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In ricordo dell’artista Irma Blank

“Un segno autonomo che dà voce al silenzio”. Questo era la scrittura per l’artista tedesca Irma Blank (Celle, 1934), spentasi a quasi 90 anni a Milano (l’Italia l’aveva adottata sin da giovanissima). La sua esistenza si è incarnata in grafemi scardinati dalla necessità della significazione, giustapposti come tessere di grandi mosaici a comporre partiture di […]

Irma Blank nel suo studio, Milano, anni 70 | Courtesy P420, Bologna (Photo Maria Mulas)

“Un segno autonomo che dà voce al silenzio”. Questo era la scrittura per l’artista tedesca Irma Blank (Celle, 1934), spentasi a quasi 90 anni a Milano (l’Italia l’aveva adottata sin da giovanissima). La sua esistenza si è incarnata in grafemi scardinati dalla necessità della significazione, giustapposti come tessere di grandi mosaici a comporre partiture di vita vissuta. La sua opera è stata una sommessa sinfonia cadenzata da variazioni e movimenti, a cominciare dagli Eigenschriften, “scritti personali” che traducono paesaggi interiori in un linguaggio asemico, e dalle Trascrizioni, avviate a partire dal trasferimento nel 1973 dalla Sicilia a Milano – in quegli anni palcoscenico delle ricerche intorno alla poesia concreta – e consistenti in riproduzioni minuziose dei formati tipografici di libri di poesia e filosofia, in cui i caratteri alfabetici sono rimpiazzati da segni altri e inintelligibili. E poi i Radical Writings, in cui tracciati trascinati di colore sono stesi al ritmo del respiro, e, negli Avant-testi, i grovigli blu tracciati grazie al movimento rotatorio di alcune penne biro fino alla saturazione della superficie. Negli ultimi tempi il segno si era fatto più incerto e oscillante; traccia sublime del tempo trascorso, in una rinnovata corrispondenza tra vita e opera. Dopo aver partecipato a Documenta 6 (1977) e alla Biennale di Venezia l’anno successivo, negli anni ha preso parte a importanti mostre presso molti musei internazionali, tra cui la Bibliothèque Nationale de France e il Centre Pompidou. Rappresentata a partire dal 2011 dalla galleria P420 di Bologna, il suo lavoro è approdato nuovamente alla Biennale di Venezia nel 2017 e ha avuto negli ultimi anni una rinnovata risonanza in tutta Europa. In Italia si ricordano le personali al Museion di Bolzano nel 2017 e presso ICA Milano nel 2022.

Irma Blank, Bleu Carnac, 1992, installation view, PAC, Milano | Courtesy PAC, Milano (Photo Salvatore Licitra)
Irma Blank, BLANK, 2020, installation view, CAPC, Musée d’art contemporain de Bordeaux, Bordeaux | Courtesy CAPC, Musée d’art contemporain de Bordeaux, Bordeaux (Photo Frédéric Deval)