ATP DIARY

Intervista con Beatrice Favaretto, vincitrice del Premio Lydia

Intervista di Barbara Ruperti — Parlare di sessualità presuppone il dialogo con l’altro, non è un monologo, ma un’esperienza che coinvolge due o più persone, motivo per cui diventa comunità, cura e politica.” Il lavoro di Beatrice Favaretto (Venezia,1992) esplora la sessualità e le molteplici sfaccettature che la rappresentazione del corpo ha assunto nel corso […]

Beatrice Favaretto, Miss Italia, 2022, Still da video, prodotta da NAM – Not A Museum per SUPERBLAST 2022. Courtesy NAM – Not A Museum, Firenze.

Intervista di Barbara Ruperti

Parlare di sessualità presuppone il dialogo con l’altro, non è un monologo, ma un’esperienza che coinvolge due o più persone, motivo per cui diventa comunità, cura e politica.” Il lavoro di Beatrice Favaretto (Venezia,1992) esplora la sessualità e le molteplici sfaccettature che la rappresentazione del corpo ha assunto nel corso della storia. Rispetto a un tema ampio e complesso, la sua ricerca si concentra sulle questioni sollevate dall’erotismo, dalla pornografia, dalle pratiche politiche e di socializzazione del desiderio transfemministe e queer. Guidata da un approccio che incrocia approfondimento d’archivio e confronto diretto con la realtà sociale del territorio, l’artista ha sviluppato HMWN – Hold Me When I’m Naked, opera vincitrice della IV edizione del Premio Lydia all’arte contemporanea, rivolto ad artiste e artisti under 35. Il riconoscimento, promosso dalla Fondazione il Lazzaretto e dedicato alla memoria dell’artista Lydia Silvestri, sostiene la ricerca artistica e prevede la restituzione pubblica dell’opera presso il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 2024. 
In questa occasione, Beatrice Favaretto ha raccontato ad ATPdiary il percorso che l’ha condotta fino a qui e i traguardi che immagina per il futuro.

BR. Sei la vincitrice del Premio Lydia 2023. Cosa rappresenta per una giovane artista come te ricevere questo riconoscimento?

BF. Sono felice di ricevere questo riconoscimento. Credo sia urgente, in un momento come quello che stiamo vivendo, affrontare determinate tematiche e fare ricerca su di esse. Permettendo in questo modo un interscambio più vasto di pensieri, pratiche, dialoghi sulla sessualità e su come desideriamo rappresentarla. 

BR. La proposta vincitrice, HDMW – Hold Me While I’m Naked, fa parte di una più ampia indagine iniziata nel 2019, che in quattro anni si è arricchita di diversi contatti tra cui alcune comunità queer italiane e europee. Ci racconti il percorso che ti ha portata a concepire questo lavoro?

BF. Il mio lavoro si basa da una parte sulla ricerca d’archivio e dall’altra sull’esperienza, sull’incontro e le possibilità che questa ti offre. Dal 2019 ad oggi, un insieme di persone, imprevisti, viaggi e fascinazioni mi hanno portato a creare questi capitoli sulla sessualità in diversi contesti italiani e non. Motivo per cui ho sentito necessario restituire in maniera completa il materiale raccolto, dando voce non solo ai miei pensieri ma anche alle persone che mi hanno portato e continuano a portarmi verso la scoperta di modi diversi di vivere e rappresentare il corpo. 

BR. La tua opera video unisce materiali d’archivio, immagini erotiche e politiche, rappresentazioni sessuali del passato e del presente. Ci racconteresti quale ruolo assume il dialogo intergenerazionale nel tuo lavoro?

BF. La sessualità è un tema che vive una sorta di paradosso storico. Mentre cerchiamo risposte alle nostre domande ci confrontiamo con infiniti ostacoli, contraddizioni e direzioni fino a non trovare via d’uscita. Invece di trattarla come un labirinto io preferisco vederla come percorso multidirezionale che, in quanto tale, non ha risposte uniche ma racconta storie, pensieri e percorsi fondati sull’individuo e il suo desiderio, eliminando la temporalità e creando dialoghi aperti e trasversali tra le varie generazioni. 

Beatrice Favaretto, Miss Italia, 2022, – Not A Museum per SUPERBLAST 2022. Courtesy NAM – Not A Museum, Firenze.
Beatrice Favaretto, Miss Italia, 2022, Still da video, prodotta da NAM – Not A Museum per SUPERBLAST 2022. Courtesy NAM – Not A Museum, Firenze.

BR. Nel tuo lavoro affronti questioni come la rappresentazione della sessualità e della pornografia nel contemporaneo. In un mondo sempre più saturo di immagini sessualizzate, in che modo la rappresentazione del corpo, in particolare il corpo delle donne, può diventare uno strumento politico?

BF. La rappresentazione di sé stessi e della propria sessualità è uno strumento politico di autodeterminazione. Il lavoro sul corpo, lo studio su di esso e dei propri desideri ci portano dentro un universo in cui noi controlliamo e identifichiamo il nostro immaginario erotico. È una forma di cura verso noi stessi e verso gli altri. L’essere più coscienti ci porta a relazionarsi in maniera differente con il mondo esterno, con gli altri corpi e ci mette in discussione, trasformando i nostri limiti psicologici e sociali in un sentire più fluido. Parlare di sessualità presuppone il dialogo con l’altro, non è un monologo, ma un’esperienza che coinvolge due o più persone, motivo per cui diventa comunità, cura e politica. 

BR. Pur privilegiando il video, la tua ricerca attraversa diversi linguaggi, come l’editoria indipendente e la fotografia d’archivio. Quali forme assumono i tuoi progetti passando da un medium all’altro?

BF. Il passaggio da un medium all’altro racconta il mio processo di ricerca e di sviluppo del mio lavoro: Le immagini d’archivio mi permettono di studiare com’è stata trattata una tematica a livello storico e artistico, la parte visiva racconta le emozioni, le sensazioni, le dinamiche psicologiche che mi trasportano dentro le esperienze che vivo, la parte editoriale riassume queste due parti unendole e svelando tutto ciò che sta nel mezzo. Esplicita come un lavoro non è mai frutto di un pensiero unico ma di un coro di voci che comunicano. 

BR. Il femminismo di oggi non è più lo stesso delle generazioni che ci hanno precedute. Con questo termine si circoscrive ora un corpus di posizioni teoriche, interpretazioni estremamente modalità d’azione diverse e sfaccettate. Si parla infatti di “nuovi femminismi” il cui compito è di dare risposta alle questioni più attuali, includendo al loro interno diverse “declinazioni” del genere. All’interno di questo eterogeneo ambito di pensiero, dove si situano i tuoi lavori?

BF. A livello ideologico sono affine al trans femminismo però il mio lavoro si situa al di fuori di queste direzioni, quello che analizzo non è il genere o il suo manifesto ma la soggettività con cui mi confronto. Cerco di creare un invito a guardarsi dentro, a leggere il proprio percorso e farsene carico per trasformarlo e trasformarsi, trovando la propria forma per vivere il proprio corpo e i propri desideri.

BR. Nel 2024 HDMW – Hold Me While I’m Naked andrà al PAC di Milano. Cosa ti aspetti da questa mostra e quali progetti hai per il tuo futuro?

BF. È ancora presto per sapere che forma prenderà la presentazione pubblica, dipende molto dall’evolversi della ricerca. Nel futuro voglio continuare a trattare questa tematica, cercando nuovi punti di vista che possano farmi accedere a forme alternative di sperimentazione e rapporto con la propria sessualità. 

Beatrice Favaretto, The Pornographer, 2021, Still da video, prodotto da Lo schermo dell’arte nell’ambito del progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund, Courtesy l’artista
Beatrice Favaretto, The Pornographer, 2021, Still da video, prodotto da Lo schermo dell’arte nell’ambito del progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund, Courtesy l’artista