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Immagini che bruciano e seducono: Perseo di Alessandro Calabrese – VIASATERNA, Milano

Alessandro Calabrese studia e propone le gerarchie dei generi della pittura classica in una serie di opere fotografiche dal progetto Hierarchy of Genres.

Tra le leggende che gravitano intorno all’enigmatica figura dell’artista, la più mitologica è quella dell’intuizione nata dal caso, dall’errore, da una svista. Così nascono molte ricette: intenti nell’eseguire alla perfezione le indicazioni della pasticceria, che richiede precisione e destrezza, si rovescia qualcosa in più, si sbaglia la cottura o impazziscono le uova. Ad Alessandro Calabrese (Trento, 1983) succede qualcosa di simile, ma con la stampa fotografica che, come la pasticceria, richiede una tecnica lunga e complessa. Per la seconda personale presso VIASATERNA a Milano, presenta una serie di opere fotografiche, provenienti da scatti dell’artista e immagini generate con AI, a cui si aggiungono sessantotto selfies proiettati nel piano inferiore della galleria. I soggetti rientrano nelle categorie dei generi della tradizione della pittura, lo indicano i titoli stessi: Genre Painting, Still Life, Landscape Painting, Animal Painting, Portrait Painting e Self Portrait. In questo modo Calabrese studia e approfondisce le gerarchie dei generi, tra le basi solide del lavoro di un artista (inteso in senso classico), ma allo stesso tempo ne devia i principi. A volte il soggetto passa in secondo piano rispetto al genere in cui cade, perché risulta quasi impossibile identificare un’identità specifica, soprattutto se quello che vediamo proviene da fonti online o è generato con l’intelligenza artificiale. Le immagini che propone Calabrese sembrano arrivare da un ricordo annebbiato, hanno perso la fonte e il riferimento, ma rimangono riconoscibili e in qualche modo familiari. Il processo di realizzazione delle opere dell’artista inizia con una stampa su carta fotografica lucida, dal lato sbagliato: in questo modo l’inchiostro non penetra nella fibra della carta e l’immagine rimane sospesa e instabile sulla superficie. A questo punto il soggetto viene nuovamente fotografato, per essere “fissato”, quindi ri-stampato.

Installation view Perseo, solo show by Alessandro Calabrese. Ph. Tiziano Ercoli, courtesy Viasaterna
Alessandro Calabrese, Animal Painting #03, 2024, inkjet print, cm 25×35 © Alessandro Calabrese, courtesy Viasaterna

Nel testo critico, scritto a quattro mani da Milovan Farronato e Chiara Spagnol, leggiamo: «Amiamo talmente tanto questa presunta capacità di restituire il reale attribuita alla fotografia da sopravvalutarne il valore e feticizzarne la veridicità». Parliamo allora di un tipo di immagine “inaffidabile”, molto diversa dall’idea di George Didi-Huberman, in cui essa brucia della verità che vuole testimoniare, brucia per un desiderio che porta con sé. Nella mostra Perseo, ciò che la fotografia ha catturato non è detto che sia reale e nella posizione da cui osserviamo possiamo persino dubitare della veridicità della fonte.
È considerato delirio di onnipotenza pensare che ormai con le immagini possiamo fare quello che vogliamo? O forse è il risultato contrario di un’evoluzione della tecnica? Stanchi di vedere sempre le stesse cose, così come sono, abbiamo bisogno di creare delle alternative.
Non è per forza un mondo immaginario che serve a Calabrese, ma la possibilità di usare le immagini e plasmarle, tradirle con la loro stessa tecnica, un po’ come distruggere il sistema dal suo interno.

PERSEO – Alessandro Calabrese
1 ottobre – 29 novembre 2024
VIASATERNA
Cover; Installation view Perseo, solo show by Alessandro Calabrese. Ph. Tiziano Ercoli, courtesy Viasaterna

Alessandro Calabrese, Genre Painting #10, 2024, inkjet print, cm 100×140 © Alessandro Calabrese, courtesy Viasaterna
Installation view Perseo, solo show by Alessandro Calabrese. Ph. Tiziano Ercoli, courtesy Viasaterna
Installation view Perseo, solo show by Alessandro Calabrese, Viasaterna. Ph. Tiziano Ercoli, courtesy Viasaterna