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Il programma del Festival della Peste 2025

L'VIII edizione del festival ha come tema il binomio Potere/Piacere, declinato in mostre, performance, laboratori e altre esperienze collettive e partecipate.
Ultimabaret, workshop cross

A Milano sta per arrivare l’VIII edizione del Festival della Peste, la proposta della Fondazione Il Lazzaretto in programma da mercoledì 5 a domenica 9 novembre che restituisce un anno di lavoro partecipato attraverso un palinsesto di performance, mostre, conversazioni, laboratori, pratiche psico-fisiche. La sede è quella della Fondazione, ma l’aspirazione è quella di “contagiare” l’intera città di Milano. Il programma 2025 parte da un percorso partecipativo insieme alle persone invitate al Club dei Pestiferi, allo scopo di promuovere nell’arco di un anno processi di partecipazione e contaminazione. Il risultato è una serie di esperienze che coinvolgono, insieme col pubblico, artisti, esperte, curatori e ricercatrici e che indagheranno il binomio Potere/Piacere, scelto come tema di questa edizione (negli scorsi anni i temi sono stati Mostruoso/Ordinario, 2024; Ragione/Sentimento, 2022/2023; Ordine/Disordine, 2021).

Nel corso di quest’anno di ricerca – afferma la Direttrice Linda Ronzoni – abbiamo indagato il concetto di potere come capacità di orientare e come facoltà di trasformare paradigmi comportamentali, sociali, relazionali ed emozionali. Forse non è un caso che proprio quest’anno, la scelta del tema da sviluppare in vista del Festival della Peste 2025 sia caduta sul binomio Potere/Piacere. Come Fondazione, abbiamo scelto di condividerlo e distribuirlo coinvolgendo un gruppo di persone dalle esperienze multidisciplinari, il Club dei Pestiferi Onorari, e scegliendo insieme il tema dell’anno. Il Piacere diventa quindi un invito a moltiplicare i processi di ascolto che, per mezzo della voce e di una sensibile relazione col corpo si apre a riflessioni su come potremmo resistere e capovolgere assetti di potere più autoritari e gerarchici”. 

Centrale in questa edizione è la voce come strumento espressivo prevalente, e declinato via via nei mantra di Francesca Proia, nella declamazione di Gaia de Megni, nella parola di Maura Gancitano e nel canto di Camilla Barbarito. La voce permette di ripensare il proprio corpo come strumento di piacere, uno stato dell’essere che si associa alle vicendevoli capacità di curare, disporre, configurare paesaggi, orientare le sensazioni, riabituandosi a sentirsi in connessione come nell’installazione di Abe Pazos Solatie. Altri aspetti correlati sono la sensazione organica (Studio Fludd), i corpi (Andrea Q.), l’autodifesa (Sara Leghissa), lo stare insieme (Fritto Misto), la disposizione reciproca (CIRCE), il posizionamento e i privilegi (Rebecca Moccia); e ancora lo sguardo sugli animali (Valentina Furian, Michelangelo Frammartino e Mario Blaconà, Agnese Galiotto e Francesca Rossi) e sull’inanimato (ultimabaret, il duo artistico Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli insieme a Alessia Bernardini | La Nut), il rapporto tra ansia e piacere (Nicoletta Cinotti).

Festival della Peste 2025. Potere/Piacere
5-9 novembre 2025
Fondazione Il Lazzaretto
Via Lazzaretto 15 – 20124 Milano

Cover: Gaia De Megni, Sunday Best

Francesca Proia, Un senso di alveare, laboratorio sul respiro
Camilla Barbarito, Studio (macabro) per donna piumata, suoni sinistri e alcuni complici
25. Valentina Furian, Ciacco, 2021, installation view at Re-Creatures, Mattatoio, courtesy the artist
Rebecca Moccia, Esercizi di posizionalità, Installazione site-specific