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I soggetti delle fotografie presentate alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia sembrano concentrarsi su dei “Parchi gioco per adulti”.
Lutz & Guggisbegr, duo svizzero alla prima personale in un’istituzione italiana, in occasione del Festival di Fotografia Europea 2018 presenta un progetto dai toni spiritosi e freschi.
Fino al 30 dicembre 2018 la Collezione ospita “il giardino”: un progetto articolato in cinque sale e sviluppato in più di venti fotografie e alcune installazioni.
In mostra le pareti hanno vissuto una interessante trasformazione. Anziché optare per la classica white cube, i due artisti hanno pensato di sviluppare il display della mostra mediate interventi pittorici e grafici alle pareti, per creare ‘incontri e dialoghi’ inaspettati tra le fotografie, i soggetti immortalati e lo spazio espositivo.
Le fotografie di Lutz & Guggisberg incorniciano giardini abbandonati dove regna il caos. Scenari post-apocalittici in cui attrezzi da lavoro, tavoli, vasche di plastica, tubi e oggetti da giardinaggio sembrano essere stati abbandonati da un gruppo di lavoratori, che a fine giornata distratti e disordinati, si sono dimenticati di riordinare. Uragani appena passati hanno capovolto gli scenari che ora sono rebus da risolvere.
Alla fotografia pulita e limpida sono sovrapposti interventi pittorici effettuati dai due artisti, che aggiungono nuovi dettagli, ampliando le possibilità a nuove visioni. Oggetti e forme colorate vengono sovra-dipinte, generando una nuova dimensione che si spinge al di là di quella fotografica.
Lutz & Guggisberg agiscono come scenografi che all’ultimo momento, a palcoscenico ormai pronto, decidono di effettuare delle ultime modifiche, addizioni a posteriori che aggiustano la complessa struttura architettonica concepita. Tra queste rovine di straordinaria bellezza si articolano composizioni armoniche in cui elementi umani dialogano con altri naturali. Accanto a tavoli, sacchi neri e mattonelle di ceramica si schiudono bucaneve, crocus e bulbi di cipolle, testimoni di una natura potente e inarrestabile, che ha la capacità di adattarsi alle costruzioni dell’uomo.
Al centro di alcune sale sono posizionati agglomerati di oggetti di recupero con svariati usi e provenienze, composizioni-archivio di abitudini e gesti quotidiani umani, la cui funzione è rappresentata da questi stessi oggetti.
Lutz & Guggisberg concepiscono le loro opere con estrema libertà e spontaneità. Sono frutto di associazioni giocose, ironiche e paradossali che confondono la percezione di un confine labile tra realtà e finzione.