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Anna Maria Maiolino | Ana Mendieta – Galleria Raffaella Cortese

Ancora pochi giorni per visitare la doppia personale dedicata a Anna Maria Maiolino e Anna Mendieta alla Galleria Raffaella Cortese di Milano. Maiolino e Mendieta, così vicine e così lontane: divise da destini diversi ma accomunate dall’esperienza dell’emigrazione e da una ricerca che mette al centro la questione dell’identità femminile.Di Maiolino sono presentati una selezione […]


Anna Maria Maiolino Aqui e Agora – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri

Ancora pochi giorni per visitare la doppia personale dedicata a Anna Maria Maiolino e Anna Mendieta alla Galleria Raffaella Cortese di Milano. Maiolino e Mendieta, così vicine e così lontane: divise da destini diversi ma accomunate dall’esperienza dell’emigrazione e da una ricerca che mette al centro la questione dell’identità femminile.
Di Maiolino sono presentati una selezione di lavori che percorrono il suo lungo percorso: dalle fotografie documentarie delle azioni pubbliche degli anni sessanta e settanta in Brasile che testimoniano la fase più impegnata del lavoro dell’artista, alle sculture in ceramica raku in cui la costruzione della forma nasce dall’incontro con gli esiti imprevedibili del caso diventando una metafora della vita, fino a lavori più recenti che scavano nell’intimità e riflettono sulla condizione della donna come nel video Sotto voce (2016) che è quasi un testamento spirituale. La donna in quanto generatrice è evocata anche dalle grandi ceramiche  Sou um em Oito (I am One in Eight) e Sou um Múltiplo de Oito (I am a Multiple of Eight) (2012) matrici e calchi dalle forme  uterine che alludono alla maternità intesa anche come creazione artistica. La riflessione sull’identità si unisce a quella sul paesaggio inteso anch’esso come narrazione personale nella serie fotografica Corpo/Paisagem (Body/Landscape) (2018) dove le immagini che ritraggono i dettagli del volto dell’artista trasfigurano le rughe e i segni dell’epidermide in inediti panorami mentre nel video Um Tempo (uma vez), [One Time, (once)] (2012) il paesaggio, visto dal finestrino di una macchina in corsa, diventa pura proiezione intima. La commistione tra il sé e il paesaggio è comune anche nei video di Mendieta, in particolare in  Birth (Gunpowder Works), 1981 legato alla serie delle  Silueta (Silhouette) nel quale l’artista  sembra voler ricongiungersi con la madre terra e in Mirage, 1974 dove, riflessa in uno specchio, mette in scena una nascita, entrando in simbiosi con la natura. Alla maternità è dedicato anche  Source, 1975, che riprende una giovane donna che manipolandosi i seni ne fa uscire del latte. Il video è anche una riflessione sul ruolo della donna nella società del tempo e sugli stereotipi imposti, che Mendieta critica in una prospettiva ampia che colloca il corpo femminile e generatore – e in quanto tale partecipe del mistero della morte e della vita – in una dimensione antropologica, come elemento portatore di forze naturali e cosmiche.

Anna Maria Maiolino Aqui e Agora – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri
Anna Maria Maiolino Aqui e Agora – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri
Anna Maria Maiolino Aqui e Agora – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri
Ana Mendieta Source – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri
Ana Mendieta Source – Installation view – Courtesy Galleria Raffaella Cortese – Ph Lorenzo Palmieri