La visionarietà oggettiva di Carl Grossberg

10 Marzo 2014
Carl Grossberg,   Berlin,   Rheingold,   1928 Acquarello su carta 40 x 50 cm,   Courtesy Galleria Milano,   Milano

Carl Grossberg, Berlin, Rheingold, 1928 Acquarello su carta 40 x 50 cm, Courtesy Galleria Milano, Milano

È una mostra da non perdere, la personale di Carl Grossberg alla Galleria Milano   (fino al 29 marzo 2014)

L’artista tedesco tra i principali esponenti della Neue Sachlichkeit –  nato nel 1894 a Eberfeld e morto nel 1940 a Laon –, è una figura ancora poco conosciuta in Italia e questa antologica è un’occasione unica per avvicinarsi e comprendere la sua opera, ancora oggi di straordinaria attualità. È il racconto dell’industria che sale e della città che si trasforma e si espande: è il nostro passato prossimo, di cui oggi viviamo l’epilogo drammatico, ancora influenzati dal mito, dall’estetica e dalla mitologia della macchina.

La selezione di 32 opere, scelte dal curatore Antonello Negri, è rappresentativa del suo intero percorso, dagli esordi di sapore ancora espressionista rappresentati da un acquerello del 1920 fino alla visione lucida e oggettivamente rigorosa della maturità, con opere della metà degli anni Trenta. Disegni, incisioni, acquerelli e oli, molti dei quali provenienti da collezioni private – e non in vendita – che altrimenti non sarebbero visibili.

Vedute e interni di fabbriche, panorami urbani, macchinari: l’universo di Grossberg è la allora nascente industrializzazione moderna.

Il suo sguardo è netto, preciso, ma dietro questo rigore si rivela, nello stesso tempo, una sensibilità, non immune all’ascendente metafisico, che va oltre la freddezza della Sachlichkeit, e si potrebbe definire addirittura romantica, nel senso della ricerca di una nuova forma di bellezza che appartiene a categorie estetiche allora inedite, all’“attrazione della tecnica e del ferro”, come ben sottolinea il curatore che associa giustamente, per descriverne la poetica, la definizione di visionarietà a quella di oggettività.

Carl Grossberg,   Straße mit Kirchturm,    1926  Disegno a matita,   Firma e data basso a sinistra 48x37,  8cm,   Courtesy Galleria Milano,   Milano

Carl Grossberg, Straße mit Kirchturm, 1926 Disegno a matita, Firma e data basso a sinistra 48×37, 8cm, Courtesy Galleria Milano, Milano

Questa visionarietà apre spiragli che lasciano percepire anche una implicita fiducia nelle “magnifiche sorti e progressive” dello sviluppo industriale, che rende l’artista pienamente partecipe del clima dell’epoca. L’attenzione alla macchina, vera protagonista, definita chirurgicamente con minuzia di particolari nelle sue qualità formali – anche quando rimane volutamente non finita e descritta precisamente solo dal tratto grafico come se si trattasse di uno schema tecnico –  e i punti di vista scelti– le inquadrature – evidenziano affinità e conoscenze del disegno e della fotografia industriale coeva.

Un mondo solitario: la figura umana è pressoché assente: gli uomini, quando sono presenti, sono ripresi a lunga distanza, non particolarmente definiti, spesso intenti al lavoro, quasi accessori dell’unico vero soggetto, la macchina. Lo stesso vale per le vedute urbane, percorse da comparse anonime e non identificabili – quindi inessenziali – o più spesso deserte, abitate dal groviglio di fili elettrici che scandiscono ritmicamente la scena e segnano il futuro che avanza rapido e le molteplici e potenzialmente infinite linee di comunicazione.

Impossibile non vedere qui le premesse di quello che sarà lo sviluppo formale della ricerca artistica tedesca del secondo Novecento, in particolare fotografica, che culmina con la scuola di Düsseldorf (i Becher in cima alla lista), ma soprattutto l’attitudine oggettivamente visionaria e l’ossessione appassionata per l’estetica della macchina che saranno ripresi dalle controculture postindustriali degli anni ottanta, anche se in accezione apocalittica e nichilista, alla fine del ciclo di cui Grossberg ci racconta gli inizi.

Testo di Rossella Moratto

Carl Grossberg,   Lokomotivbau,   (1937) (Locomotiva in costruzione) Acquerello e inchiostro su carta 50 x 40 cm,   Courtesy Galleria Milano,   Milano,   Courtesy Galleria Milano,   Milano

Carl Grossberg, Lokomotivbau, (1937) (Locomotiva in costruzione) Acquerello e inchiostro su carta 50 x 40 cm, Courtesy Galleria Milano, Milano, Courtesy Galleria Milano, Milano

Carl Grossberg,   Kühltürme,   Elberfeld,   1920 Inchiostro su carta Firma e data basso a sinistra 39,  5 x 28 cm,   Courtesy Galleria Milano,   Milano

Carl Grossberg, Kühltürme, Elberfeld, 1920 Inchiostro su carta Firma e data basso a sinistra 39, 5 x 28 cm, Courtesy Galleria Milano, Milano

 

Carl Grossberg,   Diamant Mehl,   1927 (Farine Diamant) Acquarello e china,   38 x 48 cm

Carl Grossberg, Diamant Mehl, 1927 (Farine Diamant) Acquarello e china, 38 x 48 cm

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