Luc Tuymans | La Pelle. E gli occhi

Le ventisette sale di Palazzo Grassi ospitano la prima personale italiana dell’artista belga Luc Tuymans: La Pelle, dall’eponimo romanzo di Malaparte, è un inquietante dipinto di memorie personali e collettive a cura di Caroline Bourgeois.
27 Marzo 2019
Luc Tuymans, Secrets, 1990, Private Collection, Courtesy Zeno X Gallery, Antwerp. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Secrets, 1990, Private Collection, Courtesy Zeno X Gallery, Antwerp. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

La Pelle. E gli occhi. Quelli che creano, sono e attraversano l’immagine: i primi dell’artista, i secondi del soggetto e gli ultimi dello spettatore. Una mutua e complessa relazione di sguardi intercetta quello che Luc Tuyman (Mortsel, 1958) definisce “autentica falsificazione” e che, in assenza di termini adeguati, descrive un lavoro per immagini dove memoria e tempo hanno la stessa dignità compositiva della pennellata.
Cioè La Pelle, la prima personale italiana dell’artista belga, sembra costruirsi come un atlante per immagini dove ogni tela è uno sfondamento estetico su tempi e contesti spesso disallineati dalla contemporaneità; ogni soggetto è la rappresentazione diafana di perturbanti citazioni o topoi ricorrenti, e ogni emergenza di senso è solo un pallido indizio per decodificarne la complessità.

Le opere di Tuymans si costruiscono infatti sulla frattura tra significante e significato, estetica e iconologia. Cioè posizionano la propria narrazione di senso in quel preciso limbo che, tra percezione e comprensione, fa di ogni ritratto, natura morta e immagine diagnostica un dispositivo storico stratificato di non-immediata comprensione, un documento di riferimenti specifici, il deposito di una memoria individuale il cui trauma è collettivo.
Gli occhi di Tuymans hanno scelto cosa guardare e come conservare una moltitudine di immagini mediali, fotografie o film still. Hanno deciso quali di queste immagini ridipingere, “falsificare autenticamente” o ri-mettere-in-scena.

Luc Tuymans, Turtle, 2007, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Turtle, 2007, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Die Zeit, 1988, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Die Zeit, 1988, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Nuovi soggetti nascono nel tempo di una giornata, al massimo due, traducono l’essenza di ciò che i loro originali sono stati e sigillano i loro Segreti (1990) nella campitura degli occhi. Chiusi come quelli del primo ritratto in mostra, eloquente metafora della pittura che nasconde l’identità dei suoi soggetti, o vacui come quelli di chi ha visto troppo.
Nei loro volti impenetrabili sarà impossibile riconoscere i tratti dell’architetto nazista Albert Speer o la somiglianza con l’Intellettuale fiammingo (1995) Ernst Claes. Sarà impensabile associare l’urlo afono di Twenty Seventeen (2017) a una delle tante scene di una popolare tv serie brasiliana. Non si riconoscerà Reinhard Heydrich, il macellaio di praga, dietro gli occhiali dell’uomo nel quadrittico Die Zeit (1998), o si farà fatica ad abbandonare i pochi appigli che spingono a riconoscere il viso dell’artista nel primo piano diagnostico di Der diagnostische IV.

Luc Tuymans, The Arena I, II, III, 2014, Private collection, Singapore. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Luc Tuymans, The Arena I, II, III, 2014, Private collection, Singapore. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Luc Tuymans, Simulation, 2007, Pinault Collection, Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Luc Tuymans, Simulation, 2007, Pinault Collection, Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Se l’operazione neanche è necessaria, il ricorso allo sguardo è imprescindibile e gli occhi dei dipinti di Tuymans son sempre un indizio di senso. Fissi, diretti, evasivi. Inquietanti e bestiali, inquisitori o interpreti della reale ossessione di essere osservati. Robotici e onnidirezionali, come quelli di un bambino severo ed educato. Vuoti; mascherati dietro montature riflettenti o sfumature troppo annacquate. Sono una membrana, la pelle che custodisce segreti.

La pittura ha sempre ricordato le potenzialità immaginifiche che si annidano tra il vedere e il conoscere e Tuymans ha forse l’obiettivo di ricordarcelo: lo sguardo su queste immagini è seducente e inquietante; si posa sulle poche informazioni che emergono dalla loro matrice estetica costringendo a osservarla ritardando la conoscenza. La comprensione, d’altronde, è il lungo risultato di un movimento percettivo tra quello che pensiamo sia e quello che in effetti è, quando gli occhi oscillano tra il senso di un’immagine e la sua realtà.

Luc Tuymans – La Pelle
A cura di Caroline Bourgeois

Palazzo Grassi, Venezia
24.03.2019 – 06.01.2020

Luc Tuymans, Schwarzheide, 2019, Fantini Mosaici, Milano, Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Schwarzheide, 2019, Fantini Mosaici, Milano, Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Twenty Seventeen, 2017, Pinault Collection, The Shore, 2014, Tate, Sundown, 2009, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Twenty Seventeen, 2017, Pinault Collection, The Shore, 2014, Tate, Sundown, 2009, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Still Life, 2002, Pinault Collection, William Robertson, 2014, The Broad Art Foundation. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Still Life, 2002, Pinault Collection, William Robertson, 2014, The Broad Art Foundation. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Heillicht, 1991, Mu.Zee, Ostend. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Heillicht, 1991, Mu.Zee, Ostend. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, The Rabbit, 1994, Private collection, Courtesy Hauser & Wirth, Corso II, 2015, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London, Dirt Road, 2003, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, The Rabbit, 1994, Private collection, Courtesy Hauser & Wirth, Corso II, 2015, Private collection, Courtesy David Zwirner, New York/London, Dirt Road, 2003, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Mountains, 2016, Pinault Collection, Body, 1990, Collection S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Ghent. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(from left to right) Luc Tuymans, Mountains, 2016, Pinault Collection, Body, 1990, Collection S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Ghent. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(From left to right) Luc Tuymans, Issei Sagawa, 2014, Tate, Murky Water, 2015, Collezione Prada, Milano, Le Mépris, 2015, Collection of Mimi Haas. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

(From left to right) Luc Tuymans, Issei Sagawa, 2014, Tate, Murky Water, 2015, Collezione Prada, Milano, Le Mépris, 2015, Collection of Mimi Haas. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Le Mépris, 2015, Collection of Mimi Haas. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Le Mépris, 2015, Collection of Mimi Haas. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Ballone, 2017, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

Luc Tuymans, Ballone, 2017, Private collection. Installation View at Palazzo Grassi, 2019 © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti.

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