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Il profumo del tempo | Joystick, Venezia 

“Il tempo puntuale è un tempo senza profumo. Il tempo inizia a profumare quando acquista una durata, quando riceve una tensione narrativa o una tensione profonda, quando guadagna in profondità”. Byung-Chul Han.

Che valore ha il tempo, e in particolare il tempo libero, oggi? Siamo ancora in grado di sperimentare solo per il gusto di farlo o il tempo non è altro che un contenitore vuoto, da riempire con attività da spuntare dalla nostra to do list? Il profumo del tempo, esposizione collettiva a cura di Cecilia Larese e Bianca Pedron – allestita fino al 31 maggio 2025 presso spazio Joystick – indaga, attraverso le opere di Lorena Bucur, Calori&Maillard, Matteo Rattini, Guendalina Urbani, il paradigma del tempo nella contemporaneità, alla riscoperta di un ozio consapevole oltre la mera produttività. L’essere sempre produttivi, impegnati, pronti a condividere sui social ogni frammento dell’esistenza ci spinge ad una continua ricerca di istanti e di attimi superficiali, privi di qualsivoglia significato: l’essere costantemente impegnati – e farlo sapere a tutti – è ciò che più ci appaga. Con le opere di Lorena Bucur, Calori&Maillard, Matteo Rattini, Guendalina Urbani è la durata e la capacità di indugiare, dubitare, fermarsi, ad essere, nuovamente, protagonista. Il visitatore diviene un moderno Flâneur che, “con il suo aspetto rilassato”, per dirla con le parole di Walter Benjamin, diventa “protesta contro l’industriosità”. 

La fotografia è l’emblema della memoria, del ricordo catturato e impresso per sempre sulla pellicola. Lorena Bucur stravolge la permanenza del ricordo con Rebus, una serie di piccole fotografie impresse su lastre di cemento quadrate. Se la scelta del materiale richiama la produttività incessante e la solidità, lo stesso risulta però inadeguato nella sua funzione di supporto fotografico: i colori desaturano, l’immagine sbiadisce così come i ricordi che custodisce. L’opera invita il visitatore a fermarsi e a catturare l’immagine che il tempo sta cancellando, abbandonando lo sguardo ordinario in favore della creatività e dell’immaginazione, creando delle storie e delle associazioni tra le singole fotografie, per risolvere il proprio, personale e individuale, rebus.

Il profumo del tempo, Exhibition View – Joystick, Venezia 2025 – Foto Virginia Lucchetta

Il paradosso tra solidità e fragilità, produzione e flâneurie, pervade anche il video di Calori&Maillard, L’OISEAU DE FUE a ballet for Tower cranes, in cui l’omonimo balletto di Stravinskij diventa ispiratore di una coreografia en plein air sorprendente: alcune gru gialle e rosse di un grande cantiere urbano nel cuore finanziario di Francoforte si muovono lentamente. Se ad uno sguardo distratto le gru sembrano semplicemente muoversi per compiere un lavoro, osservando con più attenzione si nota un ritmo, un tempo, una sincronia. Le gru stanno svolgendo una coreografia, danzando nel cuore della città. La macchina perde la propria proprietà produttiva in favore di una nuova proprietà: la creatività. 

In mostra, il visitatore è invitato non soltanto ad osservare e a posare lo sguardo su ciò che popola lo spazio allestitivo, ma anche a muoversi nello stesso, eludendo ostacoli e scoprendo le opere da molteplici punti di vista. In punta di piedi è un’installazione di Guendalina Urbani in cui delle incudini rosa confetto, realizzate con stampante 3D, si pongono in equilibrio sulle proprie estremità, come delle ballerine alla sbarra. Il visitatore deve fisicamente superare l’ostacolo per accedere nella stanza, attento a non urtarlo per non rompere l’equilibrio precario in cui le incudini sembrano poggiarsi. Ancora una volta i paradossi si incontrano – solidità e leggerezza, produzione e creatività – in un corto circuito incessante di possibilità e punti di vista. 

La tensione de “Il profumo del tempo” culmina in Dittico di Matteo Rattini. Due schermi di dimensioni differenti sono poggiati a terra, collegati all’esterno da un lungo cavo nero, a suggerire che le immagini che gli schermi mostrano provengano dall’esterno, in tempo reale. Ciò che accade fuori, entra in mostra: due istanti si incontrano. L’espansione visiva dell’immagine innesta una vera e propria tensione tra campo e fuori campo, tra ciò che c’è e ciò che esiste al di là: di fronte al dittico si resta in attesa, in attesa di ciò che accadrà, del tempo che scorre di fronte a sé e di cui si è spettatori. Ad accadere però è il nulla: il piccolo schermo mostra un microscopico dettaglio di ciò che si trova fuori, un fiore sbocciato che si muove impercettibile al soffiare del vento, mentre lo schermo più grande mostra il cielo, attraversato occasionalmente da uccelli e nuvole.  

Il profumo del tempo
Lorena Bucur, Calori&Maillard, Matteo Rattini, Guendalina Urbani
a cura di Cecilia Larese e Bianca Pedron
Joystick – Calle Longa 2125/B, 30135 Venezia
Fino al 31 maggio 2025 

Il profumo del tempo, Exhibition View – Joystick, Venezia 2025 – Foto Virginia Lucchetta .
Lorena Bucur, Rebus, (Glass Castle) 2025 – Foto Virginia Lucchetta
Lorena Bucur, Incavo, 2025 – Foto Virginia Lucchetta