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Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato| Pinacoteca Agnelli

Nel libretto di Agamben “Che cos’è il contemporaneo?” l’autore scrive: “La contemporaneità è, cioè, una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”. È proprio nel senso del progetto Beyond […]

INSTALLATION VIEW LUCY MCKENZIE AND ANTONIO CANOVA. VULCANIZZATO PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023 – PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO

Nel libretto di Agamben “Che cos’è il contemporaneo?” l’autore scrive: “La contemporaneità è, cioè, una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”. È proprio nel senso del progetto Beyond the collection, giunto alla terza edizione, che la Pinacoteca Agnelli promuove e rilegge “quella relazione col tempo” attraverso un dialogo critico con le opere permanenti della collezione museale.
Il quinto piano della Pinacoteca ospita Vulcanizzato, il nuovo progetto dedicato all’artista Lucy McKenzie (Glasgow, 1977) e pensato in relazione a due opere scultoree di Antonio Canova, nello specifico la Danzatrice con mani sui fianchi (1811-1812) e la Danzatrice con dito al mento (1809-1814). L’intera operazione, a cura di Lucrezia Calabrò Visconti, si apre come una vera e propria quinta teatrale dove lo spazio scenico diviene narrazione, riflessione e rappresentazione sociale e culturale di un tempo sospeso tra passato e presente. 
Per comprendere meglio il percorso di ricerca e la collaborazione con Lucy McKenzie abbiamo sentito la curatrice Lucrezia Calabrò Visconti: “L’invito a Lucy McKenzie a lavorare sui Canova della collezione permanente viene dall’interesse nella sua ricerca di lunga data sulla storia della rappresentazione del corpo che va dalla statuaria classica (in questo caso, neoclassica) ai manichini che pervadono i display dei negozi.  Il progetto traccia una genealogia che inizia dai manichini commerciali per arrivare alle sculture che vediamo nei musei e ai monumenti pubblici nelle piazze delle città, illuminando la storia sociale e politica che sta dietro alla rappresentazione del corpo, specialmente dei corpi femminili. 
Ad esempio, l’ideale normato e anacronistico di corpo femminile che abbiamo ancora oggi risale in parte alla cultura classica (ciò che consideriamo bellezza, la simmetria, un certo grado di magrezza, l’armonia dei gesti…). Allo stesso tempo, i nostri valori estetici svelano un parallelismo tra le esigenze del capitalismo contemporaneo e il metodo di produzione in serie della bottega di Canova: in entrambi i casi il minimalismo delle forme non era solo esteticamente piacevole, era anche conveniente a rendere più rapido e economico il processo di produzione (Canova è stato uno dei primi artisti a lavorare massivamente in serie, delegando gran parte del lavoro produttivo). 

INSTALLATION VIEW LUCY MCKENZIE AND ANTONIO CANOVA. VULCANIZZATO PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023 – PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO

Infine, il rapporto tra i monumenti pubblici e i manichini offre una riflessione sulla loro comune tendenza a rappresentare soggetti femminili anonimi: raramente quando incontriamo un corpo femminile nella statuaria pubblica rappresenta una figura storica realmente esistita, ma piuttosto la versione idealizzata di un valore o di un’idea. In questo senso ricordano i manichini, le cui forme sono sempre in tensione tra verosimiglianza del corpo e descrizione di una figura astratta: una sorta di corpo “qualunque”, nel quale le persone riescano ad identificarsi per decidere di acquistare il vestito che indossa. Quindi Vulcanizzato permette di guardare criticamente al Neoclassicismo, per interrogarlo su questioni urgenti per la contemporaneità, rivelando la dimensione sociale e politica che sta dietro alle opere d’arte che vediamo nei musei”.

L’opera di McKenzie rimodella, in modo quasi totalizzante, la struttura spaziale dell’ambiente ricreando al suo interno un’identità sperimentale e dinamica. Nel lavoro dell’artista riusciamo a leggere sia una propensione a sovvertire il canone classico, quello greco-romano appunto, tramite l’azzeramento iconografico e cromatico visibile nella replica della scultura in fibra di vetro Anonymous Statute (Faux)(2023), che un atteggiamento a far prevalere una memoria storica riconsegnando al pubblico, come nel caso dei manichini Figures in the City (Zoja Kosmodemyanskaya/Vionnet) I & II  (2023), il volto di una giovane artigiana sovietica uccisa dai soldati nazisti nel 1941.
In mostra spicca un pacato dualismo che coinvolge sia lo spazio pubblico che quello privato, la realtà e la finzione, l’interno e l’esterno in un contesto ambientale dove la piazza è un elemento urbano vuoto e desolato, abitato solo da statue silenti. Qui, il gruppo scultoreo di McKenzie è parte integrante di uno scenario caratterizzato da lunghi porticati sintetici e razionali, che ricordano la metafisica di De Chirico e il realismo magico di Carlo Carrà visibile nei paesaggi naturali, nelle architetture e nei personaggi stilizzati. 
Del grande dittico realizzato ad acrilico e olio su tela, colpisce anche il disegno, la delicatezza del cromatismo e l’atteggiamento informale e disinvolto che ritroviamo nelle figure di Mollino e Agnelli, ripresi in un ambiente domestico e creativo, entrambi lontani dai clamori e dalle imprese che hanno caratterizzato la vita personale e pubblica dei due personaggi. 

Lucy McKenzie, Vulcanizzato, 2023. Ph. Useful Art Services”
INSTALLATION VIEW LUCY MCKENZIE AND ANTONIO CANOVA. VULCANIZZATO PINACOTECA AGNELLI TORINO, 2023 – PH. CREDIT SEBASTIANO PELLION DI PERSANO