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Live Arts Week X senza confini

Se dovessimo circoscrivere il perimetro della Live Arts Week di quest’anno, dovremmo fare riferimento alla mappa dell’evento che individua un’ampia zona naturale a ridosso del fiume Reno. Osservandola, però, ci si accorge subito della precarietà dei suoi confini, malleabili come...

Cristina Kristal Rizzo – Sonno – Live Arts Week 2021 – Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing
Eleonora Luccarini – Carolina Fanti – Lezioni – Live Arts Week 2021 – Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing

Se dovessimo circoscrivere il perimetro della Live Arts Week di quest’anno, dovremmo fare riferimento alla mappa dell’evento che individua un’ampia zona naturale a ridosso del fiume Reno. Osservandola, però, ci si accorge subito della precarietà dei suoi confini, malleabili come le sponde del corso d’acqua sulle quali si affacciano. 

E, rispetto a ciò che è successo durante questa decima edizione della manifestazione, pare essere proprio questa l’impressione: il flusso che ha contraddistinto le azioni – prima su tutte UFO garage bar/band, quella che ha aperto (letteralmente) le danze – è sembrato ispirarsi alle correnti dello stesso Reno, calme a prima vista, eppure in perenne movimento. Silenzio e frastuono, quiete e agitazione: questi gli ingredienti della Live Arts Week 2021, con l’unico, fondamentale imperativo di perdersi prima di ritrovarsi. Già, perché il grande campo che l’ha accolta contrasta col piccolo spazio quotidiano al quale siamo stati abituati per lungo tempo. E se quest’ultimo imponeva un (legittimo) ritorno a sé stessi, l’operazione di Peng X ha lasciato, invece, ampio margine ai modi di esprimersi, al manifestarsi senza remore. Abbandonarsi per poi ritrovarsi, dunque, totalmente immersi in ciò che ci è mancato di più – gli alberi, l’acqua, le foglie, la terra, l’altro.

In ogni opera l’altro ha giocato, in effetti, un ruolo chiave, vitale. Come in Enclave Oracolo di Isabella Mongelli, performance di parola consistita in una consultazione oracolare uno a uno, sorta di rituale mistico privato innescato da un dono e da una domanda che ogni visitatore doveva portare con sé. Oppure nelle Lezioni di Eleonora Luccarini, eseguite con la complicità di Carolina Fanti, in cui la riscoperta del corpo e della gestualità è passata attraverso vere e proprie lezioni di yoga, arricchite dalle letture poetiche dell’artista che esaltavano invece la vocalità e lo strumento della parola. 

Enrico Malatesta – Cristina Rizzo – BOGA pezzi elementari per l’incendio del Tempio_Live Arts Week 2021_Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing
Francesco Cavaliere – FlyaGo!_Live Arts Week 2021 – Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing
Isabella Mongelli – Enclave Oracolo_Live Arts Week 2021 – Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing

Anche Enrico Malatesta e Cristina Kristal Rizzo, con BOGA pezzi elementari per l’incendio del Tempio, hanno basato il loro lavoro sull’effetto sorpresa nei confronti dell’altro, improvvisando una danza musicata al ritmo di fumogeni colorati. Lo stesso effetto è stato sortito da free is be – be is free di Massimo Conti, altro rituale urbano affidato questa volta ad alcuni lanciatori di frisbee luminosi, che, nel buio, lasciavano scie altrettanto luminose, dal sapore quasi extraterrestre. 

Questo, allora, un ulteriore tratto della Live Arts Week X: la sorpresa. Come quando, a un certo punto del cammino, ci si imbatte in alcune presenze distese per terra, sonnecchianti, immobili: Sonno, sempre di Cristina Kristal Rizzo, sembra costituire l’apoteosi dell’abbandono a sé stessi di cui si diceva prima. FlyaGo! di Francesco Cavaliere ha fatto altrettanto: scaricando sul proprio smartphone l’omonima app prodotta da Xing e avviandola in alcune zone del parco, si poteva improvvisamente dar vita a creature fantastiche, fuoriuscite dall’immaginario dello stesso artista – in riferimento a questi ultimi due casi, pensare che il rapporto con l’altro sia mancato è un errore: le operazioni, per funzionare, necessitavano comunque di un riscontro, di una riflessione attiva da parte dell’osservatore. Basata su un’interazione più sottile, quasi sfuggevole, ma pregna ugualmente del medesimo effetto inaspettato, è stata poi Hunt me down/Datemi la caccia di Jacopo Benassi, performance al chiaro di luna dedicata al fotografo ottocentesco George Shiras – il quale adattava le tecniche della caccia a quelle della fotografia – consistita in un continuo appostarsi tra i cespugli al fine di individuare le proprie prede con il solo strumento del flash. 

Disorientamento, redenzione, sorpresa: questi gli aspetti dominanti della Live Arts Week 2021, dichiaratamente priva di confini temporali, fisici, spaziali, culturali, ideologici. “Un luogo dove cercare, trovare e ritrovarsi, frequentare, perdere tempo (pic-nic, dejeuner sur l’erbe, sonno, spazieren), o magari mancare qualcosa”,si legge nel suo statement, nel quale “abitare senza abituarsi, derubricarsi dall’appartenenza, includere clandestinamente e sparire”. Finalmente.

Jacopo Benassi – Hunt me down_Live Arts Week 2021_Peng X – Xing – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing
Massimo Conti – free is be – be is free_Live Arts Week 2021 – Peng X – Foto Luca Ghedini, Courtesy Xing