultura, una frontiera affascinante che richiede grande responsabilità. Sentiamoci un po’ come degli Argonauti, il viaggio è cominciato!

François-Xavier Gbré, La piscine, 2011
François-Xavier Gbré, La piscine, 2011
François-Xavier Gbré, Sogno d’oltremare (Sardegna), foto, 2018
François-Xavier Gbré, Sogno d’oltremare (Sardegna), foto, 2018
Anna Bjerger Veil 2014 Gallery Magnus Karlsson
Anna Bjerger Veil 2014 Gallery Magnus Karlsson
Waldemar-Zimbelmann Untitled -2011 Collezione-privata
Waldemar-Zimbelmann Untitled -2011 Collezione-privata
Louis Fratino Maritime landscape 2018 Collezione privata, Amsterdam
Louis Fratino Maritime landscape 2018 Collezione privata, Amsterdam