Lets’s Queer! | Fruit Exhibition, Bologna

"Queer in inglese significa "eccentrico, strano" ma a prescindere dal suo significato originario, questa parola oggi identifica tutto ciò che ruota attorno a orientamenti sessuali e identità di genere diverse da quella eterosessuale".
2 Febbraio 2018
Jordan Coulombe Banana

Jordan Coulombe Banana

In occasione del festival dell’editoria indipendente di Bologna, Fruit Exhibition, ATPdiary ha posto delle domande anche a Anna Ferraro e Guendalina Piselli per approfondire uno dei due focus del market, quello dedicato all’editoria che promuove una ricerca e una riflessioni intorno a tematiche si estrema attualità, quelle legate al genere fluido, alla queerness, all’essere quello che si è indipendentemente da nomi ed etichette.

Segue l’intervista.

ATP: Partiamo da una puntualizzazione semantica: non tutti sanno davvero cosa si intenda per “queer”. Ci potreste dare una definizione?

AF & GP: Queer in inglese significa “eccentrico, strano” ma a prescindere dal suo significato originario, questa parola oggi identifica tutto ciò che ruota attorno a orientamenti sessuali e identità di genere diverse da quella eterosessuale. Il riconoscimento di queste diversità attraverso un termine specifico si è esteso a tutti gli ambiti culturali come il cinema, la letteratura, il teatro e le arti visive dando loro un accento comune di rivendicazione.

ATP: Come mai avete deciso di dare luce a questa sezione all’interno di Fruit Exhibition? Che significato ha proporre una tale tematica nel 2018 in una manifestazione con diversi editori internazionali?

AF & GP: Sapevamo che la produzione editoriale Queer è particolarmente ricca e variegata sia nei contenuti che nel design inoltre a Bologna abbiamo tanto pubblico appassionato e direttamente coinvolto nelle lotte LGBT+ quindi il match ci è sembrato perfetto.
Ci interessava portare a Fruit immaginari e esperienze dagli esiti molto diversi tra loro in modo da restituire la ricchezza dei linguaggi, un ventaglio di possibilità sfaccettato e multicolore.

ATP: Nella presentazione del progetto, si parla di “discrepanza, decostruzione delle rappresentazioni sociali e infine analisi delle identità attraverso la lente della loro performatività. Uno scenario caleidoscopico a tratti colorato e a tratti austero dell’identità di genere”. Potreste approfondire questi aspetti?

AF & GP: Il miglior modo per approfondirli è attraverso la visione perchè poche righe non sono sufficienti a descrivere uno scenario così ampio e complesso.
Il nostro lavoro si riassume nel cercare, raccogliere e mostrare pubblicazioni indipendenti interessanti, sperimentali, che ci hanno stupito, divertito e commosso e invitare autori che possano parlare di esperienze che narrano aspetti diversi del mondo della pubblicazione queer. Alcune edizioni presenti al festival, sono piuttosto rare e difficili da trovare, molte arrivano dagli Stati Uniti e altre non vengono stampate già più, inoltre in questo progetto l’aspetto visivo e tattile sono fondamentali quindi è altamente consigliato venire a dare un’occhiata di persona.

ATP: Credo che già rispetto a cinque anni fa in Italia siano stati fatti grandi passi in avanti per ciò che riguarda il mondo LGBTQIA+. Anzi, il “genere fluido” è quasi una moda tra gli adolescenti, è un must nelle pop star, ecc. I più grandi invece ne hanno sentito parlare e sono costantemente a contatto con questi temi, su articoli in internet, giornali, riviste. Come vedete tutto questo?

AF & GP: Come organizzatori ci siamo posti come cassa di risonanza per gli esiti editoriali degli studi di genere e nello specifico, per le produzioni strettamente legate alle arti visive e al graphic design. Ovviamente il fatto che abbiamo potuto scegliere di focalizzarci su questa tematica in un evento istituzionale, significa che l’estetica e i contenuti queer sono stati già ampiamente “sdoganati” anche presso il pubblico generico – anche se a volte solo sommariamente e senza conoscerne i termini precisi. Aldilà della superficialità di mode e must c’è tanto altro. A titolo squisitamente personale, riguardo a queste performatività dai contorni sfumati, possiamo dire che è tutto benvenuto finchè sono espressione di libertà e gioia senza forzature o violenza.

ATP: Avete un target di persone a cui vorreste maggiormente avvicinarvi e sensibilizzare? Se sì, quale e perché?

AF & GP: Non abbiamo un pubblico da sensibilizzare ma in generale da avvicinare alle pubblicazioni indipendenti: l’obiettivo di iniziative come Fruit in Italia è ancora quello di  ampliare un mercato che permetta agli editori di sopravvivere.

Gli editori partecipanti a questo focus del market sono:
A queer culture illustrated guide (Italy), Archive Books (Germany), Bettina Henni (USA),  Capricious    (USA),  D-L Alvarez (USA)   Endless Editions (USA) Faux Press (USA) Frute (Italy) Girls Like Us (Holland) HOMOCATS (USA) improper printing (USA) Innen (Switzerland) Jordan Coulombe (Canada/Spain) Lubok Verlag(Germany) M.33 (Australia) Materia Multipli (Italy) Megapress (USA) Megalocolagem  (USA)   Megan Pickering (UK) Melinda Melmoth (USA) Merrel Publishers (UK) N. Killian and S. Gottesdiener   (USA)   Philip AArons and AA Bronson (USA) Perimeter Books (Australia) Pink Mince (USA) Polyester Magazine (UK)Regina Schilling (USA) Revolver Publishing (Germany) Synchronise witches press (UK) Valerie Philips (USA).

Cover of Crooked fagazine issue #2, Jordan Coulombe

Cover of Crooked fagazine issue #2, Jordan Coulombe

Cover of Crooked fagazine issue #3, Jordan Coulombe

Cover of Crooked fagazine issue #3, Jordan Coulombe

Poster realizzato da Giulio Macaione per La Falla 25

Poster realizzato da Giulio Macaione per La Falla 25

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